Alla Camera dei Deputati, nella giornata di lunedì 26 febbraio 2024, in programma la discussione generale sulle mozioni presentate per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante: una patologia neurologica riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dal 1992 e che colpisce in Italia tra i 2 e i 3 milioni di persone, corrispondenti al 3-4% della popolazione.
È in corso, infatti, l’iter per il “riconoscimento della fibromialgia o sindrome fibromialgica quale malattia invalidante che dà diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria nonché disposizioni per la sua diagnosi e cura”.
Nel corso della seduta, a presentare la mozione per il Gruppo Fratelli d’Italia, è stata la deputata molisana Elisabetta Lancellotta, che ha ribadito, in apertura del suo intervento, come “quello della fibromialgia sia un argomento delicato, sul quale Fratelli d’Italia chiede il massimo impegno da parte delle istituzioni. Occorre, dunque, una nuova alleanza terapeutica tra medici di medicina generale e specialisti, mettemdo al centro la persona, per rimettere finalmente la persona-paziente al centro delle cure. Ed in questo ci crediamo fortemente”.
“Per tanti ancora non è una malattia conosciuta – ha affermato l’Onorevole Elisabetta Lancellotta – La fibromialgia, però, è una patologia reumatica non infiammatoria che colpisce oltre due milioni di persone in Italia. Tocca più spesso donne in età adulta che ogni giorno fanno i conti con dolori muscolari diffusi spesso in associazione ad altri sintomi quali affaticamento, disturbi del sonno, deficit di memoria e concentrazione, determinando una difficile qualità della vita in molti pazienti, in quanto il dolore cronico limita l’attività fisica, la vita sociale e lo stato di benessere complessivo. Le cause esatte dell’insorgenza della fibromialgia non sono note, ma l’ipotesi è che multipli fattori genetici e ambientali possano concorrere allo sviluppo della malattia”.
“La fibromialgia – ha proseguito la deputata molisana – è una delle sindromi dolorose croniche, da cui consegue una pessima qualità della vita, un grave impatto sull’umore, nonché ripercussioni in campo relazionale e sociale”.
“In campo lavorativo, tra il 35 e 50% dei pazienti non lavora con impattanti conseguenze economiche per la persona affetta da fibromialgia”, ha sottolineato Lancellotta.
“Il problema è quello che, sotto il profilo diagnostico, non esistono esami specifici, marcatori per l’individuazione della patologia, tanto che spesso la diagnosi avviene a distanza di tempo, e nemmeno terapia risolutive – l’intervento dell’On. Lancellotta – Tante le richieste per lenire, almeno in parte, gli effetti, nel senso più ampio del termine, della sindrome fibromialgica, come l’inserimento della fibromialgia tra le malattie croniche invalidanti che danno diritto all’esenzione della spesa sanitaria per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale necessarie al monitoraggio della malattia e alla prevenzione degli aggravamenti e delle complicazioni”.
“A livello nazionale sul tema c’è tanto da fare – ha continuato Lancellotta nel suo intervento a Montecitorio – Pur essendo assente nel nomenclatore del Ministero della Salute, la fibromialgia è prevista come diagnosi nei tabulati di dimissione ospedaliera e il riconoscimento di tale patologia risulta disomogeneo sul territorio nazionale con conseguente disparità di trattamento dei pazienti affetti da fibromialgia a seconda del territorio di residenza”.
“Il primo passo da fare per colmare questo vulnus – ha concluso la deputata di Fratelli d’Italia – è riconoscere la fibromialgia come malattia cronica e invalidante, proseguendo nel percorso intrapreso e volto a perfezionare l’iter delineato con la legge 208/2015, in coerenza con i principi di rilevanza costituzionale sottesi all’aggiornamento dei LEA, fra i quali la tutela della salute, il rispetto degli equilibri di finanza pubblica, la leale collaborazione, il contenimento della spesa. È importante istituire un registro nazionale della fibromialgia per la raccolta e l’analisi dei dati clinici e sociali riferiti alla fibromialgia, ma anche l’istituzione di un tavolo tecnico per definire un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale del paziente fibromialgico con l’attivazione di un percorso dedicato ai pazienti con dolore. Attraverso tale strumento si vogliono ridurre i pazienti che ricorrono in maniera inappropriata al pronto soccorso e quindi impegnano tutti i servizi della rete di emergenza – urgenza. Tra le necessità, la giusta formazione dei professionisti coinvolti nel percorso assistenziale, nonché un impegno da parte di tutte le istituzioni per diffondere una maggiore conoscenza dei sintomi della malattia e a promuovere il ricorso al medico di base, al fine di favorirne una diagnosi precoce e corretta”.