L’avviso pubblico aveva destato non poche perplessità sia tra gli esclusi che avevano denunciato scarsa trasparenza nella procedura, sia da diversi esponenti politici che avevano fortemente stigmatizzato l’assegnazione degli incarichi a diversi amministratori pubblici, sindaci e consiglieri di numerosi comuni del Molise, alcuni dei quali successivamente eletti anche consiglieri provinciali alle ultime elezioni.
Pasquale D’Ambrosio che, come tanti giovani laureati molisani si era visto escluso dalle graduatorie non accettando le modalità poco chiare di svolgimento della prova selettiva ha così dato mandato agli avvocati Vincenzo Iacovino e Vincenzo Fiorini che si sono rivolti alla giustizia amministrativa per tutelare i diritti del proprio assistito.
Il Tar, accogliendo le tesi dei legali del ricorrente, con la sospensiva della procedura selettiva, ha per i difensori di D’Ambrosio “confermato i dubbi sulla regolarità della procedura eseguita”. Il Tar, ha evidenziato, inoltre, che “le censure proposte avverso la procedura selettiva sono fornite del necessario fumus di fondatezza, attesa l’anomale modalità di espletamento della selezione che, tra l’altro, sembra non aver garantito il rispetto della regola fondamentale dell’anonimato delle procedura concorsuale”.
“In seguito alla pronuncia del Tar, – dicono Iacovino e Fiorini – l’Arsarp oltre a sospendere l’assegnazione di nuovi incarichi dovrebbe necessariamente procedere in via di autotutela all’immediata revoca degli incarichi già conferiti, onde evitare conseguenza di natura contabile e penale”.