San Giuliano di Puglia, striscioni di CasaPound contro il centro d’accoglienza per 500 immigrati

NoHub2Campobasso, 21 marzo – ‘NO HUB’. Questo il testo dei  numerosi striscioni affissi in nottata da CasaPound Italia nei comuni di San Giuliano di Puglia e Santa Croce di Magliano per protestare contro il progetto di trasformazione dell’ex villaggio sismico di San Giuliano in un ‘hub’ per l’ accoglienza di oltre 500 immigrati. “Riteniamo quella di trasformare il villaggio in un vero e proprio paese popolato esclusivamente da immigrati una decisione scellerata, che priva la nostra regione di una struttura strategica di alto valore – così CasaPound Italia in una nota stampa – il Molise, piccolo, povero e scarsamente popolato, è già adesso la regione italiana col più alto tasso di presenza di immigrati ospiti dei centri d’accoglienza in rapporto alla popolazione. La creazione di un vero e proprio centro abitato di immigrati, tenuto in piedi a spese dei contribuenti italiani, renderebbe la situazione immigrazione in Molise, già molto problematica come evidenziato dai numerosi episodi di cronaca coinvolgenti immigrati ospiti dei centri, del tutto ingestibile. Vicende come la rivolta degli immigrati del centro di accoglienza di Cona, in Veneto, avvenuta lo scorso gennaio, fanno inoltre ben immaginare cosa potrebbe accadere anche da noi, qualora davvero centinaia di immigrati venissero stanziati in un territorio dove non esistono minimamente le condizioni per un loro inserimento nel tessuto economico e sociale”.

“Tuttavia – prosegue la nota – siamo assolutamente favorevoli alla realizzazione dei lavori di riqualificazione del villaggio sismico. La triste vicenda di Amatrice, dove i residenti vittime del sisma hanno dovuto purtroppo aspettare ben sette mesi per veder consegnati i primi moduli abitativi, fanno comprendere tutto il valore che una struttura come quella San Giuliano può ricoprire in un terra come la nostra ad alta sismicità, dove periodicamente si verificano scosse di terremoto e dove eventi sismici di elevata magnitudo rappresentano una concreta possibilità. In caso di emergenza, si potrebbe disporre di alloggi per fornire adeguata ospitalità ad eventuali sfollati, come accaduto a L’Aquila con le abitazioni del progetto C.A.S.E., costruite in occasione del sisma del 2009 e divenuti dopo il terremoto di Campotosto rifugio per gli sfollati dell’Alto Aterno”.

Redazione

CBlive

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