Storie di giovani / Luigi Cicchitto: il direttore di banca con la passione per la poesia. “Un’emozione il mio primo libro pubblicato. Vivo col posto fisso, scrivo per pura gratificazione personale, spesso più importante dei soldi”

Luigi Cicchitto

GIUSEPPE FORMATO

Luigi Cicchitto, direttore di banca durante il giorno, poeta nel tempo libero. Il connubio può sembrare strano, ma il 33enne campobassano, oltre all’amore per i numeri, nutre anche la passione per la poesia, per esternare in versetti ciò che vorrebbe dire al mondo intero. Spesso è più facile scrivere che esprimersi a parole. Una piacevole chiacchierata con un amico di infanzia, che per due ore è diventato l’intervistato, ai tavolini del Bar ‘Dolce Stil Novo’… e non poteva essere altrimenti. Quasi un segno del destino.

Luigi Cicchitto ha scritto la sua prima poesia giovanissimo, all’età di 15 anni, nel 1996, ma soltanto ultimamente ha provato anche l’ebbrezza di veder pubblicato il suo primo libro di poesie, dal titolo ‘Il mio pensare… sfogandosi con carta e penna’. “Un’emozione unica – assicura Luigi – appena è arrivato a casa il pacco con i libri freschi di stampa, ma soprattutto quando ho iniziato a sfogliarlo. Qualche lacrima è scesa sul viso, lo ammetto. È pur sempre una soddisfazione personale, le quali spesso sono superiori a qualsiasi tipo di gratificazione economica”.

Luigi Cicchitto, dopo il suo primo libro di poesie, non si è fermato: la sua firma si trova su una raccolta di poesie di ‘Pagine Editore’ e il libro è possibile scaricarlo attraverso il sito www.amazon.it e si intitola Sentire: non un nome a caso, ma la casa editrice delle singole poesie contenute nel libro confeziona pure il video e l’audiopoesia. A fine settembre, inoltre, sarà pubblicato anche il libro in versione cartacea.

“Ho scritto la mia prima poesia nel 1996 – ha esordito Luigi Cicchittoe il titolo che ho dato al mio primo libro, ‘Il mio pensare… sfogandosi con carta e penna’, spiega, in un certo qual modo, il motivo per il quale ho iniziato a scrivere. È stato il mio modo, sin dall’adolescenza, di esternare i miei pensieri. Nel mio repertorio ho oltre cento poesie e solo nell’ultimo anno ne ho scritte più di venti. Qualcuna l’ho pubblicata sul mio profilo facebook, come ‘Il senso verticale’ che consiglio di leggere. Ho scritto molto nel 2014 perché deve essere, per me, l’anno della rinascita, tanto che mi sono fatto tatuare pure una fenice sul polpaccio”.

Quando trovi l’ispirazione? “Quando fuori piove”. (Ed ecco spiegato perché ha scritto tanto nel 2014).

“Scrivo poesie, sicuramente, non per guadagnare – ha proseguito Luigi Cicchitto –, ma per una soddisfazione e gratificazione personale. Anche perché mi accontento e sono orgoglioso del mio lavoro in banca”.

A chi ti rivolgi quando scrivi? “Dipende dagli stati d’animo, dal mio umore. Non ho una musa ispiratrice. Ho scritto poesie per alcune donne, per mio padre che non c’è più e la cui mancanza, sin da quando ero un bambino, forse mi ha spinto a esprimermi con carta e penna. Mi gratifica il fatto che molte persone che hanno letto le mie poesie sono rimasti favorevolmente colpiti. Vuol dire che ho trasmesso qualcosa, anche perché io credo che la poesia non è quello che scrive l’autore, bensì quello che il lettore interpreta”.

Il tuo poeta di riferimento? “Giacomo Leopardi, che io non considero pessimista, come fa la storiografia classica. Basta leggere ‘L’Infinito’ oppure ‘Ginestre’, per rendersi conto come Leopardi, nella prima poesia, sostiene che bisogna guardare sempre oltre la siepe e mai soffermarsi alle apparenze; mentre, nell’altra dimostra come da soli non si va da nessuna parte, ma insieme si raggiungono gli obiettivi”.

La soddisfazione più grande? “In Italiano, a scuola, non sono mai stato bravo. Era il mio tallone d’Achille. La pubblicazione del mio primo libro di poesie è stata la mia rivincita nei confronti della professoressa d’Italiano” (e ride di gusto, ndr).

La dedica per le prime poesie pubblicate? “Le dedico ai miei sogni e come si legge nel mio primo libro: ‘il tempo non ti aspetta… non si volta a guardare il passato e corre senza sosta verso l’infinito’.

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