La Pasqua secondo i Testimoni di Geova in Molise: ecco perché commemorano solo il giorno della morte di Gesù

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

“Continuate a far questo in memoria di me” così si legge in Luca 22;19 e che, secondo i Testimoni di Geova, è la spiegazione chiave sul perché non va festeggiata la Pasqua.

È lo stesso Gesù, il giorno prima della sua morte, a chiedere ai discepoli di ricordare il momento della sua morte in modo esplicito e non chiede di festeggiare quella che sarà la sua resurrezione il giorno di Pasqua: “Ecco il motivo per cui noi, testimoni di Geova, ci riuniremo questa sera, venerdì santo, dopo il tramonto e commemoreremo la morte di Gesù, come scritto”, così ci parla un rappresentante dell’ampia comunità religiosa dei Testimoni in Molise.

In effetti al tramonto, precisamente alle ore 19.30 di questa sera, venerdì 3 aprile, così come scritto nella Bibbia i molti testimoni di Geova del Molise si riuniranno in nove località diverse della regione per celebrare la morte di Gesù. Per i Testimoni la vera Pasqua è quella ebraica che cade il 14 nisan del calendario ebraico, giorno in cui sarebbe avvenuta la liberazione del popolo ebraico in Egitto grazie a Mosè ed Aaronne.

La Pasqua dei cristiani, quindi, a detta dei Testimoni è una festa di culto pagano che non trova riscontro nei Testi Sacri dove, fin dall’etimologia del nome, si rimanda alla divinità Eostre, la dea anglosassone della primavera, così come anche i simboli della Pasqua cristiana, ovvero la lepre e i conigli, sono la metafora della ‘fertilità’ celebrata durante i riti primaverili pagani.

 

Exit mobile version