“Il mio progetto è la vita”, commozione e ricordi nella serata per ricordare il magistrato Gianni Falcione. La sorella Lina: “Umile, generoso e con grande umanità, era amato da tutti”

Il concerto del quintetto Leo Quartieri per ricordare il magistrato Gianni Falcione

Commozione e tanti ricordi: questo è stato il leitmotiv della serata “Il mio progetto è la vita”, dedicata al magistrato Gianni Falcione, che si è svolta nella serata di mercoledì 16 marzo 2016 al Teatro Savoia di Campobasso, organizzata dall’Associazione Culturale “Insieme” e dalla Provincia di Campobasso.

La serata ha visto il concerto del quintetto di Leo Quartieri: Erika Petti voce; Sergio Casale sax, tenore e soprano; Marco Borghetti, vibrafono e percussioni; Armin Siros, batteria; Leo Quartieri, contrabbasso, composizioni e arrangiamenti.

Ha partecipato alla serata anche l’attrice Mena Vasellino.

“Un uomo dalla grande umiltà – il ricordo alla platea del Teatro Savoia di Lina Falcione, la sorella di Gianni – e questa era una sua caratteristica che lo ha contraddistinto per tutta la vita. Umile e, al contempo, generoso, perché Gianni guardava alla vita e al prossimo con grande senso di umanità. Queste sue caratteristiche gli hanno permesso di essere amato da tutti, in vita e anche oggi che non c’è più. La sua eredità non deve andare persa, anche per questo motivo è stata istituita una borsa di studio in sua memoria: per ricordarlo e affinché i giovani possano iniziare a costruire il proprio futuro”.

“Un amico e un compaesano – il ricordo del presidente della Provincia, Rosario De Matteische ho visto crescere come uomo e nel suo percorso professionale, vista la differenza d’età. Gianni amava il suo paese e per i sangiulianesi lui non era il giudice Falcione, bensì era l’amico di tutti i giorni, al quale potevi sempre rivolgerti, dato il suo altruismo”.

Il magistrato Gianni Falcione – ricordiamo – è scomparso prematuramente, a 51 anni, il 21 dicembre 2014, dopo aver combattuto contro un male incurabile. Nelle aule di tribunale è ancora vivo il suo ricordo, perché nella sua carriera è stato uomo di alto spessore culturale, ricordato spesso come “un magistrato illuminato”.

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