La politica che non va in vacanza. L’ex consigliere regionale Massimo Romano su facebook nel giorno di Ferragosto: “Frattura fa sempre il contrario di quello che dice di voler fare: l’11 agosto ha distribuito 241mila euro a quattro giornali locali. In questi quanti giornalisti sono assunti?”

Massimo Romano

Non tutta la politica è andata in vacanza a Ferragosto: c’è chi, come l’ex consigliere regionale e comunale di Campobasso, Massimo Romano, anche in un giorno di festeggiamenti non ha potuto fare a meno di rendere pubblica una riflessione sulle vicende molisane, segnalando, su facebook con un post, il ‘blitz’ ferragostiano della Giunta Frattura.

“Furbo con scasso. Il format del bidone è sempre lo stesso e ormai collaudatissimo: fare esattamente il contrario di ciò che si dice di voler fare, prendendo per il culo i cittadini (molti dei quali, peraltro, sembrano gradire particolarmente, soprattutto se elettori del PD). Quattro giorni fa, con delibera n. 397, la Giunta Frattura ha distribuito 241mila euro a quattro giornali locali, in base ad una porcheria di legge regionale (ereditata dalla scorsa legislatura) che proprio Frattura aveva promesso di abrogare perché finanzia con soldi pubblici anche presunti editori che non hanno nessun giornalista assunto e non applicano i contratti di categoria (senza parlare di come taluni dei noti beneficiati ‘interpretino’ il pluralismo e l’indipendenza dell’informazione…). Il bello è che proprio nelle stesse ore Frattura annunciava (con 18 mesi di ritardo) il varo della legge sull’informazione (il cui testo è ancora irreperibile) per “promuovere i livelli occupazionali dei giornalisti con le garanzie dei contratti di categoria”. Il copione è standard: autorizzano biomasse e torri eoliche ma diramano comunicati in difesa dell’ambiente contro biomasse e torri eoliche; smantella la sanità pubblica ma va ai gazebo a firmare le petizioni dei comitati in difesa della sanità pubblica. Fa così praticamente su tutto: autostrada, quote rosa, indennità… E fa bene: a giudicare dai silenzi, dagli ammiccamenti e dalle (anche se sempre più sparute) difese d’ufficio, ai suoi elettori piace così”: questo il post di Ferragosto di Massimo Romano.

Soldi a volontà, dunque, per alcuni organi di informazione, secondo la legge numero 28 del 10 novembre 2009, “Misure urgenti a sostegno degli editori molisani operanti nel settore della carta stampata”.

Il Governatore Frattura aveva affermato, sin dalla sua campagna elettorale, di voler abrogare tale legge, tanto che appena qualche giorno prima della delibera di Giunta, atta a stanziare € 128.482,34 a “Il Quotidiano del Molise”, € 64.243,12 a “Primo Piano Molise”, € 30.113,20 a “Il Settimanale”, € 18.068,17 a “Il Bene Comune”, il numero uno di via Genova aveva convocato editori, Ordine dei Giornalisti e Assostampa, per discutere della nuova legge sui contributi all’editoria locale, comprendendo quotidiani, periodici, televisioni e anche l’informazione via web.

Scopo della nuova norma, da rivedere per diverse lacune e dunque ancora in fase di elaborazione, è quello di salvaguardare i livelli occupazionali dei giornalisti, una classe che in Molise è bistrattata, ma della cui condizione non se ne parla, così come si fa per le tante emergenze lavorative proprie della ventesima regione d’Italia. In pratica succede che in Molise i giornalisti pubblicizzano tutti i giorni la crisi del mondo del lavoro, senza mai parlare di quella che attanaglia il mondo dell’informazione.

Presupposto della nuova legge (poco gradito ad alcuni editori) è quello di avere giornalisti assunti che compongono la redazione. E per assunzione non si intende di certo il contratto a progetto, bensì il contratto di lavoro dipendente, secondo la contrattazione collettiva nazionale, l’Aeranti-Corallo per l’informazione radiotelevisiva, il FIEG-FNSI per la carta stampata. In pratica, con la nuova legge, si aiuteranno i giornalisti ad avere stabilizzazione, maggiori garanzie e sicurezze (senza contratti di lavoro, infatti, non si rientra nei canoni dei contributi pubblici), distribuendo la somma che, anno dopo anno, la Regione Molise intenderà inserire nell’apposito capitolo di bilancio, secondo una ripartizione equa: tanti soldi quanti saranno i giornalisti assunti con uno dei contratti poc’anzi citati.

Dal post di Massimo Romano sorgono alcune riflessioni. La prima: visto che, come ha affermato Frattura durante l’incontro con gli addetti ai lavori, la nuova legge sarà approvata entro la fine di ottobre, facendo votare l’urgenza, perché non aspettare e dividere la somma distribuita tra tutte le testate che ne faranno richiesta, non appena in vigore la nuova norma, dando respiro anche alle televisioni e alle testate web? Siccome presupposto della nuova legge è l’avere giornalisti assunti e la realtà molisana (Primo Piano Molise, Telemolise, Teleregione e qualche rarissima eccezione a parte) è drammatica con una percentuale altissima di giornalisti che lavorano in nero e che, quotidianamente, firmano articoli o appaiono in video, eticamente non sarebbe stato più opportuno aspettare e distribuire questi primi € 240.906,83 a tutti gli organi di informazione?

La seconda riflessione: la Giunta regionale del Molise, che con la nuova legge pretende garanzie per i giornalisti (leggasi contratto di lavoro dipendente), ha verificato prima di approvare la delibera numero 397 dell’11 agosto 2014 quanti sono i giornalisti assunti per ognuna delle quattro testate che hanno usufruito dei fondi pubblici?

La terza riflessione post-ferragostiana: perché l’opposizione al centrosinistra molisano non ha fatto sentire la propria voce in merito a questa distribuzione, secondo legge sì, ma quanto meno definibile impropria dei fondi pubblici, in quanto usufruita da editori che nel corso degli anni hanno utilizzato e utilizzano ancora nel 2014 giornalisti che lavorano in nero?

Dimentichiamo, per chiudere, che ormai quasi tutto il consiglio regionale è compatto con il presidente Frattura. Restano, in pratica, soltanto l’ex Governatore Michele Iorio e l’ex assessore Angela Fusco Perrella a riuscire a fare una seria opposizione a Palazzo Moffa: gli ultimi baluardi di un centrodestra da rifondare e nel quale solo chi ha mantenuto una certa onestà intellettuale ha continuato ad avere una propria, coerente, linea politica. 

Gli altri eletti in minoranza? Beh, che dire: c’è chi, come Giuseppe Sabusco dell’UdC, ha fatto un accordo col centrosinistra alle comunali di Campobasso, ente nel quale da poco più di un mese il fratello Massimo è assessore della Giunta Battista, andando a rinforzare di fatto la maggioranza di centrosinistra a Palazzo Moffa. Non solo lui si intende: l’esempio Sabusco è solo la punta dell’iceberg di come alcuni nostri politici si siano affrettati a salire sul carro dei momentanei vincitori. E l’opposizione ‘grillina’? Non sono pochi gli elettori pentastellati molisani che si aspettavano un’opposizione alla ‘Beppe Grillo’, vivace e contro tutto e tutti, ma che invece si sono dovuti ricredere.

giusform

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