La Buona Scuola, i Giovani Democratici: “Le nostre idee per il futuro”

Il Governo Renzi ha lanciato il 2 settembre scorso la riforma della Scuola e con essa una consultazione pubblica che terminerà il prossimo 15 novembre (www.labuonascuola.gov.it).  Pensiamo che questa sia un’occasione importante per far sentire finalmente la voce degli studenti; per questo abbiamo scelto di essere il megafono di una generazione e di mobilitarci in una campagna di ascolto e partecipazione su tutto il territorio regionale, con interviste, questionari e materiale informativo sulla consultazione pubblica.

In occasione della conferenza stampa tenuta venerdì scorso a Campobasso, abbiamo lanciato idee e proposte sulla nostra Buona Scuola. Siamo contrari alla finanziarizzazione del sapere perché l’istruzione si finanzia senza lucro individuale; la scuola è il Bene Comune per eccellenza e va tenuta fuori da logiche di mercato. Crediamo che vadano aboliti i test di ingresso nelle università perché ad ognuno deve essere garantita la possibilità di  studiare per quelle che sono le proprie aspettative di vita e di professione.

No al caro libri e si alla diffusione di ebook  nelle scuole. La scuola non può restare imprigionata in logiche anacronistiche o di lobby di interessi che rischiano di far rimanere indietro i figli di coloro – e sono tanti purtroppo – che non possono permettersi di comprare i libri per le spese eccessive che bisogna sostenere.

Sono necessari più investimenti per l’edilizia scolastica perché tropi istituti dono obsoleti. Vanno immaginati nuovi spazi, con luoghi aperti e con una didattica differente. Al contempo bisogna ampliare gli sforzi per la digitalizzazione delle scuole  e ridurre il peso della burocrazia. Diciamo si a una legge sul diritto allo studio, che definisca i livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale. Siamo favorevoli all’innalzamento dell’obbligo scolastico fino a 18 anni. Condividiamo inoltre la preoccupazione per i criteri con i quali si vuole attuare la distinzione tra docenti meritevoli e non. Tali criteri non possono in alcun modo essere il frutto di giochi politici. Bisogna valutare i processi della scuola, non basta la fotografia di un test. Nei nuclei di autovalutazione ci siano studenti eletti. A partire dalle idee che raccoglieremo tra gli studenti, presenteremo un documento di proposte al Partito Democratico, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini, perché la sfida del cambiamento non si fermi ad aggiustare ciò che non va, ma ci faccia gettare il cuore oltre l’ostacolo, ci dia l’ambizione di andare fino in fondo. E giocarcela.

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