Neuromed Archivi - CBlive https://www.cblive.it/category/rubriche/neuromed La città di Campobasso in diretta Tue, 13 Feb 2024 13:18:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 https://www.cblive.it/wp-content/uploads/2018/01/cropped-android-icon-144x144-32x32.png Neuromed Archivi - CBlive https://www.cblive.it/category/rubriche/neuromed 32 32 Ricerca Sapienza, Neuromed, Mediterranea: il fumo passivo delle sigarette elettroniche può incidere sulla salute dei bambini https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/ricerca-sapienza-neuromed-mediterranea-il-fumo-passivo-delle-sigarette-elettroniche-puo-incidere-sulla-salute-dei-bambini.html https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/ricerca-sapienza-neuromed-mediterranea-il-fumo-passivo-delle-sigarette-elettroniche-puo-incidere-sulla-salute-dei-bambini.html#respond Tue, 13 Feb 2024 13:18:14 +0000 https://www.cblive.it/?p=127539 Il fumo passivo è considerato un fattore dannoso per la salute dei non fumatori, soprattutto bambini. Un concetto ben noto, ma fino ad oggi rimasto legato solo alle sigarette “tradizionali”. Ora una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Pollution ha evidenziato come anche le sigarette “heat-not-burn” (HNBC), quelle che riscaldano il tabacco senza bruciarlo, potrebbero …

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Il fumo passivo è considerato un fattore dannoso per la salute dei non fumatori, soprattutto bambini. Un concetto ben noto, ma fino ad oggi rimasto legato solo alle sigarette “tradizionali”. Ora una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Pollution ha evidenziato come anche le sigarette “heat-not-burn” (HNBC), quelle che riscaldano il tabacco senza bruciarlo, potrebbero influenzare negativamente la salute cardiovascolare dei bambini ed adolescenti esposti.

Lo studio, che ha visto la collaborazione tra Sapienza Università di Roma, I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) e Mediterranea Cardiocentro di Napoli, ha preso in esame tre gruppi di bambini e adolescenti di età compresa tra 2 e 18 anni, divisi in base all’esposizione al fumo che potevano avere in famiglia: non esposti ad alcun tipo di fumo, esposti a fumo tradizionale, esposti a fumo di tabacco riscaldato. Una serie di esami, eseguiti su prelievi ematici e prove strumentali, ha quindi misurato lo stress ossidativo, la funzione endoteliale (un indicatore chiave della salute dei vasi sanguigni) e l’attivazione delle piastrine (un fattore di rischio per la formazione di trombi).

“Il dato più importante emerso dalla nostra ricerca – dicono gli autori, Lorenzo Loffredo e Anna Maria Zicari, Sapienza Università di Roma, e Roberto Carnevale, Sapienza Università di Roma e I.R.C.C.S. Neuromed – è che non ci sono differenze significative tra fumo di sigaretta tradizionale e fumo da tabacco riscaldato. In entrambi i casi, i bambini e gli adolescenti esaminati presentavano, rispetto a quelli non esposti ad alcun tipo di fumo, un più elevato stress ossidativo, una maggiore attivazione piastrinica ed una alterazione della funzione endoteliale e quindi un maggior rischio cardiovascolare”.

“Questi risultati – continuano gli Autori – mostrano che anche le sigarette di nuova generazione, universalmente considerate meno dannose rispetto alle sigarette tradizionali, possano configurarsi come un potenziale pericolo per la salute di chi è a fianco dei fumatori, soprattutto i più giovani. L’obiettivo finale deve quindi rimanere quello della incentivazione alla cessazione della pratica tabagica in tutte le sue forme ed i suoi surrogati compresa una tolleranza zero verso il fumo passivo, di qualsivoglia tipologia”.

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Giornata Internazionale Epilessia, l’’impegno del Neuromed per combattere lo stigma che ancora accompagna questa patologia https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/127511-giornata-internazionale-epilessia-limpegno-del-neuromed-per-combattere-lo-stigma-che-ancora-accompagna-questa-patologia.html https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/127511-giornata-internazionale-epilessia-limpegno-del-neuromed-per-combattere-lo-stigma-che-ancora-accompagna-questa-patologia.html#respond Mon, 12 Feb 2024 07:25:06 +0000 https://www.cblive.it/?p=127511 Il 12 febbraio 2024 è la Giornata Internazionale dell’Epilessia e, come ogni anno, in tutto il mondo vengono organizzate iniziative volte a far conoscere questa malattia e combattere lo stigma che la accompagna con lo scopo di aumentare la consapevolezza sui problemi affrontati ogni giorno dalle persone con epilessia e dare adeguato supporto ai loro …

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Il 12 febbraio 2024 è la Giornata Internazionale dell’Epilessia e, come ogni anno, in tutto il mondo vengono organizzate iniziative volte a far conoscere questa malattia e combattere lo stigma che la accompagna con lo scopo di aumentare la consapevolezza sui problemi affrontati ogni giorno dalle persone con epilessia e dare adeguato supporto ai loro familiari. Il desiderio è anche quello di diffondere una giusta informazione su questa patologia, che interessa un importante numero di persone (l’1% della popolazione, 600mila in Italia) rappresentando una delle malattie neurologiche più frequenti interessando sia i bambini che gli adulti.

