Il libro della settimana/ “Non sembra neanche dicembre” del miglior poeta bardo contemporaneo, Vincenzo Costantino Cinaski

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

Saliamo sul treno di Vincenzo Costantino conosciuto come Cinaski e guardiamo in silenzio dal finestrino la città di Milano, una madre matrigna che esprime la “sua bontà solo a figli infelici” e riflette in se stessa storie fredde, buie, di solitudine e rabbia.

Scorrono dal finestrino anche i suoi ricordi, i suoi suoni e gli odori e così Milano si presenta a noi lettori attraverso gli occhi di Vincenzo Costantino e dalla sua penna ricca di metafore che al contempo lascia una sintassi asciutta ed un messaggio lineare. Nessuna scrittura barocca ma racconti diretti come cazzotti che, senza giri di parole, raccontano la ‘bruttura’ del Natale del suo buonismo, il falso storico e la corsa al consumismo.

In questo taccuino tascabileNon sembra neanche dicembre”, di appena 72 pagine, il BEAT tanto amato dalla giovane casa editrice campobassana la ‘round midnight editori’ ripropone sei racconti brevi – ‘Vieni via con me’; ‘Un regalo speciale’; ‘Un sogno vestito di rosso’; ‘La spesa’; ‘Il tram ha gli occhi tristi’; ‘Pronto soccorso’ – che si leggono in un solo sorso in quel bicchiere che per Cinaski non è né mezzo pieno né mezzo vuoto ma solo pronto per essere riempito e bevuto.

Leitmotiv per tutti: la solitudine di storie anonime in una fredda Milano, dove ognuno dei protagonisti ha con se degli occhi “come lampadine fulminate che guardano solo il buio”. Storie di infelici, di ultimi o di ordinaria quotidianità che neanche il buonismo del Natale può cancellare.

Non sembra neanche dicembre’ è la storia di chi odia la metafora del Natale ma è consapevole che “passerà velocemente ma non tanto da essere dimenticato perché il Natale, il prossimo anno, tornerà. Un ottimo regalo per gli amici oppure per se, per custodire con orgoglio uno dei capolavori del più importante poeta bardo contemporaneo.

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