Operazione ‘Alcatraz’: tra l’Emilia, la Puglia e la Campania la droga arrivava in Molise nelle mani di un ‘clan’ familiare. Coinvolto anche un dipendente Unimol

Blitz all'alba non solo a Campobasso ma anche a Toro e Mirabello. Sette misure cautelari, due in carcere, una ai domiciliari, due divieti di dimora in Molise e due obblighi di dimora, 25 persone denunciate, 19 perquisizioni, sequestri preventivi per 50mila euro

GALLERIA FOTOGRAFICA A CURA DI GINO CALABRESE – Il Gip del Tribunale di Campobasso, Teresina Pepe, su richiesta della Procura ha emesso sette misure cautelari, due in carcere, una ai domiciliari, due divieti di dimora in Molise e due obblighi di dimora. 25 persone le persone denunciate, 19 le perquisizioni e sequestri preventivi per 50mila euro.

Sono questi i numeri dell’operazione Alcatraz, coordinata dal procuratore Nicola D’Angelo, come già detto, le cui indagini sono partite dalla collaborazione con la Polizia Penitenziaria di Campobasso lo scorso maggio 2018 ed hanno portato alla luce un’attività di spaccio di stupefacenti ben radicata sul territorio del capoluogo, coinvolgendo anche aree limitrofe come Toro e Mirabello Sannitico.

Nel corso dell’attività, gli inquirenti hanno, infatti, documentato circa 400 cessioni di stupefacente per un totale di 2500 dosi. 19 perquisizioni eseguite tra Campobasso, Toro, Mirabello Sannitico, San Severo e Giugliano, in Campania. 4, invece, i veicoli sequestrati.

In Molise il traffico di droga arrivava da ben tre regioni: l’Emilia Romagna, la Puglia e la Campania.

A gestire il business campobassano un intero clan familiare che teneva in mano le redini del commercio di marijuana, hashish, cocaina, metadone e suboxone: tutte sostanze stupefacenti sequestrate.

Sequestrate anche somme da capogiro, ricavate dall’attività illecita che ammontano a 44mila euro. A quanto pare nella maxi operazioni è coinvolto anche un dipendente dell’Università del Molise, il quale faceva parte di questo sodalizio criminoso.

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