
Il patto prevede un piano di rientro sostenibile per GRIM, con pagamenti scaglionati fino al 2026. In cambio, Molise Acque rinuncia a interessi, spese e cause pendenti, archiviando una disputa che aveva già prodotto decreti ingiuntivi e alimentato lo spettro del collasso del sistema.
Ma non è solo questione di bilanci. Con questa firma, il Molise si assicura la continuità di un servizio essenziale: oltre 2.000 chilometri di condotte, 250 serbatoi e 35 centrali di sollevamento che portano acqua a mezzo milione di persone, famiglie, imprese e campi agricoli in tre regioni.
Il consigliere regionale Massimo Sabusco parla di “risultato politico e istituzionale di portata storica: Non è un semplice accordo economico, ma una scelta di responsabilità. Abbiamo evitato rischi importanti e restituito fiducia alle famiglie, alla produttività agricola e alla competitività industriale. Oggi il Molise volta pagina”.
L’intesa chiarisce i ruoli: GRIM continuerà a gestire il Servizio Idrico Integrato, Molise Acque rimane fornitore all’ingrosso. Due funzioni distinte che ora potranno operare in un quadro finalmente stabile, trasparente e coordinato.
“Questo – aggiunge Sabusco – non è un punto di arrivo, ma l’inizio di una stagione nuova. Vigileremo perché ogni impegno venga rispettato. La credibilità delle istituzioni passa dalla capacità di garantire servizi essenziali. L’acqua è e resterà patrimonio sicuro di tutti”.
L’accordo del 9 settembre diventa così l’inizio di un nuovo corso amministrativo. La governance dell’acqua esce rafforzata, con ruoli definiti, rapporti più ordinati e una prospettiva di stabilità che mancava da anni.