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Venerdì Santo, il Teco Vorrei emoziona Campobasso

L’emozione è sempre la stessa quando si ascolta il ‘Teco Vorrei’, cantato dalle settecento persone che intonano il canto di Pietro Metastasio, durante la processione del venerdì Santo a Campobasso. L’impatto emotivo è di quelli che strappano il pianto in gola.

Anche quest’anno un’immensa folla ha inondato le strade cittadine per il rito religioso più sentito dalla comunità, con il corteo funebre per la morte di Gesù Cristo che prende il via dalla chiesa di Santa Maria della Croce per attraversare tutte le strade principali del centro cittadino.

Una processione con un’unica voce, capace di commuovere.

 

La preghiera del detenuto

MARIA che sin da quando il tuo figlio era piccolo ti fu predetto che una spada ti avrebbe trafitto l’anima oggi il mio pensiero, a nome di tutti di detenuti, va alle nostre famiglie madri e padri, fratelli, mogli, figli, nipoti che per lunghi anni portano un dolore nell’animo e un senso di abbandono da parte nostra in seguito ai nostri sbagli.

Sì! Chi per averla data vinta alle droghe e chi all’ignoranza o al guadagno facile abbiamo perso di vista i valori più grandi: l’altruismo verso gli altri e il rispetto di noi stessi.

MARIA che sali al Calvario piena di dolore e di compassione molte volte in questo spazio pieno con tanto tempo vuoto che è il Carcere quando parliamo tra di noi tendiamo a sminuire la gravità di quello che ci circonda per non farci schiacciare dai pensieri che portano alla depressione e all’angoscia.

Molti di noi hanno trovato rifugio nella fede, nella Chiesa, soprattutto in Gesù.

Cerchiamo di sfruttare le occasioni dei Corsi che ci sono in Carcere e che possono diventare occasioni per farci risentire nobili e appagati.

MARIA che sotto la Croce guardi negli occhi il Cristo oggi potrei parlarti di tante cose brutte che succedono qui dentro e di come le affrontiamo ma non vogliamo fare le vittime, ci sono nel mondo situazioni molto più pesanti degli anni delle nostre condanne ci sono in Italia tanti detenuti che si suicidano, tante donne che vengono maltrattate e uccise e soprattutto ci sono gli orrori delle guerre in corso nel mondo.

Uniamo le nostre preghiere perché possano toccare il cuore di chi non sente più il dolore dell’umanità.

MARIA che con Cristo morto tra le tue braccia alzi lo sguardo al Padre diciamo questa sera a questa comunità ecclesiale di Campobasso e al nuovo Vescovo Biagio che vorremmo essere visti non solo come detenuti, ma come persone.

Persone che sono padri, mariti, figli, amici di altri uomini e donne. Persone e non solo pregiudicati.

Chi è senza peccato scagli la prima pietra dice Gesù. Siamo tutti peccatori in cerca di Redenzione.

Concludo dicendoti che spesso a furia di cercare una terra altrove non mi accorgo di averla già sotto i piedi.

Posso fare ancora tanto di buono ogni giorno. Oggi non domani! Amen.

 

Il messaggio dell’Arcivescovo, Mons. Biagio Colaianni

Ciao Martin,

saluto te e ogni persona che rappresenti e che porti in questa processione davanti alla città, nella città. Separati dalla distanza e da alcune porte e chiavistelli, ma davanti al Signore che ci ha donato la sua vita, non solo non siamo distanti, ma siamo e ci riconosciamo fratelli nella fede e possiamo ora pregare e portarci gli uni gli altri nella misericordia e nell’amore di Dio. Anche noi vogliamo essere redenti, perchè siamo prigionieri del male, dell’indifferenza, della presunzione e dell’orgoglio di pensarci sempre migliori degli altri, siamo prigionieri dei nostri limiti e delle fragilità, che ci portano, a volte, a ferire coloro che amiamo e non ci fanno vedere coloro che possono aver bisogno di noi.

