Carcere di Campobasso: in pochi giorni, un detenuto compie quattro aggressioni contro la Polizia Penitenziaria. “Siamo abbandonati nell’indifferenza totale” la denuncia del USPP – UGL

Aggredisce con un manico di scopa, tenta di schiaffeggiare e colpire a pugni gli agenti di Polizia Penitenziaria, si scaglia con violenza contro il Direttore ed infine, dopo aver ingoiato delle lamette, si lancia contro il medico. Ennesima escalation di violenze: “Lavoriamo senza sicurezze e tutele”, questa la nuova denuncia del USPP - UGL

L’ennesima denuncia arriva dal USPP –UGL: “L’ultimo caso di pluri aggressioni contro gli agenti di Polizia Penitenziaria del carcere di Campobasso, porta alla luce ancora la triste realtà in cui lavoriamo ogni giorno” queste le parole della Segreteria Regionale. A monte dei ripetuti episodi di violenza e caos nel carcere di via Cavour, ci sono i problemi del sovraffollamento delle carceri e la poca tutela degli agenti lavoratori, tematiche che da tempo, ormai, vengono evidenziate dall’USPP – UGL .

Negli scorsi giorni si è verificata una escalation di aggressioni contro gli agenti di Polizia Penitenziaria compiute da un detenuto foggiano, da poco arrivato a Campobasso da un carcere abruzzese, e conclusesi nella mattinata dello scorso 11 maggio. Le aggressioni, continuate per alcuni giorni e evidentemente gravi, si sono comunque risolte per il meglio grazie all’intervento della Polizia Penitenziaria, nonostante le difficoltà in cui operano.

Il tutto ha avuto inizio qualche giorno fa, quando il detenuto ha improvvisamente brandito, con forza, un manico di scopa contro un Assistente Capo, procurandogli una serie di ferite al braccio destro. L’uomo ha poi continuato la sua seconda aggressione contro il Comandante di Reparto, durante un colloquio in ufficio, inveendo e dimenandosi con schiaffi e pugni. Prontamente sedato dal personale, si è così evitato il peggio. La terza aggressione, stavolta, è stata rivolta contro il Direttore ed anche in questo caso gli agenti sono riusciti a intervenire tempestivamente. La quarta ed ultima aggressione, quando, dopo aver ingoiato delle lamette, è stato ricoverato presso il locale nosocomio. Lì ha aggredito il medico, tentando di schiaffeggiarlo e prenderlo a pugni per non aver aderito ad alcune sue richieste.

Il medico è stato messo in salvo dall’immediato intervento del personale. Purtroppo, però, l’ira funesta del detenuto non si è placata: il pregiudicato ha scaraventato il sifone di un lavandino presente nella stanza contro uno degli agenti intervenuti, ferendolo al volto.

Questo ennesimo episodio reiterato di violenze, sempre più frequenti soprattutto nel carcere di Campobasso, ha a monte una serie di problematiche serie fatte di carenze e inefficienze ma, nonostante tutto, gli agenti in servizio riescono ad ottemperare comunque ai loro compiti.

Ancora una volta lanciamo il grido d’allarme affinché gli organi competenti tutelino i  propri operatori della sicurezza presso il penitenziario  del capoluogo di Regione e non solo, per denunciare il mancato principio cardine della democrazia, circa le nostre condizioni di lavoro, che di fatto già rasentare infinite situazioni di vero  pericolo, ben lontani dell’ordinarietà, visto la presso-pochezza gestionale della  dirigenza che sembra mostrare altri interessi rispetto all’essere garante del personale amministratofanno sapere dalla Segreteria Regionale del Sindacato.

Carenza di personale, mancanza di ricambi del personale in quiescenza, mancanza  della continua presenza in sede dell’ Autorità Dirigente, assenza di un piano di  lavoro, mettono in ginocchio l’operatività della Polizia Penitenziaria e con essa anche  il mantenimento dell’ordine, disciplina e sicurezza all’interno e fuori dagli istituti  penitenziari. Doppi turni continuati, elevato numero di ore straordinario, continui richiami in  servizio del personale fuori turno, minano la stabilità psico-fisica del personale ormai allo stremo.

Episodi ed atteggiamenti più volte denunciati invano a tutti i livelli che di fatto  segnano una sconfitta ed un fallimento dell’attuale sistema carcere sempre più alla deriva come una nave in seria avaria aspettando di cozzare contro gli scogli per  affondare”.

A pagare il prezzo più alto è il personale di Polizia Penitenziaria abbandonato all’indifferenza totale di una amministrazione sorda ai continui richiami sulla sicurezza e tutela dell’incolumità psicofisica del personale” conclude così la denuncia l’USPP – UGL.

​mcgiovannitti

 

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