L'articolo Gestione della cronicità in Molise: la regione può contare su consulenti d’eccellenza sembra essere il primo su CBlive.
]]>Da cinque anni i molisani attendono il piano per la gestione della cronicità, Cittadinanzattiva mette a disposizione le competenze e l’esperienza dei propri volontari. Prosegue il focus di CBlive sui temi cruciali della sanità molisana, grazie al prezioso confronto avuto con il Dottor Tolve e la Dottoressa Picciano, di Cittadinanzattiva Molise. Nel 2019 il Ministero della Salute ha avviato il Patto della Salute, un percorso di condivisione partecipata, da condurre attraverso l’ascolto dei rappresentanti dei tre pilastri del sistema salute: operatori, aziende e associazioni di pazienti. “Noi, come Cittadinanzattiva, offriamo supporto per l’organizzazione e per il monitoraggio della stessa. Il Patto della Salute prevede la collaborazione dei cittadini e le istituzioni locali sono disponibili, ma manca la modalità attuativa di questa collaborazione.” Afferma la Dott.ssa Picciano di Cittadinanzattiva Molise.
Risale a due anni fa l’accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, redatto allo scopo di migliorare la qualità dei servizi, promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e garantire l’unitarietà del sistema. Si tratta di un’importante risorsa per la gestione della cronicità, ma sono pochissime le regioni che vi hanno dato attuazione coinvolgendo realmente i cittadini. Il Dottor Tolve aggiunge che manca anche la messa in atto di numerosi PDTA, formulati dalla Regione Molise e mai applicati. Ad esempio per le persone con la SLA, ma anche per la cardiopatia ischemica. Occorre riorganizzare la medicina del territorio, dando delle norme attuative ai percorsi terapeutici esistenti e assumendo personale dedicato all’assistenza domiciliare, che va potenziata. “Dobbiamo cominciare dalle buone risorse umane, ne abbiamo diverse nella sanità pubblica molisana, e occorre dare anche un riconoscimento alle numerose strutture private accreditate, che operano nel territorio regionale, ne abbiamo 96 in Molise.” Aggiunge Tolve.
La teoria dell’organizzazione snella, lean appunto, è nata in Giappone ed è stata promossa negli anni novanta dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology. Da allora migliaia di imprese hanno adottato questo modello ed è arrivato anche nel management sanitario. Questo approccio intende mettere in atto processi e metodologie gestionali volti alla riduzione degli sprechi e alla ricerca dell’efficienza, elementi essenziali nella gestione della cronicità. “L’organizzazione è un elemento basilare per l’assistenza sanitaria” commenta la Dottoressa Picciano. La volontaria sottolinea come in Molise operano moltissimi caregivers, che spesso non sono i familiari ma dei volontari o vicini di casa “Questi caregivers dovrebbero poter contare sul supporto di una rete organizzativa”, spiega la rappresentante della APS, che sottolinea quanto spesso i professionisti sanitari subiscono il danno di una cattiva organizzazione, probabilmente perché le istituzioni danno poco valore a questo aspetto. “Gli istituti eccellenti del sistema sanitario non hanno migliori professionisti di noi, ma migliore organizzazione e, se i sanitari avessero il supporto di una buona organizzazione, potrebbero essere liberi di dedicarsi pienamente all’aspetto clinico.” Aggiunge.
“Un aspetto fondamentale di una buona organizzazione è la valorizzazione delle risorse e delle competenze personali, perchè la risorsa più grande sono le persone, non i finanziamenti.” prosegue nell’intervista la Dott.ssa Picciano e sottolinea che, se la persona viene supportata da un’organizzazione e valorizzata per le sue competenze, darà il meglio di sè. “Pensiamo ad esempio alla figura del Case Manager, che spesso è un infermiere, si tratta una figura fondamentale nella stesura del Piano di Assistenza domiciliare Individuale.” La Dott.ssa sottolinea che anche a casa possiamo garantire un’assistenza di qualità, ma è fondamentale avere un ambiente, un’organizzazione, non basta un medico, non basta un infermiere, è necessaria la collaborazione di tutto il vicinato, una collaborazione che deve avvenire in maniera ben organizzata.
