Cacciabombardiere precipitato a Carovilli, aperte due inchieste: c’è l’ipotesi ‘inchino’

Saranno due le inchieste aperte sul cacciabombardiere precipitato ieri mattina sulle montagne di Carovilli, in località Castiglione. Una della Procura di Isernia e un’altra dell’Aeronautica militare che, come già era stato annunciato ieri, sarà affidata a un’apposita commissione, i cui esperti si sono già recati sul luogo dell’incidente per i primi rilievi.

Le indagini dovranno accertare la causa dello schianto del piccolo aereo. Bisognerà capire se si sia trattato di un’avaria del motore, oppure davvero, come ha raccontato più di qualcuno in paese, volava troppo basso nei cieli dell’alto Molise.

Sarà la scatola nera dell’aereo a raccontare la verità sull’incidente, per la quale bisognerà anche chiarire il perché il pilota, Francesco Sferra, 35enne originario proprio di Carovilli, che si è riuscito a salvare lanciandosi dal paracadute, si trovava in quel punto.

Decollato da Pratica di Mare, in provincia di Roma e diretto a Istrana, in provincia di Treviso, la rotta da seguire non avrebbe dovuto condurre il militare in quella zona, tra l’altro vicina al centro abitato.

“Prima di qualunque ipotesi, attendiamo i dati oggettivi” è però il monito arrivato dagli inquirenti che si stanno occupando del caso.

Intanto qualcuno ha già accostato l’incidente di ieri a quello della Costa Concordia, ma per l’ipotesi che, anche questa volta, si sia trattato di un cosiddetto ‘inchino’ bisognerà attendere l’esito delle indagini.

 

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