Pozzi radioattivi: ancora nessuna risposta su ‘cosa’ ha provocato il disastro ambientale. Tutto rinviato a settembre

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

Il Molise ha paura dei pozzi della Montedison. Hanno paura soprattutto gli abitanti di Cercemaggiore, che negli ultimi anni hanno visto un vertiginoso aumento dei tumori e quelli che vivono nei pressi della contrada Capoiaccio dove ci sono i pozzi incriminati di cui abbiamo spesso parlato. Si ha paura ma non si agisce: questo il resoconto all’indomani del summit tenutosi in Prefettura. L’occasione era ghiotta per capire, finalmente, cosa è stato sversato nelle vasche e nei pozzi, tanto da portare un livello di radioattività dieci volte oltre i valori normali, secondo quanto accertato dall’Arpa Molise. Soprattutto perché al tavolo tecnico di ieri, 25 giugno, hanno preso parte, oltre all’Assessore comunale all’ambiente di Cercemaggiore, all’Assessore regionale all’ambiente, i referenti dell’Ispra, Asrem, Arpa Molise, Protezione Civile e vigili del fuoco, gli ex titolari della Montedison che, a quanto pare, hanno portato documentazioni su ‘come’ e ‘perché’ ma non sulla natura degli sversamenti.

Tutto rinviato a settembre per la valutazione dei dati. Dovranno passare ancora tre mesi per avere disponibili i valori che emergono dai prelievi e dalle campionature. Intanto all’interrogazione parlamentare che il Movimento 5 Stelle aveva posto il 17 aprile 2014, il Ministro dell’Ambiente ha risposto ora affidando tutta la fiducia all’incontro in Prefettura che c’è stato e che ha portato con sé solo altro tempo da aspettare.

Che cosa è stato sversato negli anni in quelle vasche? Che pericolo c’è per le popolazioni? Come bonificare? Di chi sono le eventuali responsabilità? Speriamo che questa azione parlamentare quantomeno riesca a tenere alta l’attenzione e soprattutto a mettere la giusta pressione sulle autorità locali competenti affinché tutto non finisca “all’italiana” questo è il commento del M5S.

Exit mobile version