Transumanza d’Italia, un successo dalla Puglia al Molise

Vivere la transumanza molisana: un’esperienza che in migliaia hanno assaporato fino al weekend che si è appena concluso. L’happening rurale organizzato dalla famiglia Colantuono di Frosolone, in collaborazione con Asvir Moligal, di cui è direttore Nicola Di Niro, ha raccolto attorno agli antici tratturi tantissimi molisani e pugliesi oltre a un buon numero di turisti.

I Colantuono, guidati dalla cowgirl Carmelina, hanno accompagnato ben 300 mucche podoliche, marchigiane e maremmane, partite mercoledì scorso da San Marco in Lamis, sotto la pioggia. Quattro giorni, 180 km di cammino, un evento che piace a tutti, anche ai meno appassionati di trekking e natura per lo più incontaminata. La candidatura Unesco, formalmente depositata due mesi fa a Parigi dalle massime istituzioni governative nazionali di Italia, Austria e Grecia, ha rinforzato il carico di attenzioni degli amanti delle tradizioni legate alla cultura del territorio, ai bei paesaggi e al buon mangiare.

Commenti entusiastici e applausi lungo le strade d’asfalto e i tratturi ancora intatti, soprattutto in Molise. La presenza di tanti bambini, alcuni arrivati con i loro insegnanti, denota la portata formativa della transumanza intesa come esperienza a contatto con la storia, gli animali e il territorio. E’ la formula di un pianeta sostenibile, che si sviluppa sulle traiettorie del turismo lento, anni luce dalle tecnologie e dalla fretta metropolitana.

Nei quattro giorni di cammino, mucche, mandriani e camminatori hanno attraversato fiumi, immensi sterrati, strade d’asfalto e incontrato comunità molto accoglienti. In migliaia lungo tutto il percorso. A Santa Croce di Magliano alle 10 di sera, c’erano oltre 200 persone in festa per il passaggio della carovana. I caciovacalli podolici, la manteca, le carni e le torte dei Colantuono, tutti prodotti di altissima qualità, hanno reso ancora più godibili le serate trascorse intorno al fuoco o sui prati. Quest’anno pure l’inedito attraversamento del cantiere di una superstrada in fase di costruzione sul tratturo, a pochi km da San Paolo di Civitate, problema non di poco conto che tuttavia non ha scoraggiato gli organizzatori di Asvir Moligal e i protagonisti.

Tantissima gente all’arrivo di Acquevive di Frosolone, dove le mucche pascoleranno per i prossimi sei mesi. Colpo d’occio invidiabile. Alla vista dei presenti, lungo gli ampi sentieri d’erba, si sono sovrapposte immagini del vissuto dei luoghi legati alla pastorizia. E anche alla storia, come nel caso del guado del fiume dei Sanniti, il leggendario Biferno. Bovari e mucche hanno attraversato le gelide acque dell’unico corso d’acqua interamente molisano. Quasi una scena da esodo biblico all’alba di sabato. Sentite anche le soste per l’accoglienza nei pressi di Santo Stefano, vicino Ripalimosani,Castropignano e Torella del Sannio su una porzione di tratturo (il Lucera-Castel di Sangro) maestosamente intatto nei vecchi 60 passi napoletani (111 metri) e affollato da curiosi e turisti.

Frosolone, infine, la passerella trionfale prima dell’arrivo di Acquevive. Bovini, cavalli e cavalieri, tutti insieme. Ai lati la gente, curiosa e affascinata. Entusiasmo e bei ricordi, quelli del passato e quelli di un futuro che potrebbe vedere la transumanza svettare nelle preferenze Unesco. All’arrivo abbracci, sorrisi, pubblico e un premio speciale alla famiglia frosolonese: un enorme campanaccio realizzato dall’artigiano lucano, Mario Valenzano, e consegnato dal neo Assessore regionale al Turismo e alla Cultura, Vincenzo Cotugno e dal sindaco di Frosolone Giovanni Cardegna. Grande la soddisfazione da parte dei Colantuono, tutti stanchi ma comprensibilmente emozionati: il più grande dei fratelli, Felice, che come suo cugino, porta il nome del mitico nonno, zi’ Felice – l’uomo che ha ridato lustro alla transumanza – poi Franco, Carmelina, Antonio, Nunzio, Carmelo e tutti gli altri mandriani hanno brindato a una tradizione secolare che, grazie alla volontà e al mestiere imparati sul campo, resta in vita, spontanea, vera. Aspettando l’Unesco…

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