A voi che conoscete il dolore della lontananza e separazione, che soffrite del giudizio, dell’esclusione, della violenza fatta, ma anche subita, chiedo di pregare Gesù nella passione, che perdoni tutti noi e voi, perché possiamo aprirci alla speranza e possibilità di fare il bene.

Davanti alla Croce di Gesù tutti abbiamo sbagliato: per paura, per il male che alberga nei nostri cuori e del quale non ci siamo ancora liberati; siamo tutti vigliacchi quando non abbiamo il coraggio di difendere e fare il bene, costa sacrificio perché chiede di donare se stessi, sbagliamo quando agiamo solo per interesse personale o di pochi. Sbagliamo quando non ci lasciamo amare da Dio e non vogliamo seguire il Signore Gesù. Abbiamo, però, anche l’esempio di chi non ha sbagliato: la Madre Addolorata ai piedi della croce che consola Gesù ed anche noi con tenerezza. non hanno sbagliato le donne ai piedi della croce che non sono fuggite perché avevano fede vera e profonda e nemmeno il discepolo che Gesù amava che ha capito e lo ha seguito davanti alla croce. Così anche noi questa sera, in processione dietro a Gesù morto al quale vogliamo dire: non ti lasciamo solo, vegliamo con te, ti vogliamo bene, comprendiamo la tua sofferenza e che ti sei fatto carico della nostra. Per questo il tuo popolo numeroso con unica voce, con forza grida al cielo, canta e prega con il Teco vorrei.

Questi sentimenti di fede esprimiamo nel canto: con te Signore voglio portare la croce, sollevarti dal dolore, e voglio seguirti nel donarmi anche io come hai fatto tu per amore. Donami il coraggio perché non mi perda smarrendo la via della vita. Se il Signore, nostro amato, è stato da Pilato condannato, la mia fede, il mio desiderio di pace e fraternità, mi aiuti a capire la tua passione e la tua morte. Ognuno di noi e voi fratelli detenuti, crediamo nella possibile Resurrezione, nella speranza di vedere la Luce, domani nelle nostre storie, e oggi, nei nostri cuori e in relazioni buone e serene con tutti.

Qui tutti, dinanzi alla passione di Gesù, possiamo decidere se liberamente e nella fede vogliamo seguirlo. Decidiamo se vogliamo fare il bene, di cui possiamo essere comunque capaci, o se vogliamo crocifiggere ancora il Signore. Come lui ha condiviso le nostre croci, così noi possiamo avvicinarci ai tanti crocifissi dalla vita: a chi è isolato o escluso, non curato e abbandonato nella malattia o nella fragilità della vecchiaia, o bambino che ha difficoltà a crescere, o giovane che non può realizzarsi qui nel nostro territorio esprimendo il meglio che può e vuole dare. Possiamo sostenere o aiutare chi è senza lavoro e ne avverte la precarietà e instabilità o solo l’occasionalità e provvisorietà. E’ altresì crocifisso chi non è nel proprio Paese e deve essere aiutato a costruirsi una vita dignitosa senza dover essere sempre assistito. Quanti deboli, fragili, poveri ci sono in mezzo a noi, crocifissi come il Signore, lo lasciamo solo a portare le loro croci? Il Signore ci apre alla Pasqua, anche noi possiamo essere capaci di piccoli gesti, ma concreti, che diano vera speranza di vivere meglio nella serenità e nella pace, lo Spirito Santo ci darà la forza perché sia possibile e per rinascere insieme.

Siamo qui davanti all’Istituto Penitenziario, perché nella penitenza, ci sia conversione davanti a Dio, tutti liberi o tutti prigionieri, per pregare assieme per noi e le nostre famiglie, perché la croce di Gesù sia balsamo e cura alle nostre sofferenze del cuore e dell’anima.

Caro Martin e voi fratelli detenuti, sono convinto siate belle persone, a voi mostrarlo in un futuro sereno fatto di buone relazioni di pace con tutti. Se Gesù ha preso la sua croce per tutti voi e noi, è ancor più certo che dona la redenzione, salvezza e risurrezione a ciascuno, per questo prego e chiedo a Dio nostro Padre di benedire voi e noi con la stessa amorosa misericordia

Redazione

CBlive

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