Il ‘diavolo’ delle luci colpisce ancora: tranciati i fili delle luminarie del Castello Monforte. È il sesto episodio in 20 giorni

È stato nuovamente manomesso l’impianto elettrico che alimenta le luminarie istallate al Castello Monforte di Campobasso. È accaduto nel pomeriggio di ieri, domenica 16 dicembre.

Sembra davvero avere dell’incredibile quello che di tanto in tanto accade nella parte più alta della città, dove qualcuno regolarmente si reca per tranciare i fili dell’illuminazione che, per tutto il periodo natalizio, ha reso colorato l’esterno di quella fortezza simbolo del capoluogo molisano.

Ieri pomeriggio, per la sesta volta, è stato necessario un nuovo intervento per ripristinare il sistema di illuminazione.

L’ultimo episodio si era verificato una settimana fa, mentre il primo caso era avvenuto lo scorso 29 novembre. In quell’occasione l’amministrazione di Palazzo San Giorgio si era subito rivolto alla Polizia, sporgendo denuncia.

Un fatto stigmatizzato dagli inquilini del Municipio che, alla vigilia della grande festa in onore dei 300 anni dalla nascita del Di Zinno, lo avevano definito un vero e proprio “sabotaggio”. “Un comportamento – aveva dichiarato il sindaco Battista – che offende tutta la città e il grande entusiasmo per le celebrazioni organizzate per omaggiare il grande maestro”.

Sul caso, intanto, è alta l’attenzione delle Forze dell’Ordine e la zona resta una sorvegliata speciale.

Una delle certezze emerse è che chi ha agito sapeva bene dove mettere le mani e dove andare e recidere i fili.

Insomma, non si tratta di certo di uno sprovveduto, ma di qualcuno che conosce particolarmente bene il meccanismo di funzionamento. Quelli che sono stati tagliati nelle scorse volte e anche ieri pomeriggio sono, infatti, i cavi che non portano tensione.

Ma perché tutto questo accanimento? E soprattutto chi agisce non ha paura di essere scoperto?

Probabilmente no, viene da pensare, mentre il responsabile, in linea con un Natale che ha rievocato gli Ingegni del Di Zinno, è stato già ribattezzato come il diavolo delle luci’.

E chissà se presto si potrà dare un nome e un volto alla mano demoniaca che troppo spesso sta lasciando al buio la parte più alta della città.

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