Campobasso, sala Palladino Company, sabato 29 novembre, Laura Pecoraro presenterà ‘Frammenti di Sterlitzia’, raccolta di poesie

E’ in programma per sabato 29 novembre 2014 alle 18,00 nella Sala AxA della Palladino Company, in contrada Colle delle Api a Campobasso, l’incontro con Laura Pecoraro autrice del libro di poesie e racconti brevi “Frammenti di Sterlitzia”, edito dalla Gump Edizioni (Collana MilleAnime).

Interverranno: Roberto Colella, direttore Gump Edizioni, il musicoterapeuta Stefano Di Nucci, il poeta e scrittore Sergio Marchetta, l’attrice Leontina Ricciuto e la cantante Titti Scialla. L’evento è stato organizzato con la collaborazione della cooperativa ‘ValoriInCorso di Campobasso’.

Dalla prefazione di Sergio Marchetta:

“La poesia è immortale perché basta a se stessa. Non ha connotati la poesia, non ha padroni e non ha pretese. Essa sussurra quasi sempre e poche volte urla; ma non è mai assordante. Non custodisce nessun segreto ma ne rivela miriadi. Sospendi l’istinto più selvatico e il pudore più primitivo al pendolo irrequieto e fendente delle emozioni e scoprirai nascere la poesia racchiusa in queste pagine. Laura Pecoraro non è una poetessa ma qualcosa di meno complicato e di più complesso: è uno spirito esotico e trasparente capace di riversare battiti e respiri dall’anima al foglio, senza intermediazioni emotive, senza filtrare, senza lasciar decantare e – addirittura senza neppur lontanamente pretendere di creare poesia. Ed è questa sua stessa impellenza interiore che rende poetico il frutto dei sui sfoghi letterari. Io Laura non l’ho mai conosciuta; ma ho imparato a riconoscerla. E questo mi rende un privilegiato. Laura è il gatto che – seguendo chissà quale curiosa e atavica legge del contrappasso – raccoglie fili intrisi di emozioni, timori, decolli e voli, li lava nell’inchiostro del verso narrato ed infine li avvolge l’uno sull’altro, con pazienza e tenacia, fino ad assemblare un gomitolo dai colori follemente indecifrabili. La sua poesia non è una passeggiata tra parole e virgole, non sempre è un diletto per gli occhi, non è balsamo per le ferite. Le sue opere sono esigenti, hanno in sé la silenziosa pretesa di farsi ascoltare. I suoi versi passano, bussano e decidono di prendere dimora solo nell’animo di chi decida di provare a srotolare la trama di quel gomitolo per sciogliere sorrisi e pianti, per creare da quegli stessi fili la trama di una nuova volontà di toccare altra vita. Perché questo è il plancton che nutre la penna di Laura: i sensi. L’autrice annusa e soffia, accarezza e graffia, assaggia e morde; con la convinzione sublime e tremenda che vivere è sporcarsi di senso. E di sensi. Basta leggere le poesie di Laura Pecoraro per comprendere quanto sia affollata di sensazioni la sua corteccia”.

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