Carola Pulvirenti
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]]>L'articolo Empowerment e advocacy arrivano in Molise grazie al Gemelli sembra essere il primo su CBlive.
]]>Il primo, degli otto incontri Webinar, sarà il 19 gennaio 2021 alle ore 16.30 e verrà trasmesso sul sito di Gemelli Molise e sulle pagine Facebook della stessa struttura, del CSV Molise e di tutti gli altri partner. “Insieme con un Cuore di Donna” questo il tema del primo incontro. In Italia una donna su due è a rischio di una malattia di cuore, soprattutto dopo la menopausa. Queste patologie interessano ogni anno circa 150mila donne, anche se in età più avanzata degli uomini: tra i 50 e i 60 anni per lei (alta la percentuale nelle città) tra i 40 e i 50 anni per lui. Non solo. Dopo i 60 anni il 30% dei casi di infarto riguarda una donna e la percentuale cresce con l’aumentare dell’età. Le cause? Stress, vita sedentaria, fumo, troppo lavoro, dieta ipercalorica, diabete mellito e pressione alta. Uomini e donne in questo si assomigliano. Eppure molte considerano l’infarto, e il mal di cuore, roba da maschi, trascurando così i rischi che corre il loro muscolo, soprattutto dopo i 50 anni.
Ad affrontare questi temi durante la tavola rotonda “Insieme con un Cuore di Donna” Celeste Condorelli, Amministratrice Delegata, Vincenzo Valentini, Direttore Scientifico, Carolina De Vincenzo, Presidente dell’Ordine dei Medici Provincia Campobasso, Massimo Massetti, Direttore Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Mariano Feccia, neo Direttore dell’UOC di Cardiochirurgia, Rossella Ferro, Direttrice Marketing “la Molise Spa”, e Giuditta Lembo, Presidente Associazione Il Cuore delle Donne. Modererà l’incontro la giornalista Valentina Ciarlante, Responsabile Comunicazione del CSV Molise. Il dibattito sarà arricchito dalle domande del pubblico che
giungeranno anche tramite commenti social.
Il ciclo di otto incontri, promosso da Gemelli Molise, si svolge con il patrocinio di: Regione Molise, Provincia e Comune di Campobasso, Ufficio Scolastico Regionale, Ordini professionali degli Avvocati, dei Giornalisti, dei Consulenti del Lavoro, Caritas Diocesana, Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Partner di “Insieme in salute” anche la Molisana SpA, il Centro Sportivo M2 e la Fonte del Benessere Resort, il Comitato Paraolimpico, la Figc e la Magnolia Basket. Collaborano al progetto numerose associazioni coordinate dal Centro di servizio per il volontariato per il Volontariato: Admo, Aic, Amici della Cattolica, Ail, Avis, Unitalsi, il Cuore delle Donne, Iris, LILT e Lions Club.
Carola Pulvirenti
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]]>Oggi recepiamo il comunicato del Comitato San Timoteo che sottolinea la chiusura del reparto di Chirurgia all’ospedale Cardarelli per il contagio di oltre trenta soggetti, tra ricoverati e personale sanitario. La notizia è preoccupante perché il Cardarelli è l’unico ospedale regionale per le cure tempo dipendenti, pertanto ad oggi non è possibile programmare interventi chirurgici. Ancora una volta la pandemia Covid mette in difficoltà le persone con altre patologie.
Dalla lettera del Comitato San Timoteo si percepisce lo scontento anche per la gestione politica della situazione sanitaria. Se i governanti vengono accusati di inefficienza, gli esponenti dell’opposizione vengono accusati di parlare con la stampa piuttosto che in Parlamento e al Governo. “Anche questi interventi hanno una loro utilità alla causa, sono necessari ma continuano a risultare insufficienti ” – si legge nel comunicato.
