Rimborsi ai volontari del 118, gli ispettori del lavoro fanno le pulci alle associazioni

Poco meno di due anni fa ci fu il primo esposto in Procura. Ora, a distanza di tempo, dopo diversi controlli della Finanza, a tornare sotto la lente d’ingrandimento sono nuovamente i rimborsi ai volontari del 118. In questi giorni, come raccontano i ben informati, a far visita a diverse associazioni sono stati i dipendenti dell’Ispettorato del Lavoro. Oggetto dei controlli i rimborsi ai volontari, dietro i quali gli ispettori stanno verificando che non si nasconda un vero e proprio lavoro ‘nero’.

Per ogni turno, che non può superare le 12 ore, i volontari della regione percepiscono, infatti, 51,48 euro. Somma questa, che viene erogata dalle casse pubbliche dell’Asrem come rimborso forfettario. Ma se alcuni volontari, al mese, arrivano a percepire somme consistenti e molto vicine a uno stipendio, il dubbio che si fa strada è che dietro quei rimborsi possa nascondersi un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato.

La macchina dei soccorsi di cui l’Asrem si avvale è fatta molto spesso di giovani soccorritori che lo fanno per passione, ma anche di numerose persone con un’occupazione, che nel loro tempo libero, prestano la propria opera di volontariato che, proprio tale a questo punto potrebbe anche non essere.

A livello nazionale un Decreto del Presidente della Repubblica stabilisce come le Aziende Sanitarie Regionali possano avvalersi del supporto delle associazioni di volontariato in possesso dell’apposita autorizzazione sanitaria regionale, per garantire il servizio di emergenza territoriale 118, stabilendo un eventuale rimborso per le spese sostenute dal volontario.

Su base regionale, invece, il rimborso forfettario (ovvero senza alcuna documentazione che certifichi le somme effettivamente sostenute durante il servizio, insomma senza scontrini o fatture) ammonta a 51,48 euro ogni 12 ore di servizio. Rimborsi che alle casse pubbliche del servizio sanitario regionale costano ogni anno 1 milione 200 mila euro.

Ecco perché al vaglio dei controlli degli ispettori ci sarebbero soprattutto i turni effettuati dagli associati, dai quali si sta cercando di capire se davvero si possa trattare di una forma di volontariato e non di altro.

Un’anomalia che in realtà riguarda tutto il Paese. Sempre nel 2016 a occuparsi della vicenda fu anche la nota trasmissione di Italia Uno. ‘Le Iene’ intervistarono finti volontari di alcune Onlus della Capitale, mettendo in luce come il sistema aveva radici ben profonde in tutta Italia. Non significa, ovviamente, che tale meccanismo appartenga anche al Molise, anche perché, eventualmente, sarà l’Ispettorato del Lavoro ad accertarlo.

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