Storie di giovani / Nicola Di Iorio e la prima Escape Room del Molise a Campobasso

ALESSANDRA CARAFA

Una stanza senza finestre, la porta è stata chiusa a chiave. Intorno uno scaffale con dei libri, una scrivania in legno, un orologio a pendolo, un pappagallo, una macchina da scrivere e altri oggetti che danno al luogo un’impronta anni ’40. Per aprire il cassetto c’è bisogno di una chiave. Potrebbe contenere qualcosa di importante per permettere di andare avanti nelle indagini. Un’ora esatta: è questo il tempo che chi entra nella stanza ha per riuscire ad uscirne. Quello appena descritto è l’ultimo divertimento che ha preso piede a Los Angeles e che si sta espandendo in tutto il mondo: si tratta delle Escape Room, luoghi dove un gruppo di persone viene rinchiuso in una stanza (volontariamente) e deve risolvere vari misteri grazie agli indizi disseminati per ottenere la chiave d’uscita.

Nicola Di Iorio, 26 anni, di Campobasso è stato il primo in Molise ad avviare, lo scorso anno, una escape room, che si trova nel centro della città. Un’idea innoviativa e originale per la regione, di cui è lo stesso Nicola a parlarcene.

Come ti è venuta l’idea? “Sono un paio d’anni che questo passatempo ha raggiunto l’Italia. Mentre ero fuori regione per motivi di studio l’ho provata e mi è piaciuta tantissimo, tanto che quando sono tornato a Campobasso ho voluto tentare questa esperienza imprenditoriale. Ho studiato e ancora sto ultimando il mio percorso in ingegneria meccanica. Proprio lì a Modena ho visto in questo ‘gioco’ l’opportunità di portare questa novità nella mia regione”.

Deve essere divertente vedere cosa succede nella stanza e dare gli indizi tramite un monitor… “Stare dall’altra parte è bello perché vedi come ragionano le persone, cosa provano per arrivare a risolvere l’indovinello, tutto il percorso logico che le porta a trovare la soluzione, a volte sbagliata”.

Quali sono le difficoltà che hai incontrato nel portare una novità così particolare in Molise? “Purtroppo, a parte qualcuno che conosce già il format, la maggior parte delle persone non sa cosa sia un escape room ed è difficile spiegarlo, bisognerebbe solo provare. Molti hanno paura che si tratti di un’esperienza spaventosa, claustrofobica. Un paio di persone mi hanno chiesto di non chiudere la porta a chiave, ma dopo cinque minuti dentro la stanza sei talmente tanto preso dal gioco che ti dimentichi completamente del contesto, di non avere il cellulare a portata di mano e del tempo che passa”.

Sono venute anche persone da fuori regione? “Ogni escape Room è diversa e sono molte le persone appassionate che ne fanno un vero e proprio motivo di turismo. Ho avuto molti gruppi di altre città o paesi limitrofi. È anche un’ottima idea per organizzare un compleanno diverso, un addio al nubilato/celibato o semplicemente per passare un’ora divertente in compagnia di amici e familiari”.

I tuoi progetti per il futuro? “Continuare a credere nella bellezza dei propri sogni, proprio come la frase di Eleonor Roosvelt. Credo che per una regione come il Molise, che può dare tanto, l’unico modo per crearsi un futuro é proporre e realizzare in proprio nuove iniziative”.

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