Forno crematorio a Santo Stefano, i comitati incontrano l’amministrazione. Cittadini preoccupati, ma la legge ne prevede la realizzazione di almeno uno per Regione

Immagine di repertorio

Incontro pubblico nella frazione di Santo Stefano sul dibattuto tema della realizzazione del forno crematorio. A incontrare la cittadinanza il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, e l’assessore ai Lavori pubblici Pietro Maio.
Un tema caldo sul quale i cittadini non si dicono convinti. In modo particolare a preoccupare i comitati ‘Santo Stefano’ e ‘Basta Emissioni’ è la possibile “svalutazione del territorio”, come conseguenza di un’opera che potrebbe “compromettere la vivibilità del territorio e la salubrità dell’aria”.

Un territorio che secondo i comitati non deterrebbe nemmeno i numeri capaci di giustificare una simile struttura. “Tenendo conto – dicono infatti alcuni cittadini  – dell’indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini nel Molise, si stimano per i prossimi anni circa 263 cremazioni annue (dati rilevabili dal progetto proposto dal Comune)”. Un numero questo “irrisorio e ridicolo rispetto alle potenzialità dell’impianto che si vuole realizzare e che non giustifica”, sempre secondo i comitati, “l’investimento economico per la costruzione”.

Sempre i contrari all’impianto citano poi i dati Istat del 2013, che certificano come su tutto il territorio nazionale ci siano 65 impianti di cremazione per un totale di 110.710 cremazioni e quindi con una media di cremazioni cadauno di circa 1700 salme. “Come può il nostro impianto, con una potenzialità di 3.120 unità annue, – si chiedono ancora i contrari al forno crematorio – sopravvive in una regione dove si stimano solo circa 263 cremazioni all’anno?”

Intanto la legge del 30 marzo del 2001 relativa alle ‘Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri’ all’articolo 6 prevede la creazione di almeno un tempio crematorio per Regione. Una normativa alla quale, prima o poi, il Molise si adeguerà e per la quale gli amministratori del capoluogo potrebbero non essere disposti a cedere la realizzazione dell’opera a un altro centro della piccola Regione.

fab.ab

 

 

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