A quaranta giorni dalla presentazione delle liste e a due mesi e mezzo dalle elezioni Regionali si parla solo di Politiche

Clima di incertezza e confusione all'interno delle coalizioni per la scelta dei candidati presidenti

A due mesi e mezzo dalle elezioni regionali, dopo diverse settimane in cui il dibattito politico è stato anche abbastanza infuocato, l’argomento sembra essere stato messo da parte dagli addetti ai lavori. Eppure, il rinnovo del Consiglio regionale dovrebbe (salvo colpi di scena) esserci domenica 22 aprile 2018. Ovvero, tra esattamente due mesi e mezzo. Quaranta i giorni, invece, che mancano alla presentazione delle liste. Un periodo, che sembra lungo, ma che, per chi mastica di politica, è un niente, considerando che le coalizioni sono ancora incerte, i candidati dovranno espletare le pratiche legate alla composizione delle liste e, soprattutto, governatore uscente Frattura a parte, il quale non ha mai spostato di un centimetro le sue velleità di candidarsi, mancano ancora i candidati alla presidenza della Giunta regionale, chiamati a sfidare l’attuale numero uno di Palazzo Vitale.

‘Uniti si Vince’ è il motto del centrodestra per le Politiche. Coalizione che sembra avrebbe ritrovato l’unità di intenti, anche se i movimenti civici, che sono stati i primi richiamare all’unità, rivendicano che la scelta ricada sul presidente del Tribunale di Isernia, Enzo Di Giacomo.

Gran parte del peso specifico ricade sull’eurodeputato Aldo Patriciello, mai come in questa campagna elettorale delle Politiche, in campo in prima persona, in maniera decisa e imponente. Il pallino del gioco, nel centrodestra, è in mano all’esponente del Parlamento Europeo, che potrebbe dettare tempi e modalità della scelta del candidato presidente. Ma il resto della coalizione, soprattutto chi non è in corsa alle Politiche, preme in una scelta celere, per iniziare a ufficializzare le rispettive candidature.

Un rebus risiede nella eventuale scelta dell’ex governatore Michele Iorio, qualora eletto al Senato, sul proprio fattivo impegno alle regionali, oppure se preferirà guardare a Roma e, così, concludere la sua lunga carriera politica con un’attività costante a Palazzo Madama.

Sul fronte centrosinistra, si attendono le Politiche. Il Partito Democratico ha schierato tutti i ‘big’ in campo per le elezioni del 4 marzo, anche se la segretaria regionale Micaela Fanelli ha già avvisato gli alleati che le primarie non avranno luogo “per mancanza del tempo necessario per organizzarle”.

Il governatore Frattura, dopo aver incontrato gli amministratori locali, iniziata la campagna elettorale, ha abbassato i riflettori sulle regionali. Anche lui guarda con interesse ai nuovi equilibri che si instaureranno dal 5 marzo in poi, anche perché alle Politiche sono scesi in campo il suo vice Facciolla, l’assessore regionale Veneziale e la stessa segretaria Fanelli.

Il presidente della Regione, comunque, non disdegna a incontrare persone, con le quali iniziare a instaurare i discorsi da riprendere tra un mese, approfittando, in questa fase, a fornire un aiuto ai candidati del Partito Democratico.

Si è fermato, o almeno apparentemente, anche l’Ulivo 2.0, la coalizione fondata, tra gli altri, da Ruta e Leva, come spesso annunciato, “per ricostruire un’alleanza vera di centrosinistra senza Patriciello”. Chi strizza l’occhio per la carica di presidente è il Rettore dell’Unimol, Gianmaria Palmieri, attualmente in corsa al Senato con ‘Liberi e Uguali’.

Anche il Movimento 5 Stelle è interessato, per ora, soltanto alle Politiche. La scelta del candidato presidente passerà attraverso il blog pentastellato, ma per il ruolo più ambito Patrizia Manzo non disdegnerebbe di ricevere il testimone di Antonio Federico, il quale ha deciso di impegnarsi per Montecitorio. Ovviamente, oltre all’attuale consigliera regionale, all’interno del Movimento sono tanti gli iscritti ad ambire al ruolo di leader.

Nel doppio appuntamento elettorale e nella confusione che regna, dovuta all’incertezza delle coalizioni e dei loro candidati, a settantacinque giorni dal rinnovo della classe politica regionale, a rimetterci sono i cittadini, sempre più frastornati da liste, simboli, candidati, spot e promesse. Quest’ultime, tipiche delle elezioni, disegnano una Italia e un Molise migliori. Ma i problemi dei cittadini resteranno sia dopo il 4 marzo sia dopo il 22 aprile. E questa è l’unica certezza oggi in mano al cittadino-elettore.

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