Sanità, i sindaci del Molise: “A rischio le aree interne”. Saia: “Serve unità istituzionale”

La Conferenza dei Sindaci, riunita nella Sala della Costituzione di Campobasso, ha lanciato un nuovo allarme sulla tenuta del sistema sanitario regionale. A preoccupare i primi cittadini – sia dei centri maggiori che dei piccoli comuni montani – è la prospettiva di una drastica riduzione dei servizi sanitari, che rischia di penalizzare in modo irreversibile le comunità delle zone interne.

Sul tavolo c’è la proposta di riorganizzazione della rete ospedaliera presentata dai commissari governativi, chiamati a fronteggiare un disavanzo di 132 milioni di euro. Un piano che, secondo gli amministratori locali, mette a repentaglio il diritto alla salute di migliaia di molisani.

I nodi critici: Agnone e Isernia

I sindaci hanno espresso forte contrarietà a misure considerate insostenibili: dal taglio delle guardie mediche – che passerebbero da 43 a 13 – alla trasformazione dell’ospedale “Caracciolo” di Agnone in una struttura a gestione infermieristica.

Non meno delicata la questione legata al reparto di Emodinamica del “Veneziale” di Isernia, che il piano vorrebbe mantenere solo in via sperimentale, con una verifica dopo 18 mesi. Una prospettiva che, come sottolineato dal sindaco Piero Castrataro, equivarrebbe a un preludio alla chiusura definitiva.

Numeri contro diritti

Il presidente della Regione Roberti e l’assessore alla Sanità Iorio hanno ribadito che la tutela della vita e delle emergenze non può essere sacrificata sull’altare dei bilanci. La particolare conformazione del Molise, con territori isolati e collegamenti difficili, rende infatti indispensabile garantire presidi diffusi e immediatamente operativi.

Un appello rilanciato anche dal presidente della Conferenza dei Sindaci, Daniele Saia, che ha sottolineato la necessità di “svincolarsi dalla logica dei numeri”:

“La vita dei cittadini viene prima dei conti. Nessun molisano deve sentirsi di serie B: tutti hanno diritto a cure tempestive e strutture adeguate, dalla montagna alla costa. È fondamentale lavorare insieme, senza divisioni, per superare i limiti del DM 70 e far valere l’articolo 32 della Costituzione, che garantisce la salute come diritto fondamentale”.

Dialogo e unità

Dal confronto è emersa la volontà di mantenere un canale aperto con tutte le istituzioni coinvolte – commissari, Regione e Asrem – nella convinzione che solo un fronte comune possa portare a soluzioni concrete. “Nei momenti difficili servono calma e spirito costruttivo”, ha concluso Saia.

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