Il Centro per la Chirurgia dell’Epilessia dell’I.R.C.C.S. Neuromed è sempre attento a tali importanti obiettivi e promuove, grazie all’impegno dei suoi specialisti, tutti gli anni momenti confronto. Anche quest’anno verranno illuminati di viola (il colore della sensibilizzazione sull’Epilessia), su proposta dell’Istituto di Pozzilli e in collaborazione con la LICE (Lega Italiana Contro l’Epilessia), importanti monumenti come la Reggia Vanvitelliana di Caserta, la Palazzina Liberty di Venafro e la Fontana Fraterna di Isernia.

Inoltre, il dottor Alfredo D’Aniello, Neuropsichiatra Infantile del Centro Epilessia Neuromed e consigliere della Macro Area Campania-Molise della Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE), incontrerà virtualmente studenti e docenti di Istituti scolastici di varie regioni Italiane, nell’ambito dell’iniziativa ‘A scuola di Epilessia’ promossa dall’Associazione Italiana Epilessia.

“Approfondire i temi legati all’Epilessia a scuola è un’attività importante per garantire una maggiore conoscenza di questa condizione – spiega il dottor D’Anielloal fine di combattere lo stigma ed i pregiudizi che ancora la accompagnano. In questi incontri vengono affrontate numerose tematiche come le modalità di apprendimento dei bambini con epilessia nonché della gestione del tempo libero e delle attività sportive. Vogliamo, infine, offrire anche a studenti, docenti e al personale scolastico, informazioni legate alla corretta gestione del bambino affetto da epilessia, le modalità di soccorso da attuare quando si assiste ad una crisi epilettica e le modalità di somministrazione di specifici farmaci anticrisi da usare in corso di crisi convulsiva”. 

L’Epilessia è una delle condizioni neurologiche croniche più frequenti. Si stima che in Italia ci siano circa 600mila persone affette da Epilessia e in tutta Europa circa sei milioni e nel mondo circa 50milioni. Una condizione che nella maggior parte dei casi può essere curata con successo grazie alle terapie farmacologiche a disposizione, questo almeno nei paesi occidentali, però nei casi che non rispondono alle cure, un terzo delle persone con Epilessia, questa condizione può essere ad alto impatto negativo sulla qualità della vita. Questo perché la non prevedibilità insita delle crisi epilettiche può inficiare il contesto lavorativo, scolastico e affettivo. In più vi è l’alterazione della consapevolezza che spesso si può verificare. Tutto questo insieme anche all’accesso disomogeneo delle cure che ancora si registra soprattutto nei Paesi a basso reddito nonché allo stigma presente in tutti i Paesi, anche quelli occidentali, fanno di questa condizione una malattia ad alta pervasività.

“Questo decennio – spiega il professor Giancarlo Di Gennaro, Direttore dell’UO Centro Epilessia dell’IRCCS Neuromed e past coordinatore del Gruppo di studio Epilessia della SIN (Società Italiana di Neurologia) – rappresenta una opportunità per le persone con epilessia, per gli operatori sanitari e per i decisori politici, per elaborare un piano d’azione volto ad abbattere il “carico” dell’epilessia sulle persone che ne sono affette e sui sistemi sanitari. Infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel maggio del 2022 ha inserito l’Epilessia, insieme ad altre condizioni neurologiche, al centro del Piano decennale di politiche nazionali e internazionali. Gli obiettivi strategici del piano IGAP-10 (Piano d’azione globale decennale per l’epilessia ed altri disturbi neurologici) sono quelli di rendere la gestione di queste patologie prioritaria nelle politiche nazionali; di fornire su larga scala tempestive diagnosi efficaci; poter attuare strategie di prevenzione; favorire la ricerca e l’innovazione in questi campi, rafforzare un approccio a queste condizioni che segue il modello della salute pubblica”.

“Lo stigma sociale che accompagna questa patologia, è interiorizzato come spesso accade, dalla persona con Epilessia  che ne accetta la valutazione negativa e la fa sua – dice la dottoressa Liliana Grammaldo, Neuropsicologa e Psicoterapeuta del Centro Epilessia Neuromed – “sente”, cioè, di valere di meno e accetta la valutazione negativa mettendo in atto dei comportamenti che sovente vanno nella direzione dell’evitamento messo in atto a causa dell’ansia che riduce, come in un circolo vizioso, ulteriori opportunità di socializzazione. Nella storia dell’Epilessia il pregiudizio nei confronti delle persone con epilessia ha avuto alterne fortune passando da lunghi periodi, per esempio il medio evo, in cui essere affetti da epilessia equivaleva ad essere considerato macchiato dal demonio, e di conseguenza ucciso, per essere invece considerata nel Rinascimento una forma di malattia alla stregua di molte altre e curabile. Rimane certo che ai nostri giorni sperimentiamo costantemente la presenza sotterranea o esplicita di pregiudizi a prescindere dal luogo geografico, dalla storia, dalla famiglia. I nostri sforzi sono indirizzati verso una educazione rispetto a questo”.

