Area del Matese/ Centrali a biomasse: poco ‘bio’ e molto ‘inquinamento di massa’, spettro di tumori e di ecomafia

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

Le due centrali a biomasse che, per approvazione del progetto, sorgeranno a Campochiaro ed a San Polo Matese, secondo la denuncia del Wwf Molise sono incompatibili con un’area di forte valenza turistica e paesaggistica, com’è quella matesina. Piazzare due ecomostri in quella zona significherebbe sfregiare l’area del Matese, molto importante per il Molise.

Chi dovrebbe sorvegliare su queste incompatibilità? Il Wwf evidenzia una regione che, a causa di carenti programmazioni in merito all’energia, abbandona il territorio alla mercè di interessi privati senza nessun tipo di controllo, motivo per cui, l’associazione a favore dell’ambiente, si auspica che al voto espresso dal Consiglio Regionale del Molise faccia seguito una reale volontà politica che impegni le istituzioni a porre in essere i percorsi giuridici e istituzionali idonei a garantire la conservazione dei valori ambientali e la tutela delle vocazioni territoriali, patrimonio dell’identità economica e personale delle comunità locali.

Intanto, però, il vero spettro che aleggia sulle due centrali è quello in primis dei rischi sulla salute e sulla qualità dell’area, seguiti a ruota dalle alte possibilità di infiltrazioni mafiose. A livello europeo la biomassa piace tanto perchè serve per la produzione di energie – come il teleriscaldamento – oppure per la produzione di calore. Insomma, è un modo per bruciare rifiuti e ricavarne energie. Peccato che, secondo quanto riportato in approfonditi studi epidemiologici dai medici dell’Isde, tra cui l’oncologo Patrizia Gentilinila dottoressa che, per intenderci, venne definita dal premier Matteo Renzi “aspirante alchimista”  perché denunciava la connessione tra effetti cancerogeni e termovalorizzatori – le centrali di biomasse sono il sinonimo di inceneritori. In quanto tali producono emissioni tossiche che favoriscono il 25% dei tumori negli adulti ed il 33% nei bambini. Questo perché le principali emissioni da biomasse sono: ossidi di azoto; metalli pesanti; particolato; inquinamenti organici. Ed è proprio lo Iarc International Agency for Research on Cancer – a stabilire che i metalli pesanti sono la causa principale di tumori al polmone, al seno, al colon-retto e disturbi tiroidei ma anche casus belli per problemi neurologici come la Sla, l’Alzheimer ed il Parkinson, oltre che disturbi come la dislessia o l’autismo nei bambini. Insomma centrali poco ‘bios’.

Non solo, la forte possibilità di infiltrazioni criminali in queste due centrali non è un’ipotesi ma potrebbe facilmente concretizzarsi, com’è spesso accaduto per altre centrali simili. Per vedere come la mafia lucra su questi sistemi di smaltimento di rifiuti, prendiamo per esempio l’operazione del novembre 2010 condotta dalla Procura di Pavia, denominata “Dirty Energy”. In pratica l’impianto di stoccaggio della società ‘Riso Scotti Energia’, nata proprio come centrale a biomasse per lo smaltimento della lolla di riso, viene trasformata anche in centrale per smaltire rifiuti speciali non pericolosi. In questo momento parte l’illecito: dalle indagini è emerso che dal 2007 al 2009 i laboratori compiacenti producevano risultati di analisi ambientali taroccate per rilasciare certificati verdi mentre invece, in quella centrale, sono state smaltite 40 mila tonnellate di rifiuti tossico-nocivi. In contemporanea i certificati verdi rilasciati dai laboratori corrotti servivano alla società per ricavare dalla produzione di energia la bellezza di ben 28 milioni di euro. Tante altre sono le inchieste ambientali legate al connubio criminalità-biomasse che lasciano temere anche per il Molise, considerato che “la zona del Matese era la nostra zona d’influenza dal 1992”, così ha dichiarato il pentito del clan dei Casalesi, Carmine Schiavone alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul traffico illecito dei rifiuti.

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