Campobasso, in città la segnaletica non esiste. La mancanza di indicazioni mette in difficoltà i visitatori

Non solo deteriorata o scolorita, ma in alcuni punti è completamente assente. Da più parti, e da molto tempo, viene fatto notare lo stato in cui versa la segnaletica nel capoluogo di regione. Quella orizzontale, in molti punti della città, si presenta decisamente sbiadita.

Risalgono a circa un anno fa gli ultimi interventi di rifacimento, che si limitarono però al centro murattiano, lasciando fuori alcune arterie molto trafficate, soprattutto da pedoni, come, ad esempio, via XXIV maggio, via Monsignor Bologna e via Insorti d’Ungheria che si presentano in una situazione critica per la sicurezza dei pedoni.

Ma quello che sorprende di più è la totale assenza di segnaletica direzionale in molte zone d’ingresso, considerate nevralgiche per il flusso automobilistico.

Una problematica poco considerata molto probabilmente perché chi è del posto non ha bisogno delle indicazioni per muoversi.

Ma chi viene da fuori?

Proprio per questo, ascoltando la segnalazione di un cittadino dall’occhio attento, abbiamo fatto un giro in città per documentare la situazione.

Le foto parlano chiaro, via Trivisonno, prima fra tutte, arteria d’ingresso al grande flusso proveniente da Roma e Napoli, regolata da un semaforo a tre corsie, è totalmente sprovvista di indicazioni stradali.

All’imbocco di via XXIV maggio (provenendo dalla zona industriale) la situazione è quasi la stessa, con la differenza che qui le indicazioni ci sono, ma non si vedono, proprio perché risalgono a decenni addietro.

Turisti o studenti come dovrebbero fare? Sono tante le strade che hanno queste criticità e si potrrebbe continuare a lungo.

Intanto, alcuni provvedimenti sono stati presi la zona industriale di Campobasso e lungo la strada alle spalle del centro commerciale Monforte, teatro di diversi incidenti e dove il pericolo maggiore è quello dell’alta velocità. Proprio per mettere in sicurezza la zona sono stati istallati i cartelli che impongono il limite massimo di 30 km, mentre hanno fatto la loro comparsa sull’asfalto i dissuasori di velocità.

Mentre proseguono i lavori alla zona industriale del cpaoluogo, la speranza è che anche in altri luoghi della città vengano programmati celermente degli interventi per la sicurezza di automobilisti e pedoni.

Sull’assenza di indicazioni sorge un interrogativo: in un periodo come questo, dove si “spinge” sulla promozione del territorio, non sarebbe il caso di curare questi aspetti poco attenzionati ma fondamentali per l’accoglienza?

pg

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