
È iniziata e continua a gonfie vele l’attività culturale del Muves – il museo delle vestimenta del Molise che, a soli due mesi dall’inaugurazione – avvenuta il 7 giugno scorso – è stato meta di centinaia di visitatori, provenienti principalmente da fuori regione, classificandosi così fra i luoghi più gettonati dell’estate molisana.
Unanime il consenso dei turisti espresso soprattutto attraverso i canali social, indicando il museo come un “gioiello molisano” che nessuno si sarebbe mai sognato di scoprire.
Un grosso punto a favore del successo del museo è certamente dovuto dalla graziosa villa in stile neoclassico in cui è ospitata la prestigiosa Collezione Scasserra, situata nella periferia del capoluogo di regione ma a soli pochi minuti dal centro. La residenza privata insieme alla sua posizione decentrata consente al turista di essere accolto dai proprietari in maniera cordiale e condotto per mano in un viaggio emozionante, alla scoperta del popolo molisano, attraverso la conoscenza del modo in cui si vestiva ed adornava.
Il museo resta principalmente una casa in cui vige ancora lo spirito dell’ospitalità molisana per cui, come ha dichiarato lo stesso proprietario e direttore Scasserra “al Muves si entra da turisti e si esce da amici”. L’animo del visitatore già viene predisposto alla visione delle meraviglie esposte nel museo appena mette piede in casa. La visita guidata inizia con l’illustrazione del ciclo pittorico del salone d’onore, completamente dipinto con scene allegoriche e decorato in stile tardo barocco in foglia oro, che introduce al tema centrale del museo, ovvero, il matrimonio e i costumi nuziali. L’allestimento elegante ed essenziale – che cozza volutamente con la sontuosità dei decori e degli arredi del salone – presenta meravigliosi costumi e gioielli, in un percorso curato nei minimi dettagli, arricchito ulteriormente da sezioni, gigantografie di foto d’epoca e antichi canti di sottofondo. Chiunque entra in questo luogo perde la cognizione spazio-temporale lasciandosi travolgere da un turbinio di emozioni.
Il Muves, dunque, non è solo un percorso espositivo ma è un varco nel tempo in cui la memoria molisana prende forma e si racconta a chi ha occhi per vedere e cuore per ricordare.