Manifesti funebri e campane a morto a Carovilli dopo il ‘sì’ alle unioni civili

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

A Carovilli il rintocco funebre delle campane della chiesa ha riecheggiato per tutto il paese all’indomani del giorno storico con l’approvazione della legge sulle Unioni Civili. La Camera ha detto ‘sì’ alla Ddl Cirinnà con 372 voti, 51 contrari e 99 astenuti. Mentre la maggior parte degli italiani festeggiava, il Molise ha risposto simulando un vero e proprio funerale del matrimonio tradizionale.

Il parroco isernino, don Mario Fangio ha deciso spontaneamente di far suonare le campane del paese a morto e per le strade di Carovilli sono apparsi dei manifesti funebri con su scritto: “Le campane a morto annunciano con dolore che, con l’approvazione della legge Cirinnà, votata anche dai cattolici, sono morti il Matrimonio e la Famiglia”. A tutte le persone che si recavano in chiesa per sapere chi era morto, il prete ha risposto candidamente: “È morta la famiglia”.

Una iniziativa sostenuta da altri parroci che hanno appoggiato don Mario Fangio, una manifestazione contestata dall’ex sindaco Mimmo Cinocca che ha dichiarato: “Non si può offendere una comunità facendo suonare le campane a morto e lasciando intendere che tutta quella comunità sia omofoba”.

Siamo indignati per una iniziativa che fa ripiombare questo Paese sotto l’egemonia ecclesiastica e del Vaticano. Questa cosa ferisce la nostra dignità proprio in un momento in cui lo Stato ci riconosce il diritto alla nostra felicità e alla nostra esistenza” reagisce con amarezza anche Pierluigi Visco, presidente regionale dell’associazione ArciGay in Molise.

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