Il Comitato dichiara inoltre che, nonostante i tagli di spesa praticati negli anni passati, non si raggiunge ancora l’equilibrio gestionale e si continua a produrre un deficit strutturale di oltre 30 milioni per anno. Per questo, ai senatori e onorevoli molisani, si chiede di proporre un decreto legge simile al decreto Calabria bis, con il quale alla regione Calabria viene assegnato un fondo triennale di 180 milioni di euro. Questa iniziativa – si legge- potrebbe accelerare l’uscita dal piano di rientro e dal Commissariamento e riportare la programmazione sanitaria al Consiglio regionale deputato al compito. “Per raggiungere il risultato, l’iniziativa deve essere supportata dall’intera classe dirigente e politica regionale, senza distinzione di colore, ruolo e appartenenza di partito” dichiara l’ingegnere Nicola Felici, Presidente del Comitato.
Carola Pulvirenti
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]]>Fra le citate aggregazioni spontanee vi è il Comitato Verità e dignità vittime Covid-19, che accusa gli amministratori locali per la scelta di accentrare al Cardarelli l’assistenza ai pazienti covid. Il Cardarelli in Molise rappresenta l’ospedale pubblico più completo, dove afferiscono pazienti con varie patologie. Con l’avvento dell’emergenza il Cardarelli è stato identificato come Hub Covid, ha quindi subito un drastico aumento del carico di lavoro ed una ristrutturazione che è tutt’ora in corso.
I familiari delle vittime Covid, assistiti dall’Avvocato Vincenzo Iacovino, non condividono l’investimento di sette milioni di euro per la ristrutturazione del Cardarelli, necessario a garantire l’assistenza ai pazienti Covid. “Con la stessa cifra – si legge nel comunicato – si sarebbe potuto assicurare il progetto Covid presso il Vietri di Larino, struttura autorizzata e accreditata che non necessita allo stato di alcun intervento di ristrutturazione.” Il Comitato chiede inoltre che venga identificata una struttura autonoma come centro Covid, azienda che potrebbe essere individuata fra gli altri ospedali della regione, situati a Larino, Venafro e Agnone.
La messa in atto della riorganizzazione della rete ospedaliera è prevista per aprile 2021, questo preoccupa i cittadini guidati dall’avvocato. Si tratta di persone che hanno già perso alcuni dei propri cari a causa del Covid, per questo temono l’ulteriore diffusione del virus. L’allarme riguarda anche la presenza contemporanea di persone con Covid e senza all’interno dello stesso ospedale. Situazione che va avanti dal mese di febbraio, sia nell’ospedale Hub Cardarelli, che negli ospedali Spoke di Temoli e Isernia .
“Molti ricoverati per Covid sono deceduti presso il reparto di malattie infettive senza poter essere intubati e senza accedere alla degenza” – denunciano i familiari delle vittime -. Alcuni sono deceduti al pronto soccorso, dopo circa 30 ore di stazionamento su una barella, in attesa di essere ricoverati.” Nel comunicato dello studio Iacovino, si legge inoltre che in Molise gli interventi chirurgici, che necessitano della terapia intensiva, vengono ormai svolti solo in caso di urgenza e il paziente è trasportato subito dopo dal Cardarelli in altri ospedali della regione con tutti i rischi connessi.
Un’altra aggregazione spontanea di cittadini, organizzata sui social, si è unita al Comitato Verità e dignità vittime Covid-19 per contestare l’operato del Presidente Donato Toma. Mercoledì scorso hanno quindi manifestato sotto il palazzo della Regione Molise. La stessa aggregazione ha notato il mancato supporto da parte di altri comitati cittadini e dei rappresentanti delle istituzioni. In questa regione sembra esserci un diffuso dissenso nei confronti dell’amministrazione tuttavia, per raggiungere obiettivi tangibili, sarebbe auspicabile la cooperazione fra i gruppi di cittadini e l’utilizzo di metodi e strumenti innovativi come l’engagement e l’advocacy.
Carola Pulvirenti
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