La Gam chiede garanzie, lavoratori in bilico tra cassa integrazione e licenziamenti

In via IV Novembre la protesta degli ex Solagrital e la questione all'attenzione del Consiglio regionale

Esonerare la Gam dal pagamento delle spettanze fino a quando non sarà operativo il decreto per coprire un altro anno di Cigs. È questo con molta probabilità il destino a cui vanno incontro i 262 lavoratori, da questa mattina in protesta in via IV Novembre a Campobasso.

Si tratta di una sottoscrizione, siglata già da 200 di loro, con la quale gli ex Solagrital dichiarano di non avere nulla a pretendere dagli amministratori Gam per 120 giorni, periodo entro il quale la Cigs dovrebbe concretizzarsi. Insomma, una garanzia per l’azienda in concordato preventivo che, altrimenti, rischierebbe di rispondere personalmente davanti ai lavoratori se qualcosa dovesse andare storto con il riconoscimento degli ammortizzatori sociali.

Senza questo passaggio la Gam andrebbe a retrocedere dal fitto della Solagrital e, in quel caso, per i lavoratori ci sarebbe solo ed esclusivamente la via del licenziamento da parte di un’azienda fallita.

Tuttavia, la via d’uscita per salvare il salvabile, quella che impegna i lavoratori a rinunciare a 4 mesi di spettanze dovrà interessare tutti. Se anche uno di loro dovesse decidere di non firmare, ci sarebbe la revoca da parte di Gam che, di fatto, farebbe saltare il riconoscimento della cassa integrazione, la cui firma è prevista per domani, 15 novembre, a Roma.

Per questo motivo i lavoratori questa mattina, mercoledì 14 novembre, hanno bloccato il traffico e protestato dinanzi ai cancelli di Palazzo D’Aimmo, dove in tarda mattinata si è riunito il Consiglio regionale.

Acceso lo scontro in aula tra maggioranza e minoranza. In modo particolare ad avanzare una controproposta è stato l’esponente del PD, Vittorino Facciolla. Una legge regionale per coprire le spettanze dei lavoratori e dare le garanzie necessarie alla Gam attraverso la FinMolise.Una legge fotocopia a quella del novembre 2016”, è stata la richiesta avanzata dall’ex assessore.

Una soluzione quest’ultima, fortemente osteggiata dal governatore Toma, il quale ha ricordato all’aula come la legge regionale fu abrogata a seguito delle osservazioni molto pesanti compiute dal Governo. “All’epoca, così come previsto dalla legge, – le parole del numero uno del Molise – risultò illegittimo stanziare fondi per le aziende molisane a un’azienda in crisi che può godere solo di particolari forme di aiuti. Forse in quella situazione anche io avrei votato quel provvedimento. Ma oggi c’è un precedente, non possiamo votare qualcosa che sappiamo è illegittimo”.

Diversa la richiesta  dei Cinque Stelle che con un Ordine del Giorno avrebbero voluto impegnare il governatore a trovare la copertura economica fino all’attivazione della cassa integrazione.

Solo nel pomeriggio l’aula è arrivata ad approvare la mozione presentata dallo stesso Toma. Un atto che ha ricevuto l’ok dall’aula con il voto contrario di Fanelli e Facciolla e con l’astensione dei pentastellati.

Si tratta di un documento che, nell’immediato non fornisce alcuna risposta ai lavoratori,  ma che conferma la strategia di exit strategy della Gam, nonchè la volontà di sostenere l’ottenimento della Cigs.

Nel documento anche la richiesta al Governo di stanziare ulteriori risorse finanziarie per consentire alla Gam altri 12 mesi di ammortizzatori sociali.

Intanto, in via IV Novembre le luci si sono riaccese sulla disperazione di numerose famiglie che ormai da troppo tempo, nella ventesima regione, sono costrette a fare i conti con il lavoro che manca.

Dinanzi Palazzo D’Aimmo è così tornato a risuonare quel grido di aiuto troppo spesso inascoltato da parte degli esponenti politici, molto più appassionati a un gioco di spartizione di poltrone e incarichi tra parenti, amici e affini.

f.a

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