Tesoro Angiolillo, la Procura di Aosta apre inchiesta per evasione fiscale: contestati 15 milioni di euro. A far scattare le indagini il legale campobassano Luigi Iosa

L’avvocato Luigi Iosa

L’inchiesta ha preso il via da Campobasso, a seguito della denuncia dell’avvocato Luigi Iosa, sottoscritta a dicembre del 2014 dal suo assistito, Luigi Angiolillo e ora per quelle indagini che hanno preso il via un anno fa, a essere indagato dalla Procura di Aosta per reati tributari è Marco Oreste Bianchi Milella, come riposta l’Ansa. Ha 68 anni e si tratta del figlio di Maria Angiolillo, conosciuta come la ‘regina’ dei salotti romani. Bianchi Milella, già imputato a Roma per appropriazione indebita aggravata di una collezione di gioielli da 100ilioni di euro, che sarebbe stata sottratta ai legittimi eredi, prima di trasferirsi nel 2011 a Montecarlo era residente a P.S.Didier (Aosta). Per questo l’Agenzia delle entrate di Aosta gli contesta oltre 15 milioni tra imposte non versate, sanzioni e interessi. L’indagato non avrebbe, infatti, inserito nelle dichiarazioni dei redditi il valore dei gioielli, nonché i proventi milionari della loro vendita. Le indagini sono condotte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Aosta.

L’assistito del legale campobassano Iosa, Luigi Angiolillo, è l’erede del senatore Renato Angiolillo, fondatore ed editore del giornale ‘Il Tempo’ di Roma. La madre dell’indagato, Bianchi Milella, era invece Maria Girani, la seconda moglie del senatore Renato Angiolillo. Alla morte dell’editore, nel 1973, la donna divenne usufruttuaria della milionaria collezione di gioielli del marito, con l’obbligo di restituirla ai tre figli del senatore, unici eredi legittimi, alla propria morte. Tuttavia quando, nel 2009, l’ereditiera morì, la collezione di gioielli, stimata per difetto ad oltre 100 milioni di euro, sparì nel nulla.

Di qui l’inchiesta della Procura di Campobasso aperta nel 2010 e poi trasferita per competenza territoriale a Roma, che vede imputato Marco Oreste Bianchi Milella per appropriazione indebita aggravata dei gioielli di proprietà del senatore Angiolillo.

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