Palazzo San Giorgio, il consigliere Ambrosio chiede che sull’ex Ariston non venga costruito un edificio da otto piani

Il consigliere comunale Michele Ambrosio

Il consigliere comunale dell’UdC, Michele Ambrosio, attraverso una nota stampa, lancia un appello al Comune di Campobasso e ai proprietari dell’ex Ariston di voler rinunciare al progetto, al fine di preservarne la struttura storica.

“Tre piani interrati a parcheggi da 1.160 metri quadri ognuno e otto piani fuori terra di cui due per utilizzo commerciale (da 1.800 metri quadri complessivi) e sei ad uso residenziale e uffici (da  840 + 70 metri quadri  per ciascun livello) per complessivi 39.730 metri cubi (10.260 parcheggio, 6.355 commerciale e 23.115 residenziale)  sono i numeri dell’intervento edilizio presentato il 17 febbraio e che andrebbe a sostituire lo storico edificio del cineteatro Ariston – scrive Michele Ambrosio -. Uno dei pochi esempi di architettura di pregio, di rilevanza storica e culturale, oltre che sentimentale, da preservare e che invece verrebbe abbattuto, spianato dalla realtà e dalla memoria campobassana,  privando di fatto la città di settant’anni  di “vita”  dagli anni quaranta ad oggi, per fare posto a garage, appartamenti e locali commerciali, violentando altresì l’attuale contesto urbanistico con una aggressione a cemento armato.

Un appello ai proprietari  dell’Ariston a che venga impedita anche la sepoltura  dei loro sacrifici, della loro passione, della loro storia racchiusa in quel teatro, la cui sorte è comunque ancora condizionata dall’iter che la soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Molise ha avviato per il riconoscimento del notevole interesse culturale del cinema teatro Ariston.

Un ‘bene’ – conclude Michele Ambrosio – che deve essere acquisito al patrimonio comunale per farne il perno della politica culturale cittadina e regionale, con l’aiuto ed il sostegno finanziario di tutti, in primis della Regione, ma anche attraverso un azionariato popolare o una cordata di imprenditori che vogliano preservarlo e valorizzarlo, e con cui il Comune deve attivare da subito un tavolo di confronto e di mediazione”.

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