“Più zucchero, Meno bambini”: parla Fran De Martino la giovane autrice de ‘La sai a Mammeta?’ (Photogallery)

L’autrice Fran De Martino

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

“Avere a che fare con i bambini è un po’ come essere costretti sulla poltroncina del dentista: vorresti svincolarti con tutte le tue forze, ma sei moralmente costretto a rimanere immobile con un ghigno idiota sulla faccia e ad aspettare che passi” questo l’incipit di ‘La sai a Mammeta’’, edito dalla molisana Round midnight edizioni della collana Big Mama. Un testo illustrato che ricalca una satira dai toni tragicomici: la comicità con cui Fran De Martino disegna fumetti simpaticissimi di bambini urlanti e di situazioni paradossali nelle quali immedesimarsi tranquillamente; la tragicità con cui riesce realisticamente a rappresentare genitori troppo presi dai social network e smartphone, non curanti dei figli. Di fronte a questi bambini piagnucolosi e dimenticati da genitori distratti dal proprio ego, l’imprecazione più naturale è proprio ‘La sai a Mammeta’? che nasce dalla penna dell’esordiente De Martino, già vignettrice per il noto giornale Fan Page.

Un esordio memorabile. Come nasce ‘La sai a Mammeta’?
“Rigorosamente per caso: sono partita dall’ idea di disegnare un elenco illustrato di episodi e comportamenti con i quali i più piccoli provano, con discreto successo, a renderci impossibile la vita. Solo in seguito ho deciso di rendere il tutto più coerente aggiungendo un prologo introduttivo, e udite udite, un finale “moralizzatore” (più o meno)”.

Che storia c’è dietro queste vignette, estratti di vita reale?
“Alcune sono tragici momenti di vita vissuta, inutile negarlo. Altre rispecchiano situazioni più universali in cui, chi più chi meno, ci siamo ritrovati un po’ tutti. Diciamo che il tratto in comune è sempre il sentimento di genuino e autentico fastidio che suscitano”.

Come sei ‘approdata’ alla RoundMidnight edizioni?
“Sono stata avvicinata dall’ editore, un individuo losco e poco raccomandabile, che mi ha chiesto se avessi qualcosa in cantiere. Per tutta risposta gli ho mostrato lo sketch di un bimbo seduto sul bus che giocava a dondolare le gambette dissanguando a forza di calci i viaggiatori circostanti; la didascalia era un “La Sai a Mammeta?” che lasciava poco spazio all’ immaginazione. La cosa più divertente è che il losco figuro di cui sopra, invece di denunciarmi alle autorità competenti come soggetto disturbato e potenzialmente pericoloso, mi ha proposto un contratto”.

Eppure dietro queste vignette, c’è una filosofia ben profonda – in linea con i tuoi studi – ed anche una buona dose di letteratura. Oltre il pestifero urlante nelle sue varie sfaccettature, che messaggio ti preme trasmettere al lettore?
“Lo scopo principale di un libro come il mio è riuscire a strappare un sorriso. Citazioni (che amo molto, infatti il libro ne è pieno), rimandi letterari e filosofici, massimi sistemi vari ed eventuali sono secondari”.

Diciamocelo pure, di fronte al lettore che si scandalizza viene spontanea una grossa e grassa risata. Però, poiché il lettore si rispetta sempre – anche quello filo bigotto – che cosa ti senti di rispondere?
“Che in fondo sono una persona buona e mi piacciono i gattini. E già che ci sono volevo salutare il Moige”.

Repulsione verso i molesti e piagnucolosi bambini o dolce ricordo di un’infanzia genuina ormai passata?
“Propensione al lamento, direi…”

Quanto siamo cambiati noi, mostri urlanti, rispetto ai bambini di oggi?
“Avevamo meno stimoli di loro, e in generale ci veniva data meno importanza. In compenso, essendo lo stile di vita degli italiani meno frenetico rispetto ad oggi, eravamo più seguiti dai nostri genitori. Questo non significa che non fossimo anche noi delle pesti, però!”

La casa editrice per cui hai pubblicato, è molisana. Ci sei mai stata a Campobasso?
“Non ancora, ma dopo l’estate sarò sicuramente a Campobasso per una presentazione del libro nella sede della casa editrice, e, chissà, magari una mostra delle tavole originali.. insomma, ci vedremo presto (anche perché l’esimio editore mi ha promesso un tour fra le bellezze – anzi, le bontà – enogastronomiche della regione)”.

Hai in mente eventi, insieme all’editore Cosentino, da programmare sul territorio?
“Rimando alla risposta precedente: stay tuned, ne vedrete delle belle!”

Hai altri progetti per il futuro, mantenendo questo stile inconfondibile?
“Sullo stile non posso garantire: mi piace cambiare, cercare nuove strade e nuove storie da raccontare in modo diverso. La voglia di divertirmi e (spero) di divertire, invece, resta sempre la stessa”.

 

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