“Vogliamo verità e dignità per chi non c’è più”: il Comitato vittime Covid denuncia il “disastro sanitario” alle tre Procure competenti

Accertare le responsabilità sulla gestione dell’emergenza sanitaria. È questo l’obiettivo del Comitato vittime del Covid che si è costituito qualche tempo fa in Molise e che oggi fa sapere, con una nota a firma del presidente, Francesco Mancini, di aver denunciato i fatti a tre procure molisane competenti.

“Un disastro sanitario”: così viene definito dai parenti delle vittime di Covid ciò che sta accadendo in regione.

“La gente – si legge nella nota – continua a morire e a non ricevere le dovute cure per mancanza di posti letto. Vogliamo dignità e verità per capire se quelle morti si sarebbero potute evitare”.

“In Molise, – prosegue il presidente del Comitato – nonostante i diversi ospedali disponibili e con le caratteristiche indicate del Ministero della salute (Larino, Venafro, Agnone), l’amministrazione Regionale e la Asrem hanno ritenuto, già dall’insorgere della pandemia, di concentrare, in modo irresponsabile, gli accertamenti e i ricoveri dei positivi al coronavirus nel pubblico ospedale Cardarelli, occupando così di fatto i posti delle unità operative di malattie infettive e di terapia intensiva con aumento della possibilità del rischio di diffusione di infezioni al personale e ai malati della intera struttura. Con molteplici gravi conseguenze che potrebbero costituire il nesso causale di diversi decessi”.

Dunque la scelta di adire i legali per ottenere delle risposte. Sotto accusa la gestione sanitaria della pandemia.

“In Molise a tutt’oggi non è stato istituito un centro Covid come struttura autonoma. Il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera potrà trovare attuazione non prima di aprile 2021 per pubblica affermazione dello stesso soggetto attuatore DG Asrem e pertanto dopo circa 14 mesi dalla dichiarata pandemia, oggi in seconda ondata con previsioni di una terza ondata nei mesi di febbraio-marzo 2021.

Dal mese di febbraio 2020 a tutt’oggi sia nell’ospedale Hub Cardarelli di Campobasso che negli ospedali Spoke di Temoli e Isernia c’è la presenza di soggetti affetti da Covid e pertanto sono strutture promiscue.

Le persone affette da Covid in situazione di criticità vengono puntualmente trasportate ai diversi pronto soccorsi per poi essere ricoverati al reparto di malattie infettive. Nel reparto di malattie infettive del Cardarelli oggi sono ricoverate circa 50 persone. Il reparto di malattie infettive, ad oggi, risulta gestito, secondo informazioni assunte, con un numero di personale medico e infermieristico rapportato ai posti letto e ai ricoverati al di sotto del numero previsto e consentito dal decreto ministeriale 13/9/1988 che determina gli standard del personale ospedaliero.

In terapia intensiva, da notizie assunte, pare non ci siano più posti disponibili nonostante sula carta si dica che ci siano 30 posti più 14 ancora da istituire.

Molti ricoverati per Covid sono deceduti presso il reparto di malattie infettive senza poter essere intubati e senza poter accedere ai reparti di malattie infettive. Alcuni sono deceduti al pronto soccorso dopo circa 30 ore di attesa sulla barella in attesa di essere ricoverati. La gente continua a morire e a non ricevere le dovute cure per mancanza di posti letto. Rispetto al mese di marzo i decessi sono aumentati del 70% rispetto al 31 % del resto d’Italia

Nel periodo 18 novembre-1 gennaio l’indice di trasmissibilità RT medio calcolato sui casi sintomatici è stato a livello nazionale pari a 0.82 mentre nel Molise è stato il più altro di Italia pari a 1.48.

Gli interventi chirurgici, che necessitano della terapia intensiva, vengono ormai svolti solo in caso di urgenza e il paziente è trasportato subito dopo dal Cardarelli in altri ospedali della regione con tutti i pericoli immaginabili.

Non è più garantita la cura per le patologie non Covid. Non sono più garantiti i livelli essenziali di assistenza sanitaria in violazione di legge e dell’art. 32 della Costituzione Italiana.

Ad oggi si è perso tempo prezioso e un’opportunità importante che potrebbe ancora essere considerata al fine di garantire, in un momento di assoluta emergenza, la migliore tutela della salute dei cittadini molisani e di altre regioni limitrofe, nel rispetto delle dignità e della libertà della persona umana.

Con il costo di ristrutturazione, pari a 7 milioni di euro previsti per riattare l’Hospice presso il Cardarelli e il pronto soccorso, si sarebbe potuto assicurare il progetto Covid presso il Vietri di Larino, struttura autorizzata e accreditata che non necessita allo stato di alcun intervento di ristrutturazione”.

A questo punto il Comitato intende anche porre alcune domande al Commissario della Sanita Angelo Giustini.

“Vista la sua legittimazione esclusiva e la redazione di un piano di potenziamento della rete ospedaliera per l’emergenza Covid ricaduta su Larino e formalmente depositato al Ministero perché – dice il presidente del Comitato vittime – non lo ha portato avanti anche rispetto alle osservazioni del D.G. del Ministero dottor Urbani? E perché nei suoi comunicati afferma che ha dovuto firmare un altro progetto per volere del Ministero nonostante avesse espresso il suo dissenso? Chi lo ha pressato indebitamente? Chi ha voluto delegittimarlo presentando un altro progetto Covid su Campobasso imponendogli la firma? Come è potuto succedere tutto questo nonostante la volontà di 118 sindaci e la maggioranza del consiglio regionale si sia espresso per il Vietri di Larino come centro Covid?

A tutti gli altri chiediamo: perché siamo in queste condizioni? Vogliamo vederci chiaro e chiediamo alle tre procure di voler aprire immediatamente delle indagini. Al Ministro chiediamo un intervento urgente. Ai consiglieri regionali chiediamo coerenza rispetto alle decisioni già assunte. Ai sindaci di far valere la loro volontà”.

 “Vogliamo giustizia e per questo combatteremo fino alla fine”, conclude il presidente Mancini che, a causa del Covid,  ha perso suo padre.

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