Giornata Mondiale della Salute, il Neuromed partecipa allo sforzo internazionale di fotografare la situazione

La Neuromed a Pozzilli

Sconfiggere il diabete? Oggi si può. E l’arma per questa battaglia, contro una patologia che costa globalmente 825 miliardi di dollari all’anno, è rappresentata da una corretta in occasione del 7 aprile, Giornata Mondiale della Salute,  ha deciso di focalizzare l’attenzione sulla conoscenza e la cura del diabete mellito di tipo 2 che oggi rappresenta circa il 90% dei casi di diabete. Il Neuromed accoglie l’invito dell’OMS e, insieme ai suoi specialisti, intende fornire la giusta informazione su questo problema e sulle interconnessioni con le patologie neurologiche e cardiovascolari.

Oltre a ridurre l’aspettativa di vita di 5-10 anni – spiega Angela Ricci, responsabile dell’ambulatorio di Diabetologia al Neuromedil diabete mellito è responsabile di complicanze serie. Le malattie cardiovascolari sono da 2 a 4 volte più frequenti nelle persone affette da diabete: parliamo di infarto, ictus, scompenso cardiaco e morte improvvisa. E non solo. Altre sono le complicanze legate a questa patologia, tra le quali la retinopatia diabetica, principale causa di cecità nelle persone in età lavorativa. Il 30-40% dei pazienti con diabete di tipo 1 e il 5-10% di quelli con diabete di tipo 2 sviluppano, poi, una insufficienza renale terminale dopo circa 25 anni di malattia”.

Anche il Sistema Nervoso, sia a livello centrale che periferico, non è immune dagli effetti negativi del diabete. Nei pazienti diabetici il rischio di ictus cerebrale ischemico è circa il doppio rispetto alla popolazione non affetta da questa condizione. Ma non c’è solo un evento drammatico come l’ictus: è importante sottolineare che il diabete può essere causa di un declino delle funzioni cognitive, in particolare di quelle esecutive, dell’apprendimento e della memoria.

“Il rischio maggiore di disturbo cognitivo da diabete – spiega la dottoressa –  si presenta in due periodi cruciali della vita: nella prima infanzia (5-7 anni), quando i sistemi cerebrali vanno incontro ad estesi cambiamenti strutturali, e nell’età adulta avanzata (dopo i 65 anni), quando il cervello va incontro ai fenomeni neurodegenerativi dovuti  all’età.”

Il diabete quindi, “è nemico del cuore e del cervello”, così come afferma Edoardo Romoli, direttore sanitario al Neuromed. “Proprio per questo – prosegue – nel nostro Istituto sono attivi vari gruppi di professionisti impegnati nella lotta a questa patologia, sia nel campo della ricerca che in quello della clinica e della prevenzione. Parliamo di assistenza diretta ai ricoverati e di attività ambulatoriali, finalizzate al corretto trattamento e controllo da parte del nostro gruppo di endocrinologi e della diabetologa, dottoressa Ricci. E’ interessante sottolineare che in Neuromed – continua il direttore sanitario – è attiva l’Uoc Complicanze neurologiche delle malattie internistiche, diretta dal professor Giuseppe Lembo, dedicata allo studio correlativo – clinico tra patologie neurologiche e patologie internistiche. In essa sono stati condotti diversi trials clinici multicentrici internazionali rivolti a fattori cardiovascolari di rischio neurologico quali l’ipertensione arteriosa e il diabete mellito. Risultati pubblicati su riviste prestigiose come New England Journal of Medicine e The Lancet. Del resto la visione unitaria di diverse patologie interconnesse tra loro è una delle colonne portanti del Neuromed. Il professor Lembo – spiega Romoli – è responsabile dei Laboratori di Angiocardioneurologia dove vengono effettuati studi sull’ipertensione arteriosa, fattore di rischio non solo per la demenza di Alzheimer ma anche per accidenti cerebrovascolari maggiori come l’ictus. Non si può non citare, da ultimo, l’impegno dell’ Amministrazione nella realizzazione di una nuova ala finalizzata a migliorare l’accoglienza e il confort delle attività ambulatoriali comprese quelle dei pazienti diabetici. In essa è prevista la presenza di un Centro per il trattamento del Piede Diabetico collegato alla U.O.C. di Chirurgia Vascolare diretta dal dottor Pompeo.”

La Prevenzione

La prevenzione del diabete tipo 2 è uno dei temi maggiormente avvertiti dalla comunità medica internazionale. Le ragioni alla base di questa sempre maggiore attenzione le ritroviamo nel rapido aumento dei casi di malattia e nella sua comparsa in età sempre più precoce.Ma anche nelle pesanti ripercussioni che la malattia ha, sia sulla dimensione individuale che su quella sociale. Eppure tutti gli studi degli ultimi anni hanno dimostrato che è possibile prevenire il diabete tipo 2, o ritardare la comparsa della malattia.

I farmaci a volte non servono  – spiega la dottoressa Ricciè importante, invece, intervenire sullo stile di vita. Una dieta adeguata riduce il rischio del 33% nella popolazione a rischio. Se alla dieta, poi, associamo l’attività fisica la percentuale di protezione dalla malattia tocca il 60%.

Le caratteristiche principali dell’intervento dietetico sono tre: moderata restrizione calorica (con l’obiettivo di una riduzione ponderale del 5-7%), diminuzione del consumo totale di grassi e adeguato apporto di fibre; il tutto accompagnato da un’attività fisica aerobica di moderata intensità per almeno 20-30 minuti al giorno.”

Proprio nell’ambito della prevenzione del diabete e di altre malattie strettamente collegate agli stili di vita, dal 2013 è attivo all’interno di Neuromed il gruppo di Epidemiologia e Prevenzione diretto dal professor Giovanni de Gaetano. “Questo gruppo  – commenta Edoardo Romoliè fortemente impegnato negli studi inerenti gli effetti dell’alimentazione e della dieta mediterranea sulla salute, sulla prevenzione delle patologie cardiovascolari, dei tumori e delle malattie metaboliche. Il gruppo è titolare del progetto ‘Moli-sani’ che si propone di analizzare le relazioni tra fattori di rischio/protezione, sia genetici che acquisiti, delle malattie cardio e cerebro vascolari e dei tumori. Tra gli obiettivi primari del Dipartimento  c’è un’attenzione particolare all’alimentazione come fattore di salute e questo è un elemento cardine anche nella lotta al diabete.”

La ricerca

Con i dati del suo progetto Moli-Sani, il Neuromed partecipa a una ricerca che ha coinvolto quattro milioni e mezzo di persone in tutto il mondo. Pubblicato oggi sul giornale The Lancet, lo studio, che vede l’impegno di 500 ricercatori internazionali, ha evidenziato come negli ultimi 35 anni ci sia stato un raddoppio dell’incidenza. Questo si traduce in 422 milioni di persone affette dalla patologia, quasi il quadruplo rispetto ai 108 milioni del 1980.

“Questo- dice Giovanni de Gaetano, direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione I.R.C.C.S. Neuromedè la prima vera fotografia della situazione del diabete a livello mondiale. E ci dice una cosa ben precisa: non c’è più tempo da perdere. Questa malattia rischia non solo di essere causa di innumerevoli sofferenze ma letteralmente di portare alla bancarotta i sistemi sanitari. È qui che entra in gioco lo spirito del Moli-Sani, rivolto a studiare come i cambiamenti nello stile di vita possano prevenire questa e altre patologie.”

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