Si stima, infine, che il 30% dei bambini affetti da epilessia può continuare a manifestare crisi anche in età adulta in forme di epilessia farmacoresistente. C’è bisogno per questo di un corretto processo di ‘transizione delle cure” che permetta di accompagnare i piccoli pazienti da un’assistenza pediatrica a quella neurologica dell’adulto.

“La transizione o meglio la continuità della cura – dice D’Aniello – è un percorso lento che parte dall’infanzia e dall’adolescenza con il contributo della famiglia e di una equipe multidisciplinare composta dal Neuropsichiatra infantile, il Neurologo e lo Psicologo, il Ginecologo e lo Psichiatra. Il tutto al fine di gestire le comorbidità che possono presentarsi”.

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Neuromed, tecniche innovative di neuroimaging in modelli sperimentali aprono nuove prospettive terapeutiche per la demenza vascolare https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/neuromed-tecniche-innovative-di-neuroimaging-in-modelli-sperimentali-aprono-nuove-prospettive-terapeutiche-per-la-demenza-vascolare.html https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/neuromed-tecniche-innovative-di-neuroimaging-in-modelli-sperimentali-aprono-nuove-prospettive-terapeutiche-per-la-demenza-vascolare.html#respond Tue, 23 Jan 2024 14:10:12 +0000 https://www.cblive.it/?p=127170 Le tecniche avanzate di Risonanza Magnetica possono svolgere un ruolo decisivo nel diagnosticare precocemente i danni che l’ipertensione sta causando al cervello di un paziente, molto prima della comparsa di segni clinici. Condotta dal Dipartimento di Angiocardioneurologia e Medicina Traslazionale dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), questa nuova ricerca apre inoltre la strada a un possibile …

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Le tecniche avanzate di Risonanza Magnetica possono svolgere un ruolo decisivo nel diagnosticare precocemente i danni che l’ipertensione sta causando al cervello di un paziente, molto prima della comparsa di segni clinici. Condotta dal Dipartimento di Angiocardioneurologia e Medicina Traslazionale dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), questa nuova ricerca apre inoltre la strada a un possibile intervento terapeutico capace di contrastare le alterazioni cerebrali che, nel corso del tempo, possono portare alla demenza.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Hypertension, è partito dalle osservazioni su alcuni pazienti ipertesi, nei quali il gruppo di ricercatori Neuromed ha usato tecniche avanzate di diagnostica per immagini come l’imaging a Tensore di diffusione (DTI), indagini che hanno portato all’individuazione di alterazioni microscopiche alle strutture cerebrali. Questi risultati hanno rappresentato la base di partenza per una serie di ricerche su animali di laboratorio, individuando anche in questo caso danni cerebrali specifici, tra cui cambiamenti strutturali, microstrutturali ed emodinamici. Tra le scoperte più significative, lo studio ha evidenziato danni microstrutturali nella materia bianca (costituita dalle fibre che interconnettono i neuroni) e una riduzione del flusso sanguigno cerebrale correlati ad una diffusa rarefazione dei capillari cerebrali.

“I nostri risultati – dice l’ingegner Lorenzo Carnevale, ricercatore del Dipartimento di AngioCardioNeurologia e Medicina Traslazionale dell’IRCCS Neuromed – rappresentano un ulteriore sviluppo nel lavoro che portiamo avanti da molti anni per gettare nuova luce sul modo in cui l’ipertensione può determinare il decadimento cognitivo e contribuire all’insorgenza di malattie neurodegenerative. Oltre agli effetti noti dell’ipertensione su altri organi, come cuore e reni, per i quali abbiamo esami specifici, anche il cervello subisce alterazioni significative. Oggi abbiamo la possibilità di rilevare tempestivamente queste alterazioni mediante tecniche di imaging avanzate. Potrebbe rappresentare un passo in avanti importante nel contesto della gestione clinica dell’ipertensione e nella comprensione dei suoi effetti a lungo termine sul cervello”.

Ma lo studio è andato più in profondità, rivelando il ruolo patogenico di un meccanismo neuroinfiammatorio mediato dai linfociti T CD8+ che producono interferone-γ. Questa ulteriore scoperta apre la strada a nuove prospettive terapeutiche capaci di rallentare il processo di deterioramento cognitivo.

“Quando qui in Neuromed parliamo di ricerca traslazionale – commenta il professor Giuseppe Lembo, Professore Ordinario di Scienze e Tecniche Mediche Traslazionali all’Università La Sapienza di Roma e direttore del Dipartimento di AngioCardioNeurologia e Medicina Traslazionale dell’IRCCS Neuromed – non ci stiamo riferendo a una generica collaborazione tra laboratori di ricerca e clinica. Questo studio mostra in modo chiaro la concretezza del concetto di traslazionalità: la cura dei pazienti stimola osservazioni nuove. E queste idee le portiamo in laboratorio, dal quale possiamo attenderci sviluppi concreti che torneranno ai pazienti stessi in forma di nuove tecniche diagnostiche e nuove terapie”.

