Cronaca

Riaperture, anche a Campobasso è caos sulle norme per i bar ‘senza cucina’. Chiusura alle 18, ma per Federimprese si tratta di “un’interpretazione errata”

Da ieri, 26 aprile 2021, il Molise è in zona gialla, ma le norme poco chiare relative alle riaperture di bar e ristoranti previste nell’ultimo Decreto Legge hanno provocato confusione e smarrimento nel settore della ristorazione.

“Si sta generando una confusione incredibile tra i commercianti ed in particolare i ristoratori, per quella che è spesso una poca chiarezza delle norme o una loro difficoltà interpretativa, sia da parte degli esercenti stesso che spesso anche da parte delle forze dell’ordine”, sono queste le parole del presidente di Federimpreseitalia Molise Antonio Di Franco.

Il problema in effetti si pone in modo particolare per le attività con codice Ateco prevalente 56.3, ovvero i bar e gli esercizi simili senza cucina. Per loro, infatti, al momento l’interpretazione resta vaga così come l’applicazione della normativa. 

Ieri sera proprio a Campobasso i Vigili Urbani hanno fatto visita a diversi bar del capoluogo sprovvisti di cucina chiedendo ai titolari di chiudere l’attività dopo le 18. E così è, infatti, accaduto per molti che fino alle 22 hanno così dovuto prevedere solo l’asporto e non consumazione ai tavoli esterni.

Si tratta però di un’interpretazione questa che, questa mattina, viene contestata Federimpreseitalia Molise che per l’applicazione della norma rimanda alla  circolare esplicativa del Ministero dell’Interno, la 15350/117/2/1.

“La circolare del Viminale – dice, infatti, Antonio Di Franco – rimanda all’art 27 del DPCM precedente per tutto ciò che non è compreso nell’attuale decreto legge. Si sta generando confusione sulla chiusura o meno dei bar alle ore 18.00, ma la normativa è chiara: il decreto riaperture, esplicitato dalla circolare del Ministero dell’Interno, prevede per le attività di ristorazione con servizio all’aperto la possibilità di stare aperti dalle 5 alle 22. Questa è una deroga esplicita del comma 1 dell’art. 27 del DPCM del 2 marzo che recitava ‘Le attivita’ dei servizi di  ristorazione  (fra  cui  bar,  pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite  dalle  ore  5,00 fino alle ore 18,00’”.

Quindi per Federimprese la normativa appare chiara e trasparente: “pertanto – dicono – le attività che hanno tavoli all’aperto, bar compresi, anche con ATECO prevalente 56.3 possono restare aperte fino alle 22. L’unica differenza, richiamata tra l’altro espressamente nel decreto apertura, è che le attività con codice Ateco prevalente 56.3 possono fare asporto solo fino alle 18.00”.

Redazione

CBlive

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