Cronache marziane / Dall’esempio del catamarano abbandonato in mare che nessuno riesce a rubare, il Kazakistan acquista dal Molise tubi, condotti, profilati, cavi e accessori in acciaio

CRISTINA SALVATORE

Nei primi sei mesi del 2016 il valore delle merci esportate dal Molise è quasi raddoppiato. Non lo dico io ma dati resi noti dall’Istat.

Un risultato eccezionale che nessuno si sarebbe mai aspettato. E proprio per capire che tipo di prodotti nostrani siano così richiesti all’estero, mi sono avvalsa dell’amico più famoso al mondo. Quell’amico che non ti tradisce mai nel momento del bisogno e che sa sempre tante cose di tutto: Google. E qui occorre tornare con i piedi per terra perché la notizia è di quelle che mai ci si potrebbe aspettare.

Esportiamo l’85,9% del valore merci nel conosciutissimo Kazakistan e il restante 6,9% altrove. Per un totale del 92,8% complessivo. Ora, considerando che tra sfigati ci si capisce benissimo, toccherebbe appurare chi ha saputo prima dell’esistenza degli altri: se i molisani dei kazaki o viceversa. Considerando che il Molise è una regione e il Kazakistan uno stato, forse i più sfigati, per una volta, non siamo noi. Comunque, immagino la curiosità di sapere cosa diavolo esportiamo in un luogo la cui storia è caratterizzata da un’assenza di fonti scritte sino al XV secolo (e la cui esistenza dovrebbe essere più dubbia della nostra), perciò non vi terrò sulle spine.

Abbandonate l’idea che le nostre tracchiulelle, salsicce e cavatelli di porco abbiano riscosso successo da quelle parti perché circa il 60% della popolazione è sunnita, il ramo maggioritario dell’Islam, e il maiale non glielo si fa mangiare neanche con l’inganno, infilato nelle mezze maniche rigate e cucite alle estremità. Abbandonate anche l’idea che la nostra birra artigianale e la Tintilia abbiano lasciato il segno (non solo contro i pali della luce per strada), perché i musulmani non bevono alcolici e non li usano neanche come condimento. Allora non restano che i formaggi. Avremo esportato quintalate di caciocavalli, che per trovare ancora latte disponibile, alla Del Giudice toccherà usare quello detergente. E invece no, perché la Sharia vieta i formaggi prodotti con caglio animale. Ma allora, santi numi, cosa hanno trovato di così interessante in Molise?

Risposta: tubi, condotti, profilati, cavi e accessori in acciaio. I profilati, in particolar modo, sono utilizzati per la costruzione di strutture di rinforzo per moduli prefabbricati, serrature, vetrine, ante, zanzariere e sostegni per porte blindate. In Kazakistan hanno avuto la grandissima intuizione di rivolgersi a noi per prodotti ‘antifregatura’.

Noi, esperti della sicurezza e delle costruzioni stabili. “Il Molise è la regione dove nessuno riesce a rubare un catamarano abbandonato in mare, prendiamo materiale da lì”. Immagino sia stato questo il ragionamento logico di un kazako qualsiasi.

Ora, però, non perdiamo la speranza di vedere i nostri prodotti tipici finalmente all’estero! A Pontida, ad esempio, pare abbiano apprezzato la qualità ‘made in sud’. Un esercito di volontari, che crede nell’Italia unita, si è mosso macinando duemila chilometri per far assaggiare il torcinello a Salvini! E il capitano del Carroccio cosa ha fatto? Occorre una premessa: in una recente intervista ha dichiarato di voler convincere gli elettori del sud a votare Lega Nord. E quando gli è stato chiesto “ma come fa a presentarsi con un nome di partito così scomodo e pensare di essere votato?”,  lui ha risposto “certo, non ci possiamo presentare laggiù (laggiù!) come Lega Nord. Abbiamo anche bisogno di un soggetto nuovo, federalista (!), autonomista e identitario. Gemellato alla Lega, ma diverso da me”. Quindi, cari corregionali miei, volevo avvisarvi che il caro Salvini tra poco formerà una nuova lista che si chiamerà “Noi con Salvini che scappa” e che lo spirito dell’unità che vi ha portato a Pontida, Matteone l’avrebbe messo volentieri sulla frutta per farsi una sangria. E poi, sì, la risposta è: ha apprezzato tanto, ma proprio tanto i provoloni.

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