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Neuromed, un rivoluzionario sistema PET digitale per l’imaging delle piante: un contributo all’agricoltura sostenibile https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/neuromed-un-rivoluzionario-sistema-pet-digitale-per-limaging-delle-piante-un-contributo-allagricoltura-sostenibile.html https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/neuromed-un-rivoluzionario-sistema-pet-digitale-per-limaging-delle-piante-un-contributo-allagricoltura-sostenibile.html#respond Wed, 13 Dec 2023 11:31:49 +0000 https://www.cblive.it/?p=126574 Lo sviluppo scientifico e tecnologico ci ha abituati da tempo alla possibilità che i risultati ottenuti in una disciplina possano essere estesi ad altri campi. Un nuovo esempio di questa “contaminazione” viene dalla PET (Tomografia a Emissione di Positroni), ben nota per le applicazioni nel campo della diagnostica medica e che ora trova il suo …

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Lo sviluppo scientifico e tecnologico ci ha abituati da tempo alla possibilità che i risultati ottenuti in una disciplina possano essere estesi ad altri campi. Un nuovo esempio di questa “contaminazione” viene dalla PET (Tomografia a Emissione di Positroni), ben nota per le applicazioni nel campo della diagnostica medica e che ora trova il suo spazio nell’agricoltura del futuro. È un progetto che nasce da una collaborazione tra il Dipartimento di Innovazione in Ingegneria e Fisica dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), la Huazhong University of Science and Technology di Wuhan, in China, l’Università di Teramo e l’Università di Magdeburgo, in Germania.

Una PET completamente digitale, progettata specificamente per l’imaging delle piante, sia in laboratorio che nel campo di coltivazione. Presentata in una pubblicazione scientifica su Ieee Transactions On Nuclear Science, questa tecnologia, unica nel suo genere, offre una soluzione non invasiva per l’analisi del metabolismo delle piante, un passo fondamentale verso una gestione più sostenibile dell’agricoltura.

“Le piante – spiega il ricercatore Emanuele Antonecchia –  sono organismi viventi, con dei loro processi metabolici che la PET può mettere in evidenza e studiare. Il nostro sistema ci permette così di capire non solo il loro metabolismo normale, ma anche come reagiscono agli stress, ad esempio in condizioni di siccità, o di fronte ai fenomeni del cambiamento climatico. Utilizziamo una tecnologia interamente digitale, che si distingue per la sua portabilità e la capacità di adattarsi ai diversi tipi di piante, semplicemente modificando la forma del rivelatore. Questo ci permette di operare in condizioni controllate, come può essere un laboratorio o una serra, ma anche in campo aperto, forse l’aspetto più interessante: capire come le piante reagiscono osservandole nelle condizioni normali di coltivazione”.

Come descritto nella pubblicazione scientifica, la qualità dell’immagine è stata testata con successo ed ha dimostrato l’efficacia del dispositivo. I ricercatori, in particolare, hanno eseguito esperimenti su germogli di mais sotto stress termico in laboratorio e su germogli di grano tenero in condizioni di stress idrico in campo. L’aspetto più significativo della ricerca è stato quello di aver gettato le basi per il processo di transizione della sperimentazione per immagini PET su piante dal laboratorio al campo aperto.

“Si tratta – commenta il professor Nicola D’Ascenzo, Responsabile del Dipartimento di Fisica Medica ed Ingegneria del Neuromed – di una tecnologia che ha tutte le carte in regola per rivoluzionare il campo dell’agronomia. Permettendo un’analisi dettagliata delle risposte delle piante ai trattamenti, il sistema PET può guidare le aziende verso un uso sempre più razionale e sostenibile dell’acqua o dei fertilizzanti. In questo modo potremo ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza delle risorse”.

Il progetto è stato supportato dal programma europeo Horizon 2020, con l’azione “PETAL Positron Emission Tomography in Agriculture and Life”, dalla National Natural Science Foundation of China e dal National Key Research and Development Program della Repubblica Popolare Cinese.

