
Domenico Rotondi
Si è svolta lo scorso fine settimana, nel cuore della Maremma toscana, la ventiquattresima Assemblea nazionale dei Circoli di Legambiente, appuntamento centrale per la rete ambientalista più diffusa d’Italia, che conta oltre seicento gruppi territoriali attivi in ogni regione. È stata una tre giorni intensa di confronti, laboratori e plenarie, durante la quale i delegati hanno rinnovato il proprio impegno per la tutela dei territori e per un futuro fondato sulla sostenibilità, sulla giustizia ambientale e sociale e sulla responsabilità collettiva.
Tra i protagonisti anche Legambiente Molise, rappresentata da una delegazione di volontari che ha preso parte ai lavori. «Si tratta di un appuntamento ormai consolidato – ha spiegato il direttore regionale Giorgio Arcolesse – utile a scambiare esperienze con i volontari di tutta Italia e a costruire insieme il futuro associativo. Un’occasione che ci consente di osservare ciò che accade nel resto del Paese e di riportare nel nostro territorio le migliori pratiche in campo ambientale». Un entusiasmo condiviso anche da Federica Tanelli, responsabile regionale giovani del sodalizio molisano: «Partecipare all’Assemblea è stato un momento immersivo e altamente formativo – ha raccontato – un contesto di confronto e di crescita, in cui l’esperienza dei volontari storici si è intrecciata con l’energia innovativa dei più giovani. Si è discusso di green jobs, agroecologia, benessere animale, sostenibilità e valorizzazione dei territori, in un clima di collaborazione con la struttura nazionale. È uno spazio che rafforza il senso di appartenenza a una comunità determinata a promuovere il cambiamento con opere concrete».
La tre giorni di Rispescia ha confermato il ruolo dei circoli come presìdi di cittadinanza attiva: dai progetti di volontariato ambientale alle campagne di sensibilizzazione, dalle attività educative nelle scuole alla difesa del territorio contro la cementificazione e l’abbandono delle aree interne. Un impegno che ha assunto nuova urgenza alla luce dei dati allarmanti sul consumo di suolo diffusi da ISPRA: dal 2012, anno di avvio del monitoraggio, non si era mai registrata una perdita tanto estesa di suoli agricoli, divorati da urbanizzazioni e infrastrutture, mentre il Paese affronta un preoccupante declino demografico. Ancora più inquietante risulta lo spostamento del fenomeno verso Sud – Puglia, Sicilia e Sardegna hanno ormai raggiunto i livelli di consumo di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio – segno di un equilibrio territoriale sempre più fragile. In questo scenario, una nota di speranza è giunta da Bruxelles, dove il Parlamento europeo ha approvato la Soil Monitoring Law, la prima direttiva comunitaria dedicata alla tutela dei suoli. Pur meno ambiziosa rispetto alla proposta iniziale, la nuova normativa stabilisce finalmente un quadro comune per il monitoraggio della qualità del suolo e dei fattori di degrado, a partire dalla contaminazione.
L’Assemblea dei Circoli di Legambiente si è così conclusa con un messaggio chiaro: serve una legge nazionale per una vera rigenerazione urbana e per la modifica dell’articolo 5 del decreto agricoltura, affinché il consumo di suolo venga realmente contenuto e la cura dei territori diventi una priorità politica, economica e culturale. Dalla Maremma al Molise, passando per ogni angolo d’Italia, la rete dei circoli continua a rappresentare la spina dorsale di un movimento che non smette di credere nella forza del volontariato e nella possibilità concreta di costruire un Paese più giusto, verde e consapevole.