Tagli al trasporto pubblico locale, le preoccupazioni del forum: “Negato il diritto costituzionale alla mobilità”

Il Forum del Trasporto Pubblico Locale del Molise esprime massimo allarme per i tagli annunziati al servizio e innanzitutto perché ci pare – si legge nella nota stampa – che il problema si stia affrontando, tranne da parte di alcune istituzioni e dai lavoratori minacciati di perdita del lavoro, quasi fosse una“normale” procedura burocratica e per altro con una sorta di rassegnata accettazione da parte dell’opinione pubblica e degli utenti.

“Quest’ulteriore taglio del finanziamento del trasporto pubblico locale – scrivono dal Forum e di conseguenza del servizio non è qualcosa a cui ci si può adattare  o che qualcuno aggiusterà. Giustamente si evidenzia che già lo scorso anno, con ennesimo taglio, si è raggiunto il livello dei “servizi minimi”, il che significa che al di sotto viene negato il diritto costituzionale alla mobilità e che  viene violato un principio fondamentale nella gestio0ne del  servizio che deve essere “conveniente” altrimenti chi può si muove con altri mezzi e chi già soffre una condizione di disagio economico viene spinto verso la povertà o l’emarginazione. Ricordiamo per tutti il caso di cui ci occupammo di un lavoratore molisano rientrato in uno dei nostri paesi, che non potendo permettersi l’uso dell’automobile, vivendo di lavoretti precari cui, per i tagli del servizio, non poteva più accedere fu costretto ad emigrare di nuovo. Non è un caso limite ma segnale di una sofferenza diffusa. Pensiamo quindi alle migliaia di lavoratori e studenti che ogni giorno  accedono a Campobasso ed alle altre cittadine di servizi (Scuole, uffici, tribunali, strutture sanitarie ecc.) che  vivranno un ulteriore disagio  ma di più a  quelli delle famiglie cadute in povertà o interessate dal processo d’impoverimento, agli studenti che vanno a scuola con sacrificio, ai molti lavoratori che nelle nostre città trovano lavori a bassa remunerazione per i quali la riduzione del servizio non è solo un disagio ma una sofferenza autentica.

Ci preoccupa il destino dei lavoratori  del settore di cui, con la riduzione del servizio, si prevede il licenziamento. Si tratta di lavoratori prevalentemente con anzianità di servizio, non facilmente  ricollocabili  nonostante l’acquisita  professionalità, capifamiglia che improvvisamente verrebbero buttati per strada,

Paghiamo anni di disattenzione a questo settore e di mancanza di politiche tese a promuovere modelli di mobilità diversi da quello eccessivo e spesso inutile dell’auto privata; sì perché la soluzione del problema è quella di far aumentare l’uso del mezzo pubblico, migliorarlo, arricchirlo, potenziarlo perché diventi conveniente, preferibile rispetto al altri modelli di mobilità.

Oggi però siamo all’emergenza e dobbiamo affrontarla, non ritirarci .

Occorre che la Regione riapra  la trattativa a livello di Conferenza Stato Regione che ha provveduto alla ripartizione del Fondo messo a disposizione dal Governo nazionale, richiamando la particolarità del Molise con l’insediamento umano molto  diffuso  sul territorio, chiedendo alle altre Regioni (che certamente hanno problemi anch’esse) un concorso solidale con somme che, se ripartite tra tutte, non rappresentano un impegno insostenibile.

Occorre che la Regione ed i Comuni facciano uno sforzo per garantire, per questo anno, la copertura della quota del finanziamento ridotto. Questa non è la soluzione ma deve servire a mettere in   atto un processo vasto, coinvolgente, che faccia prendere coscienza che il Trasporto pubblico è un bene per tutti e non può essere sacrificato. In quest’anno occorre avviare da subito tavoli di lavoro con gli enti pubblici, i gestori, tutte le istituzioni e le associazioni economiche, sociali, sindacali  per studiare ed applicare misure che garantiscano il servizio e lo rilancino; che pure ci sono.

Occorre una grande campagna educativa dei cittadini per capire il valore di questo bene comune che si difende innanzitutto usandolo quando più è possibile.

Non c’è modo di sfuggire da questo imperativo perché lo Stato, specie perdurando la crisi economica,come ha fatto per diversi anni, tenderà a finanziare ancor più  parzialmente, com’è nell’ordinamento e nei principi, perché la copertura totale deve avvenire con l’utile d’esercizio. Occorre mettere in atto un processo culturale, di comportamenti, di  modelli di vita rivoluzionario. Continuando con i pannicelli caldi si finirà alla riduzione ai minimi termini del servizio, quasi inutile.

Occorre quindi una grande mobilitazione dei cittadini per la consapevolezza dei loro diritti ma anche di assunzione di responsabilità.

Noi – conclude il comunicato stampa – abbiamo fiducia che uno sforzo collettivo, se sostenuto, motivato, è possibile e ci mettiamo a disposizione sollecitando le istituzioni, Regione e Comuni, a istituire subito tavoli di lavoro per studiare e proporre le soluzioni, per avviare una grande campagna educativa finalizzata a valorizzare il trasporto pubblico, per uscire dalla logica di “a da passà a nuttata”. 

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