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Il Centro Cefalee dell’I.R.C.C.S. Neuromed tra i premiati al 37° congresso della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/125481-il-centro-cefalee-delli-r-c-c-s-neuromed-tra-i-premiati-al-37-congresso-della-societa-italiana-per-lo-studio-delle-cefalee.html https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/125481-il-centro-cefalee-delli-r-c-c-s-neuromed-tra-i-premiati-al-37-congresso-della-societa-italiana-per-lo-studio-delle-cefalee.html#respond Wed, 11 Oct 2023 14:32:48 +0000 https://www.cblive.it/?p=125481 Il recente congresso della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC) a L’Aquila ha visto il dottor Luciano D’Ambrosio ricevere un premio per la sua comunicazione orale in rappresentanza del Centro Cefalee dell’I.R.C.C.S. Neuromed. Questa comunicazione, che vede tra gli autori il dottor Armando Perrotta e la dottoressa Anna Ambrosini, responsabile del Centro, è …

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Il recente congresso della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC) a L’Aquila ha visto il dottor Luciano D’Ambrosio ricevere un premio per la sua comunicazione orale in rappresentanza del Centro Cefalee dell’I.R.C.C.S. Neuromed. Questa comunicazione, che vede tra gli autori il dottor Armando Perrotta e la dottoressa Anna Ambrosini, responsabile del Centro, è stata selezionata come una delle tre migliori dell’evento e ha esplorato un’area particolarmente interessante: la connessione tra le disfunzioni muscoloscheletriche e l’emicrania con localizzazione occipitale. Il riconoscimento assume rilevanza in relazione all’importanza della Società che lo ha conferito: la SISC, nel Consiglio Direttivo della quale la Dott.ssa Ambrosini svolge funzioni di Segretario, è la più importante società scientifica italiana nell’ambito delle cefalee, caratterizzata da una marcata multidisciplinarietà, che raccoglie Specialisti ed Operatori Sanitari di ogni ambito.

Nel contesto dello studio del dottor D’Ambrosio, l’attenzione è stata focalizzata sulla possibile relazione tra la localizzazione della cefalea emicranica in regione occipitale, l’area situata nella parte posteriore del cranio, e presenza di disfunzioni muscoloscheletriche nelle regioni contigue. Per disfunzioni muscoloscheletriche si intendono quei disturbi legati a muscoli, ossa, tendini, legamenti e altre parti del sistema muscoloscheletrico, e si manifestano spesso con dolore, rigidità o limitazione dei movimenti.

Il punto di partenza della ricerca era un’osservazione clinica: da una parte molti pazienti con emicrania riferiscono un dolore occipitale durante gli attacchi, dall’altra molti soggetti affetti da emicrania hanno disfunzioni muscoloscheletriche in regione cervico-occipitale. Di conseguenza, il team ha cercato di determinare se esistesse una correlazione tra questa specifica localizzazione del dolore e le disfunzioni muscoloscheletriche nella stessa zona.

Utilizzando un campione di 141 soggetti e una serie di test clinici standardizzati, è stata rilevata una maggiore prevalenza di disfunzioni muscoloscheletriche tra i pazienti che descrivono un dolore a localizzazione prevalentemente occipitale, possibile espressione di una sensitizzazione nel circuito funzionale ed anatomico che connette le radici cervicali superiori ed il nucleo del nervo trigemino, il cosiddetto “complesso trigemino-cervicale”.

Questa scoperta potrebbe avere implicazioni significative, influenzando le future strategie diagnostiche e terapeutiche.

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Parte AGE-IT, il più grande polo di ricerca italiano sull’invecchiamento. La partecipazione di Neuromed https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/parte-age-it-il-piu-grande-polo-di-ricerca-italiano-sullinvecchiamento-la-partecipazione-di-neuromed.html https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/parte-age-it-il-piu-grande-polo-di-ricerca-italiano-sullinvecchiamento-la-partecipazione-di-neuromed.html#respond Wed, 13 Sep 2023 09:58:15 +0000 https://www.cblive.it/?p=124979 È il più grande polo di ricerca sui temi dell’invecchiamento. Funzionerà come un laboratorio scientifico a tutto campo: 350 esperti saranno al lavoro per disegnare come deve cambiare la nostra società con l’innalzamento dell’età della popolazione. Una sfida di cui fa parte anche l’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS). Comincia venerdì 15 settembre con la presentazione …

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È il più grande polo di ricerca sui temi dell’invecchiamento. Funzionerà come un laboratorio scientifico a tutto campo: 350 esperti saranno al lavoro per disegnare come deve cambiare la nostra società con l’innalzamento dell’età della popolazione. Una sfida di cui fa parte anche l’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS).

Comincia venerdì 15 settembre con la presentazione ufficiale (ore 11, Firenze, Aula Magna dell’Università, piazza San Marco, 4 e online su www.unifi.it/webtv) il percorso di AGE-IT, così si chiama il programma dedicato alle conseguenze e sfide dell’invecchiamento.

AGE-IT per la precisione è un Partenariato Esteso, cioè una delle linee di investimento previste dal Ministero dell’Università e della Ricerca all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): il programma è dedicato, appunto, ad una nuova alleanza pubblico-privato per fronteggiare la sfida di una società che invecchia inesorabilmente.

L’Università di Firenze guida AGE-IT, una “squadra” composta da 27 partner, tra Università, centri di ricerca, industrie, enti e organizzazioni. Tra questi, il Neuromed, che partecipa all’iniziativa su due dei principali temi di ricerca (“challenge”): “Migliorare la comprensione della biologia dell’invecchiamento” e “Fattori clinici ed ambientali, stato funzionale e multimorbosità: Stratificare la progressione e la prognosi di malattie, fragilità e disabilità”.

