Il Governo apre alla ricerca petrofilera nella zona dello sciame sismico, la Regione si oppone e chiede la revoca del decreto

La Regione Molise frena sui rilievi geofisici e adotta una delibera di Giunta per dirsi contraria alle ipotesi di azioni di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel territorio della provincia di Campobasso.

Il provvedimento regionale fa riferimento al decreto ministeriale del 2010 denominato “Santa Croce” che consente, da parte dell’Irminio srl,  lo svolgimento di attività di prospezione consistente in rilievi geofisici e geochimici, eseguiti con qualunque metodo e mezzo, e ogni altra operazione volta al rinvenimento di giacimenti, escluse le perforazioni dei pozzi esplorativi, su una superficie territoriale in Molise di 641,2 kmq ricompresa tra i comuni di Campodipietra, Cercemaggiore, Cercepiccola, Ferrazzano, Gildone, Mirabello Sannitico, San Giuliano del Sannio e Vinchiaturo.

“Abbiamo dato ascolto alle preoccupazioni espresse dai territori interessati dal progetto: a novembre scorso una riunione con le amministrazioni locali utile a definire un percorso per una soluzione unitaria e concordata”, ricordano il presidente Paolo Di Laura Frattura e l’assessore Vittorino Facciolla. Generale e netta, in quella sede, fu infatti la contrarietà ai permessi di ricerca, poi formalizzata in atti deliberativi delle singole amministrazioni trasmessi al Ministero dello sviluppo economico.

Da qui l’intervento della Regione nella stessa direzione. “Una scelta, la nostra, avvertita come necessaria – spiegano Frattura e Facciolla –, in particolare alla luce degli eventi sismici che abbiamo vissuto nelle ultime settimane, con particolare concentrazione nella zona interessata dal progetto di ricerca di idrocarburi”.

“In virtù dell’acceso dibattito scientifico che vorrebbe un’interazione tra la ricerca di idrocarburi nel sottosuolo e il dissesto a livello geologico laddove si proceda con tali ricerche – aggiungono –, abbiamo ritenuto doveroso per l’incolumità dei nostri cittadini intervenire: anche il minimo sospetto merita considerazione e un approccio prudente e preventivo”.
“Il nostro obiettivo – concludono –  è la revoca del decreto ministeriale stesso, a garanzia della qualità della vita che vogliamo assicurare a tutti i cittadini del Molise”.

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