Bando società sportive, Fanelli (PD): “Gli aiuti siano equi, proporzionati e concreti e tutelino anche le piccole realtà che nelle aree interne svolgono un ruolo fondamentale per il benessere fisico e mentale. Ancora più importante nel post pandemia”

“Dagli aiuti regionali per il comparto dello sport rischiano di rimanere fuori le piccole società sportive, o anche le associazioni affiliate a discipline sportive meno comuni e che, per questo, hanno un numero minore di tesserati”. Così la consigliera regionale Micaela Fanelli sul bando della Regione Molise.

“Infatti, – prosegue l’esponente di Palazzo D’Aimmo – non solo il bando da 2 milioni di euro a valere sui Fondi Sviluppo e Coesione prevede, per tutti i soggetti ammessi a fare domanda, una mole di carteggi da produrre e procedure complesse da attuare, ma la ‘forbice’ per l’applicazione dei criteri potrebbe anche chiudersi senza consentire l’accesso agli aiuti alle piccole realtà territoriali.

Quelle presenti in tanti centri della regione che, non solo si fondano sull’impegno volontario dei propri associati, ma svolgono un ruolo fondamentale di aggregazione e punto di riferimento per chi vive nelle aree interne come le nostre.

Per questo, dopo aver scritto, lo scorso 29 gennaio, una missiva al presidente Toma, (qui il testo https://bit.ly/2M6xyPj) per chiedere di provare a semplificare alcuni ‘passaggi’ al fine di facilitare l’accesso alle sovvenzioni (seppure nel rispetto delle disposizioni riguardanti il fondo FSC che richiede particolari adempimenti) e aver sollecitato per una proroga dei termini, capace di concedere più tempo per la partecipazione al bando, torno oggi sul tema. Chiedo che all’interno del bando possano essere tutelati gli interessi di tutti. Sia quelli delle società sportive più ampie che quelle più piccole”.

“Aiuti giusti, proporzionati e concreti – conclude Fanelli – per un comparto che continua a soffrire enormemente. Si tratta per lo più di organizzazioni di volontari, a cui va sempre il nostro grazie, e che contribuiscono alla socialità dei nostri sportivi, oggi compromessa dalle regole di prevenzione del contagio. Si tratta di soggetti collettivi che non possono sparire, perché rappresenteranno nei nostri piccoli comuni il modo migliore per la cura del benessere fisico e mentale, fondamentale soprattutto nel post pandemia”.

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