Enrico Colavita candidato al Senato per il Pd lascia la presidenza di Confindustria: “Mi candido da indipendente, senza tessere di partito”

"A Di Pietro vorrei dire che non è stato messo da parte per causa mia”

Una candidatura accettata da indipendente e senza tessere di partito quella di Enrico Colavita in corsa sul maggioritario per il Senato, candidato per il Pd insieme all’uscente Laura Venittelli (per il proporzionale), Vittorino Facciolla e Maria Teresa D’Achille alla Camera, Micaela Fanelli e Carlo Veneziale sul proporzionale per Montecitorio.

L’imprenditore, originario di Sant’Elia a Pianisi, lascia la carica di presidente degli industriali del Molise che dovrà ora scegliere il successore, il cui nome più quotato resta quello dell’ex numero uno Mauro Natale. Per ufficializzare la decisione Colavita incontra i giornalisti proprio nella sede di Confindustria in via Cardarelli a Campobasso, in una conferenza in cui non nasconde come sia stato sorpreso della scelta ricaduta sul suo nome, arrivata direttamente dalle stanze romane. “Credo – dice Colavita ai giornalisti – che la mia figura sia emersa dal consesso della segreteria nazionale del partito. Io ne ho avuto comunicazione solo dopo, con una telefonata che ha anticipato quella della segretaria Fanelli”. Dunque nessuna riunione e nessuna intesa pregressa, ma soprattutto nessuna intenzione di “soffiare” il posto all’ex magistrato di mani pulite Antonio Di Pietro. “Credo che il risentimento di Di Pietro – dice Colavita – sia personale nei confronti di Renzi, ma mi preme sottolineare che il suo nome non è stato messo da parte per causa mia. Avrei voluto dirglielo di persona, ho anche provato a contattarlo, ma non sono riuscito a raggiungerlo. Spero di farlo quanto prima”.

L’imprenditore non nasconde come la sua scelta di accettare la candidatura sia stata mossa anche dalla sua voglia di tornare in Molise “a dialogare e operare con la mia gente, se – dice – me ne sarà data la possibilità”.

Mi sono preso – prosegue – qualche giorno per pensare, però alla fine ho deciso di accettare per dare un contributo propositivo alla regione. I miei figli sono divisi tra Roma e l’America e stiamo rilanciando qualche investimento in Molise e, non nascondo di voler tornare nella mia terra”.

Colavita che nel 2001 ricevette la proposta di candidatura direttamente da Silvio Berlusconi, in quell’occasione rifiutandola, non si preclude nemmeno la strada di possibili larghe intese di Governo. “Ciò che ci interessa – dice – sono le riforme per il bene del Paese, abbiamo appoggiato la riforma costituzionale e con il Governo uscente, come Confindustria, abbiamo condiviso una serie di incentivi, tra cui quelli che puntano sull’innovazione delle imprese. La strada da seguire è questa” e, per Colavita, è anche questa la priorità, al di là dei simboli. “Sono per il confronto, non per le divisioni, così come ho dimostrato nella mia esperienza in Confindustria. Oggi lascio il mio incarico da presidente per correttezza e deontologia, cercando se me ne sarà data l’opportunità, di portare altrove questo pensiero di inclusione”.

Sulla campagna elettorale che sta per iniziare l’imprenditore, con estrema umiltà, si dice ancora del tutto impreparato. “Stamattina – confessa – ho cercato di capire come ci si organizza, al momento ancora non so cosa fare. Lo capirò nel giro di qualche giorno, perchè in fondo – conclude con senso pratico – le capacità organizzative non mi mancano”.

 

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