Il consigliere regionale Salvatore Ciocca si difende dalle accuse di fallimento nella gestione della Protezione Civile

il consigliere regionale Salvatore Ciocca
il consigliere regionale Salvatore Ciocca

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL CONSIGLIERE REGIONALE SALVATORE CIOCCA, IN RISPOSTA ALLE ACCUSE RICEVUTE NEGLI ULTIMI DUE GIORNI

Il “cerchio magico” si è spezzato e  i recenti colpi di coda confermano che il tempo trascorso – dall’insediamento di questa maggioranza e dalla successiva  “presa in carico” della Agenzia Regionale di Protezione Civile ad oggi – in termini di decisioni assunte e di atti emanati non è stato né infruttuoso né caratterizzato da atteggiamenti dilatori.

Rispondo con i fatti alle accuse che mi vengono mosse sia dal presidente dell’Acem, Corrado di Niro, sia dal Comitato Precari Arpc, rappresentato da Cristian Di Paola, Davide Vitiello e Mauro Consilvio.

Intanto ricordo che ho sempre contestato, fin dalla fase preparatoria, la legge 30/2012 istitutiva dell’Arpc e, dopo aver dichiarato più volte pubblicamente che quella normativa sarebbe stata rivisitata dal centrosinistra in maniera radicale (anche relativamente alla farraginosità dei procedimenti), confermo oggi e rassicuro gli interessati che il nuovo percorso legislativo è ormai già definito e pronto per l’iter istituzionale e di confronto.

Quando fu istituita l’Agenzia, quella stessa legge che io già criticavo – in aula e fuori – andava bene a chi oggi ne chiede l’abrogazione;  quella stessa norma veniva aspramente criticata da chi oggi chiede “il miracolo” di un rinnovo contrattuale, impossibile per mancanza di adeguata dotazione finanziaria a fronte degli sperperi (certificati) commessi nel passato.  I  4 milioni di spese per il personale tecnico – su una dotazione di sei milioni da dilazionare fino al 2018 –  sono l’evidente prova di quello che affermo.

In merito alle dichiarazioni  del presidente dell’Acem, Corrado Di Niro –  una delle prime associazioni di costruttori che  ho incontrato non appena insediato – vorrei sottolineare la evidente approssimazione. Davanti ai microfoni cita  personalissime informazioni sulla ricostruzione e dopo qualche secondo si  smentisce da solo, confermando di non sapere nulla con certezza perché non ha “le mani in pasta” (un lapsus freudiano?).

Dando seguito ad un percorso chiaro e trasparente avviato fin da subito relativamente agli iter amministrativi ed evitando qualsiasi favoritismo, nel rispetto puntuale delle graduatorie e degli esiti di istruzione delle pratiche, questa è la fotografia di quanto fin qui fatto:

giugno 2013 – cambio al vertice dell’Arpc; giugno 2013 – prima verifica dei conti e del bilancio affidata al nuovo direttore generale, Riccardo Tamburro; luglio 2013 – sottoscrizione Accordi di Programma Quadro – edifici di culto – per 14,7 milioni di euro; agosto 2013 – nomina del Collegio dei Revisori dei Conti (dall’istituzione dell’Arpc era solo entità su carta in palese violazione della normativa regionale e nazionale); agosto 2013 – primo trasferimento di fondi per 5 milioni di euro; ottobre 2013 – sottoscrizione secondo Apq – immobili privati –  per 86,9 milioni di euro; novembre 2013 – sottoscrizione terzo Apq –  immobili privati –  per 35,1 milioni di euro; dicembre 2013 – secondo trasferimento di fondi per 10 milioni di euro; aprile 2014 – terzo trasferimento di fondi per 5 milioni di euro; maggio 2014 – approvazione del Bilancio di Previsione ( sono a tutti note le criticità forti riscontrate che hanno dilatato i tempi necessari alla predisposizione del documento contabile e gli oltre due milioni di esposizione debitoria rispetto ad impegni di spesa assunti e non coperti); giugno 2014 – mandati di pagamento liquidati per 4,7 milioni di euro ai Comuni per gli stati di avanzamento lavori e le spese tecniche; giugno 2014 – sottoscrizione quarto Apq – edilizia scolastica – per 19,3 milioni di euro; giugno 2014 – sottoscrizione OO.PP alla firma presso il Ministero del Bilancio; giugno 2014 – quarto trasferimento di fondi per 3 milioni di euro; luglio 2014 – quinto trasferimento di 4 milioni di euro.