AGE-IT sarà un punto di riferimento per le società (e non solo quelle europee) che invecchiano rapidamente. Spiega perché il responsabile scientifico Daniele Vignoli: “Il punto di partenza di AGE-IT è rappresentato dall’eccezionalità della demografia italiana: l’allungamento della vita media è ai primi posti nel mondo, mentre la fecondità presenta i valori più bassi in Europa e tra i più bassi al mondo. Tali dinamiche demografiche forgiano una struttura per età caratterizzata da un invecchiamento senza pari. AGE-IT rappresenta il primo sforzo integrato e interdisciplinare a livello nazionale che unisce le eccellenze che studiano l’invecchiamento, tramite una triangolazione tra le forze delle scienze sociali, biomediche e tecnologiche”.

“I fattori che determinano la lunghezza della vita e la possibilità di un invecchiamento in salute – dice Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed e professore ordinario di Igiene all’Università dell’Insubria di Varese e Como – sono un delicato mix tra elementi genetici e ambientali. La nostra partecipazione a AGE-IT sottolinea ancora una volta l’impegno del Neuromed verso una più approfondita conoscenza di questi fattori, punto di partenza per una prevenzione basata prima di tutto sugli stili di vita. La grande mole di dati che arrivano dai nostri progetti di ricerca, il Moli-sani prima di tutto, rappresenta un tesoro che mettiamo a disposizione di questo nuovo network e che, assieme al contributo di tutti i partner, potrà gettare una nuova luce sui processi dell’invecchiamento e sulle patologie degenerative che ne conseguono”.

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Cinque fattori di rischio modificabili sono responsabili di gran parte della mortalità cardiovascolare https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/124713-cinque-fattori-di-rischio-modificabili-sono-responsabili-di-gran-parte-della-mortalita-cardiovascolare.html https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/124713-cinque-fattori-di-rischio-modificabili-sono-responsabili-di-gran-parte-della-mortalita-cardiovascolare.html#respond Wed, 30 Aug 2023 09:47:31 +0000 https://www.cblive.it/?p=124713 Sono cinque i fattori alla base di una notevole percentuale del rischio cardiovascolare. E si tratta di elementi sui quali è possibile intervenire in modo efficace, soprattutto tramite gli stili di vita. Sono i risultati di una ricerca condotta su scala mondiale dal Global Cardiovascular Risk Consortium, coordinato dallo University Heart & Vascular Center del …

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Sono cinque i fattori alla base di una notevole percentuale del rischio cardiovascolare. E si tratta di elementi sui quali è possibile intervenire in modo efficace, soprattutto tramite gli stili di vita.

Sono i risultati di una ricerca condotta su scala mondiale dal Global Cardiovascular Risk Consortium, coordinato dallo University Heart & Vascular Center del Medical Center Hamburg-Eppendorf (UKE) e dal German Center for Cardiovascular Research (DZHK), al quale contribuisce anche il Progetto Moli-sani del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS).

Tra i firmatari di questo lavoro scientifico, pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine, figurano il professor Giovanni de Gaetano, Presidente del Neuromed, e la Professoressa Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione Neuromed e professore ordinario di Igiene all’Università dell’Insubria di Varese e Como.

Lo studio ha investigato l’impatto di cinque fattori di rischio modificabili: indice di massa corporea, pressione sanguigna sistolica, colesterolo non-HDL, fumo e diabete, valutati in relazione con le malattie cardiovascolari e la mortalità generale.

L’analisi, che ha utilizzato dati provenienti da 112 coorti di studio di 34 paesi e otto regioni geografiche, ha rivelato dati preoccupanti. È emerso che a livello globale, il 57,2% dei casi di malattie cardiovascolari nelle donne e il 52,6% negli uomini, oltre al 22,2% dei decessi nelle donne e il 19,1% negli uomini, possono essere imputati a questi cinque fattori di rischio modificabili, con la pressione sistolica che rappresenta l’elemento più importante. Sono dati che mettono in evidenza l’urgente necessità di interventi di prevenzione mirati per affrontare e ridurre questi rischi.

“Dai risultati di questo studio – dice Licia Iacoviello emerge chiaramente che più della metà degli eventi legati alle malattie cardiovascolari sono spiegati da fattori di rischio che possono essere affrontati. Soprattutto, possono essere prevenuti con i corretti stili di vita. L’indagine sottolinea l’importanza per i sistemi sanitari di adattare azioni preventive urgenti e incisive. Ma sottolinea anche quanto possano fare i cittadini, e i loro medici curanti, nel pianificare strategie fatte di sani stili di vita e corretta alimentazione”.

