Robodrum, il robot ‘campobassano’ che suona la batteria. Riconoscimento nazionale per l’automa: primo posto al concorso alla Maker Faire di Roma

Robodrum

ANDREA VERTOLO

Si chiama ‘Robodrum’ l’invenzione degli studenti dell’Istituto Tecnico per il Settore Tecnologico ‘Gugliemo Marconi’ di Campobasso.

Il robot, frutto di anni di lavoro, sembra essere uscito dal famoso film di Spielberg  ‘A. I. – intelligenza artificiale’ ma, a differenza degli androidi hoollywoodiani, ha il compito di suonare la batteria.

Per la sua realizzazione, preziosa è stata anche la collaborazione del Conservatorio ‘Lorenzo Perosi’ di Campobasso e, proprio pochi giorni fa, l’automa musicista è risultato vincitore del primo premio nazionale ricevuto alla Maker Faire di Roma.

Certo, verrebbe da pensare, la musica dovrebbe rappresentare l’essenza più intima dell’uomo il quale, attraverso essa,esprime se stesso e il mondo che lo circonda, ma Robodrum non rappresenta un pericolo per i musicisti in carne ed ossa in quanto, il suo fine, è quello di far sviluppare nuove forme di tecnologia utilizzabili magari anche in altri campi, se poi a realizzare il tutto è l’estro di giovanissimi studenti, il tutto acquista un ulteriore valore aggiunto.

Alcuni docenti e studenti dell’Itis ‘Marconi’ con Robodrum

“Il nostro primo obiettivo non sono mai i premi – ha spiegato la dirigente scolastica Adelaide Villa, durante la conferenza stampa – ma il valore didattico che i nostri progetti hanno, oltre all’importanza che rivestono per la formazione dei nostri studenti. Chiaramente non possiamo nascondere di essere fieri ed orgogliosi di questo riconoscimento ricevuto alla Maker Faire di Roma, che rappresenta una delle fiere più importanti che hanno a che fare con i makers, cioè con gli inventori digitali, gli inventori del futuro. In un contesto del genere – ha concluso la Villaun  riconoscimento esclusivo alla nostra scuola è una cosa che ci motiva a continuare a creare opportunità per i  nostri studenti,in campo di progettazione e di iniziative che possano portare vantaggio al loro futuro professionale”.

Ideatore del progetto, il professore Felice Montanaro, il quale ha raffigurato “Robodrum come il frutto di un lavoro lungo circa tre anni. Ogni anno abbiamo realizzato un componente di una band robotizzata, come il robot tastierista e chitarrista. L’obiettivo di quest’anno – ha continuato Montanaro – è quello di fare suonare tutti i robot insieme, inserendo  anche il robot bassista. Man mano che andiamo avanti diventa tutto un po’ più complesso perché far lavorare in sinergia più automi richiede una programmazione abbastanza elevata. I nostri ragazzi si stanno impegnando moltissimo, appassionati anche dal veicolo musicale del progetto, basti pensare – ha chiosato il professor Montanaroche molti studenti hanno deciso di continuare il lavoro anche in estate”.

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