Il totale dei mandati di pagamento liquidati per l’intero 2013 ammonta a 21,5 milioni di euro per 177 pratiche relative stati di avanzamento lavori  che fino al nostro insediamento non risultavano pagate.  Non mi pare di avere traccia di iniziative pubbliche che denunciassero, nel periodo compreso tra l’istituzione dell’Arpc e il cambio della dirigenza dell’Agenzia, l’immobilismo della stessa e la bassa percentuale di ricostruzione (certificata dal collega Tamburro proprio nell’autunno dello scorso anno). Né tantomeno mi pare di aver letto i solerti tecnici lamentarsi con identica passione per le attività pressoché stagnanti visto che non risultava stipulato nemmeno un Apq.

Alla data del 16 luglio scorso, risultano liquidati altri 78 SAL e le conseguenti spese tecniche. Complessivamente la Regione Molise ha disposto ed erogato il trasferimento di fondi per 27 milioni di euro e in un anno (luglio 2013-luglio 2014) questa nuova metodologia di lavoro – con l’utilizzo delle professionalità a disposizione dell’Arpc –  ha consentito di poter liquidare oltre 34,5 milioni di euro su 44 milioni di pratiche “ferme” (27 milioni  più i 7,5 milioni che erano in giacenza presso le casse dell’Agenzia).

A cavallo tra il 2013 e il 2014 abbiamo affrontato il delicato caso dei precari dell’Agenzia, in merito alle cui vicende io avevo già espresso tutte le mie perplessità fin da tempi non sospetti reclamando persino un’altra soluzione.

Sono un centinaio i dipendenti, individuati – come prevede la norma – attraverso l’osservanza della graduatoria definita a seguito del pregresso concorso pubblico, che hanno potuto sottoscrivere – nel febbraio scorso –  la proroga del contratto stipulato in passato con l’Arpc e la cui durata iniziale era fissata a 12 mesi con possibilità di rinnovo subordinata alla indispensabile copertura finanziaria. A conti fatti, sono rimasti disponibili circa 2 milioni per le spese destinate al personale tecnico. Somma che dovrà coprire l’arco temporale fino 2018 e non può sostenere il rinnovo dei contratti per i 218 tecnici inizialmente assunti.  Rammento anche che il concorso per l’Arpc è oggetto attualmente di una inchiesta giudiziaria, come hanno reso noto alcuni organi di informazione regionale qualche mese fa.

Nel corso di questo anno come già detto abbiamo lavorato alla predisposizione di una normativa nuova in grado di eliminare le criticità evidenziate dall’attuale legge regionale. La separazione delle due attività relative alla ricostruzione post sisma e alla Protezione Civile si è rivelata impossibile fino all’approvazione del Bilancio, avvenuta non senza ostacoli nel maggio scorso. A riguardo, giova specificare che le strutture regionali preposte sono ancora al lavoro per la determinazione dei residui riferiti all’esercizio finanziario del 2012. Di conseguenza si provvederà anche al Bilancio 2013.

Si è paventata, in questi mesi, anche l’urgenza di rimodulare il dettato della delibera di Giunta regionale n. 608/2012: un altro capolavoro imputabile al “cerchio magico” che è rimasto in silenzio e i cui esiti, se non interveniamo con precisione, potrebbero rivelarsi una salata beffa per i cittadini terremotati, le vere vittime di un meccanismo che per anni ha pensato solo ai propri bisogni e a quelli delle persone più vicine. Non abbiamo alcuna intenzione di far pagare ai cittadini –  vittime due volte, del terremoto e delle nefandezze commesse –  anche i danni combinati dai nostri predecessori stante l’elevata percentuale di scostamento riscontrata tra il deliberato e la fase esecutiva. Il che, tecnicamente, imporrebbe un concorso nelle spese a carico dei cittadini.

Il lavoro fin qui fatto è la “prova provata” di tutto quello che altri non hanno inteso fare, del vuoto trovato nel  “carrozzone” così come fu definito allora, nato con ben altri obiettivi e scopi, della nostra voglia di riportare la normalità nelle vite precarie di centinaia di persone che vivono ancora fuori dalle loro abitazioni.

Non ho, quindi, alcuna intenzione di dimettermi visto che intendo portare a compimento il mandato che mi è stato conferito dal presidente Frattura al quale spettano tutte le valutazioni sul mio operato.

Mi pongo solo una domanda: con il Governatore condivido anche questo “avviso di sfratto” – diramato dai soggetti menzionati di cui almeno due dichiaratamente appartenenti allo stesso schieramento politico di questo Governo regionale e al partito nel quale milita il presidente Frattura –  oppure la bomba ad orologeria riguarda solo la mia persona, colpevole di aver percorso strade legali, senza favoritismi?

Di certo io non ho paura dei cambiamenti. Tutti i soggetti coinvolti in questa “querelle”, anche gli attori occulti,  possono affermare la stessa cosa?

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