“L’impegno del Progetto Moli-sani in questa ricerca di portata mondiale – commenta Giovanni de Gaetanoriflette la dedizione costante del Neuromed verso la prevenzione. Il progetto Moli-sani rimane protagonista di un impegno globale verso una prevenzione fatta di informazione, consapevolezza e scelte corrette che possono essere adottate dai cittadini. Si tratta di una linea di studio fondamentale, non solo per i singoli cittadini, che potranno vivere più a lungo e più in buona salute, ma anche per i Sistemi Sanitari Nazionali, che potranno vedere una riduzione del peso di patologie, come quelle cardiovascolari, che incidono profondamente sulle strutture sanitarie e ospedaliere”.

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Neuromed, 4A Summer School: “La Plasticità tra Neuroscienze ed Arte” https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/neuromed-4a-summer-school-la-plasticita-tra-neuroscienze-ed-arte.html https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/neuromed-4a-summer-school-la-plasticita-tra-neuroscienze-ed-arte.html#respond Tue, 29 Aug 2023 09:19:46 +0000 https://www.cblive.it/?p=124698 Mercoledì 30 agosto prenderà il via la seconda edizione della “4A Summer School“, un evento unico nel suo genere dedicato al tema “La Plasticità tra Neuroscienze ed Arte” e che si terrà a Pozzilli, presso il Polo didattico dell’IRCCS Neuromed, fino al 3 settembre. L’apertura dei lavori, prevista per le ore 15.00 di mercoledì 30 …

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Mercoledì 30 agosto prenderà il via la seconda edizione della 4A Summer School“, un evento unico nel suo genere dedicato al tema “La Plasticità tra Neuroscienze ed Arte” e che si terrà a Pozzilli, presso il Polo didattico dell’IRCCS Neuromed, fino al 3 settembre.

L’apertura dei lavori, prevista per le ore 15.00 di mercoledì 30 agosto, sarà affidata al professor Diego Centonze, co-direttore della Scuola di specializzazione post-laurea in Psicoterapia Psicoanalitica PSICOMED da cui nasce la Summer School insieme alla collaborazione tra l’I.R.C.C.S. Neuromed, l’Università telematica Uninettuno e il Corso di Dottorato in Neuroscienze dell’Università Tor Vergata di Roma.

L’evento avrà come tema chiave la Plasticità neuronale, un concetto rivoluzionario nelle neuroscienze che si riferisce alla capacità del cervello di modificarsi strutturalmente e funzionalmente come risposta all’apprendimento, all’esperienza e all’invecchiamento, o in risposta a lesioni e malattie.

Attraverso lezioni teoriche e laboratori pratici, i partecipanti esploreranno il ruolo critico della plasticità neuronale nello sviluppo del cervello, nell’apprendimento, nella memoria e nel recupero da lesioni cerebrali. Inoltre, la Summer School approfondirà come l’arte possa fungere da catalizzatore per queste dinamiche cerebrali, arricchendo la formazione professionale in diversi campi, influenzando la pratica clinica, psicoterapeutica e neuroriabilitativa.

La Summer School è aperta a un ampio spettro di partecipanti, tra cui dottorandi di neuroscienze, specializzandi di neurologia, psichiatria, psicoterapia, neuropsicologia, e a chi possiede o sta per conseguire un titolo universitario in discipline correlate.

Il progetto della Summer School si inserisce perfettamente negli obiettivi della Scuola di Specializzazione Psicomed – afferma il professor Diego Centonze, responsabile dell’Unità di Neurologia del Neuromed e direttore di Psicomed – La sfida è di inventare una nuova figura professionale, che abbia la capacità di intendere il linguaggio di discipline diverse, a tutto vantaggio dei pazienti. È venuto infatti il momento di superare le tradizionali divisioni tra neurologia, psichiatria e psicoanalisi, per facilitare un dialogo integrato e interdisciplinare. Questa visione è al cuore sia della Summer School 4A che della missione di Psicomed: formare nuovi professionisti capaci di navigare attraverso diverse discipline, per migliorare la cura e il trattamento dei pazienti”.

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Malattia di Huntington, Neuromed continua a contribuire allo studio mondiale osservazionale Enroll-HD https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/malattia-di-huntington-neuromed-continua-a-contribuire-allo-studio-mondiale-osservazionale-enroll-hd.html https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/malattia-di-huntington-neuromed-continua-a-contribuire-allo-studio-mondiale-osservazionale-enroll-hd.html#respond Wed, 05 Jul 2023 07:25:57 +0000 https://www.cblive.it/?p=123860 Il network Europeo per la Malattia di Huntington (EHDN), in occasione del decimo anno dello studio Enroll-HD, ringrazia il Neuromed del lavoro che sta portando avanti nell’ambito di questo studio. L’Istituto riceve un “data viz” in testimonianza del proprio contributo. Enroll-HD è uno studio osservazionale ed è teso alla raccolta di informazioni e di campioni …

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Il network Europeo per la Malattia di Huntington (EHDN), in occasione del decimo anno dello studio Enroll-HD, ringrazia il Neuromed del lavoro che sta portando avanti nell’ambito di questo studio. L’Istituto riceve un “data viz” in testimonianza del proprio contributo.

