Corpus Domini: a Campobasso spiritualità e tradizione nel giorno del “pane spezzato”

Corpus Domini

La città Campobasso si stringe in un abbraccio ideale attorno alla solennità del “Pane spezzato” che vede attuare la condivisione tra  spiritualità e tradizione. Il capoluogo, dunque, è pronto con  gli allestimenti per la solennità del Corpus Domini. Dalla tenda Eucaristica per l’adorazione, alla santa Messa per i figuranti dei “Misteri” – domenica 29 maggio alle 8,00  presieduta dall’arcivescovo metropolita Bregantini presso la sede del Museo dei Misteri e alle 13,00 benedizione dei Misteri con messaggio del vescovo alla città dalla loggia del Palazzo municipale.

Segue nel pomeriggio la  Processione Eucaristica, alle 16,30, dal Sacro Cuore  alla Cattedrale con benedizione Eucaristica dal Palazzo Municipio di Campobasso; alle 18 la celebrazione Eucaristica in Cattedrale.

Un tappeto floreale fa da sfondo alla sfilata degli ingegni del Di Zinno. Intarsi di petali di fiori sapientemente composti da mani esperte. Un’iniziativa unica, voluta dall’associazione Misteri e Tradizioni in occasione del Corpus Domini.

La città dei “Misteri” quadri scenici viventi portati a spalla nel giorno del Corpo di Cristo ha invitato Bolsena per realizzare  un tappeto floreale tematico, disegnato dall’artista  Luigi De Micheli,   in cui spiccano  gli angeli  in volo  sul Castello Monforte. Giunto a Campobasso per l’occasione anche il presidente dell’associazione infioratori di Bolsena, Roberto Basili che ha coordinato i lavori per l’infiorata realizzata dall’associazione Misteri e Tradizioni.

I “Misteri” unici nel suo genere, sono rappresentazioni viventi di natura religiosa risalenti al 1700. A Campobasso sono il simbolo della città, un tempo governata   da confraternite che si alternavano al potere sostituendosi a quello istituzionale. Ammirare santi, angeli e diavoli   nei tredici  quadri viventi  significa provare una emozione unica, nel “mistero” della sospensione  dei personaggi, grazie a strutture metalliche nascoste da drappeggi   o dagli stessi personaggi. La religiosità popolare vive uno dei suoi momenti di più alta poesia. Benedetti in piazza San Pietro nel 1999 da Giovanni Paolo II, che si fermò, nell’Angelus, a riflettere su queste espressioni dell’anima cristiana, continuano a vivere a distanza di secoli grazie alla tenacia e alla devozione spontanea di tanti campobassani  che si vedono identificati in questi simboli. Per alcuni di loro è una vera e propria tradizione familiare che si trasmette di generazione in generazione conservando questa “heritage” che, altrimenti sarebbe scomparsa. E’ il caso della famiglia Teberino, da anni in prima linea nella delicata  e complessa macchina organizzativa, prima con il padre, Cosmo, a cui era stato affidato l’incarico dal Comune di Campobasso, oggi  con i figli, Giovanni, Liberato e Antonietta.  Sono tante le storie e gli episodi che accompagnano questi quadri viventi che, in un’ottica   di valorizzazione promossa dall’ Unesco  nel 2003, hanno attenzione e interesse da parte di studiosi, televisioni  locali , nazionali ed estere e fotografi che, nel giorno della festa, vengono da ogni parte del mondo. I 13 quadri viventi sfilano  la mattina   del Corpus Domini per le vie cittadine, quasi sommersi da un mare di persone, curiosi, visitatori e turisti che ne apprezzano gli allestimenti e la particolare suggestione. In questi anni, dopo periodi di assenza, la chiesa   diocesana si è avvicinata   alla manifestazione e, in collaborazione con l’Associazione Misteri e Tradizioni, sta curando l’aspetto tradizionale e spirituale. Non a caso, dopo la visita a Roma del 1999  la mattina, prima della cerimonia della vestizione, il vescovo, in questo  caso Bregantini, celebra   la messa per la grande “famiglia “dei misteri, quasi 500 persone che, tra figuranti, portatori, genitori e  figure logistiche,  ruotano intorno agli “ingegni” ideati dallo scultore campobassano Paolo Saverio di Zinno.  Un trionfo di religiosità, un esempio di un legame ancestrale con la santità, un modello   festivo che solennizza il giorno del Corpus Domini: così potremmo  definire  questi capolavori dell’ingegno umano, che raffigurano in modo  preciso scene  agiografiche  e mariologiche. E mentre, come  ogni anno, sfileranno,  viene da pensare al profondo patrimonio ereditato di religiosità popolare, che va  custodito e valorizzato opportunamente,  tenendo sempre presente le indicazioni che Giovanni Paolo II diede ai vescovi di Abruzzo e Molise alle visite da Limina e le recenti esortazioni di Papa Francesco: rinsaldare il legame con la terra madre, segno del dono del Padre  e  modello da cui   sono nate le varie espressioni di una religiosità popolare molisana fervida di emozioni e  ricca di creatività.

 

 

 

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