Enroll-HD è uno studio osservazionale ed è teso alla raccolta di informazioni e di campioni biologici dei pazienti per comprendere meglio l’evoluzione naturale della malattia ed assistere i pazienti stessi e i loro familiari nella gestione della propria vita.

L’I.R.C.C.S. Neuromed partecipa ad Enroll-HD dal settembre 2021 e recluta pazienti provenienti dal Molise e dalle regioni limitrofe. Neuromed è infatti Centro di riferimento regionale per la Malattia di Huntington. L’Istituto di Pozzilli pone a supporto dell’assistenza clinica anche il Laboratorio di Neurogenetica e Malattie Rare, le cui ricerche aiutano gli specialisti a comprendere meglio la malattia.

La testimonianza del lavoro svolto dal I.R.C.C.S. Neuromed a sostegno dei pazienti e dei familiari non fa altro che sottolineare quanto sia importante anche l’aspetto umano in questa patologia. Così come ha sottolineato la settimana scorsa la professoressa Elena Cattaneo: le persone aspettano risposte e non devono essere abbandonate alla solitudine che spesso colpisce questi pazienti, affetti da una grave condizione genetica e neurodegenerativa che colpisce la coordinazione dei movimenti e porta a un inarrestabile declino neurologico.

“La partecipazione allo studio Enroll-HD – dice Alba Di Pardo, in qualità di study coordinator dello studio – ci consente di garantire un approccio assistenziale standardizzato e di acquisire maggiori conoscenze sull’evoluzione della malattia di Huntington nonché informazioni per lo sviluppo di nuove opzioni terapeutiche”.

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Neuromed, individuato un nuovo ruolo di alcuni recettori nervosi nelle forme di autismo su base genetica https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/neuromed-individuato-un-nuovo-ruolo-di-alcuni-recettori-nervosi-nelle-forme-di-autismo-su-base-genetica.html https://www.cblive.it/rubriche/neuromed/neuromed-individuato-un-nuovo-ruolo-di-alcuni-recettori-nervosi-nelle-forme-di-autismo-su-base-genetica.html#respond Tue, 04 Jul 2023 08:27:25 +0000 https://www.cblive.it/?p=123802 Particolari recettori presenti sulle cellule nervose potrebbero avere un ruolo importante nell’autismo su base genetica. Una ricerca realizzata dai ricercatori del Laboratorio di Neurofarmacologia, I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, pubblicata sulla rivista scientifica Neuropharmacology, apre una prospettiva completamente diversa rispetto alle conoscenze esistenti in questo campo. I recettori mGlu5, appartenenti alla categoria dei recettori per il …

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Particolari recettori presenti sulle cellule nervose potrebbero avere un ruolo importante nell’autismo su base genetica. Una ricerca realizzata dai ricercatori del Laboratorio di Neurofarmacologia, I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, pubblicata sulla rivista scientifica Neuropharmacology, apre una prospettiva completamente diversa rispetto alle conoscenze esistenti in questo campo.

I recettori mGlu5, appartenenti alla categoria dei recettori per il glutammato (elementi cruciali nella trasmissione di segnali tra le cellule del sistema nervoso), sono coinvolti in molte funzioni cerebrali, tra cui l’apprendimento e la memoria. Il lavoro dei ricercatori Neuromed, in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, l’I.R.C.C.S. Oasi di Troina e l’IRIB-CNR di Catania, si è concentrato su modelli sperimentali di sindrome di Angelman e sindrome del cromosoma X fragile, due forme di autismo causate da alterazioni genetiche.

“Nella letteratura scientifica – dice Luisa Di Menna, Ricercatrice del Laboratorio di Neurofarmacologia Neuromed – veniva indicato un aumento dell’attività dei recettori mGlu5 in queste sindromi. La nostra ricerca, invece, ci ha dato risultati diametralmente opposti: l’attività dei recettori è ridotta. Naturalmente si tratta di dati che dovranno essere sottoposti a ulteriori ricerche, soprattutto per capire come questa alterata funzionalità sia implicata nello sviluppo delle due sindromi”.

Anche se nella sindrome di Angelman e nella sindrome del cromosoma X fragile la causa genetica è stata individuata con esattezza, la maggior parte dei casi di autismo non è dovuta a una specifica alterazione del DNA, ma è probabilmente il risultato di una combinazione di molti diversi fattori genetici e ambientali. In questo quadro, chiarire i fenomeni biochimici che avvengono a livello delle cellule nervose significa aggiungere nuove tessere a quello che rimane un puzzle complesso.

“Attualmente – commenta Ferdinando Nicoletti – Professore Ordinario di Farmacologia, Università Sapienza, Roma e Responsabile del Laboratorio di Neurofarmacologia del Neuromed – non esistono terapie capaci di intervenire efficacemente sulle malattie dello spettro autistico. Per questo motivo, ogni passo in avanti verso una maggiore comprensione dei meccanismi molecolari che vi sono alla base rappresenta un elemento importante che in futuro potrebbe aprire la strada a nuovi approcci terapeutici”.

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