Sociale

Diagnosi precoce dei tumori maschili, successo per la campagna della LILT

La campagna di prevenzione LILT FOR MEN NASTRO BLU,  dedicata alla prevenzione e diagnosi precoce dei tumori maschili, promossa dalla LILT Associazione Provinciale di Campobasso presso il Responsible Research Hospital di Campobasso ha avuto ottimi riscontri tra la popolazione molisana: tanti hanno avuto la possibilità di sottoporsi, in modo assolutamente gratuito, a visite ed esami per la diagnosi precoce del tumore della prostata e del testicolo.

Come segno di ringraziamento per il sostegno offerto alle attività di prevenzione, i volontari della LILT di Campobasso hanno donato a Stefano Petracca, Presidente del Responsible Research Hospital, e a  Stefania Di Salvo, Managing Director, il “sigillo LILT” con impresso il logo dell’Associazione, proprio per sottolineare il forte legame tra la struttura d’eccellenza e la LILT.

La campagna di sensibilizzazione “Nastro Blu” LILT for Men è un’iniziativa di LILT dedicata alle patologie tumorali della sfera genitale maschile: il tumore alla prostata (che conta più di 36 mila diagnosi stimate per il 2020), il tumore al testicolo e il carcinoma del pene. Grazie a questa iniziativa, LILT intende diffondere la cultura della prevenzione e della diagnosi precoce contro i tumori che colpiscono i maschi: nascondersi dietro alle scuse non serve, conoscerli e prevenirli sì.

L’evento si è reso possibile grazie alla disponibilità dei medici: Milena Franchella, Presidente LILT Campobasso, Francesco Palumbo, Referente LILT, Francesco Berardinelli e  Mario Bonsanto.

Il tumore della prostata è il tumore più diffuso nella popolazione maschile e rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni di età. È divenuto, nell’ultimo decennio, il tumore rilevato più frequentemente più che per la presenza di fattori di rischio, per la maggiore probabilità di diagnosticare tale malattia, che è presente in forma latente nel 15-30% dei soggetti oltre i 50 anni e in circa il 70% degli ottantenni. L’incidenza del carcinoma prostatico ha mostrato un trend in crescita fino al 2003, in concomitanza della maggiore diffusione del test dell’antigene prostatico specifico (PSA) quale strumento per la diagnosi precoce dei casi prevalenti, e successivamente un andamento in diminuzione. In Italia l’incidenza del tumore della prostata attesa è di circa 36.000 nuovi casi per anno. Il rapido incremento del tasso di incidenza del carcinoma prostatico è correlato all’attività di diagnosi precoce basata sul test per la ricerca dell’antigene prostatico (PSA). Infatti, la maggiore diffusione di questa pratica clinica ha consentito di individuare con maggiore frequenza forme clinicamente silenti e comunque non aggressive, producendo quindi anche un’elevata quota di sovra-diagnosi e di conseguente sovra-trattamento. Ad un elevato aumento dell’incidenza, infatti, non corrisponde un altrettanto consistente aumento della mortalità che anzi, dopo un lieve aumento tra il 1970 e il 2000 (da 16 a 19 per 100.000/anno), risulta in riduzione (figura 2). Il carcinoma prostatico occupa il terzo posto nella scala della mortalità (8% sul totale dei decessi oncologici), nella quasi totalità dei casi riguardanti maschi al di sopra dei 70 anni.

FATTI E CIFRE: INCIDENZA, MORTALITÀ E PREVALENZA PER TUMORE DEL TESTICOLO IN ITALIA
Sono tumori che epidemiologicamente rappresentano circa l’1-3% delle neoplasie del sesso maschile. La loro importanza in campo oncologico è data da due motivi contrapposti: sono la forma di tumore più frequente nei soggetti al di sotto dei 45 anni; hanno una curabilità di oltre il 90%, almeno nei paesi occidentali. Il 95% dei tumori del testicolo deriva dalle cellule germinali e viene suddiviso in due grandi gruppi: seminomi (circa il 50%) e non seminomi. Tra i non-seminomi si annoverano poi: carcinoma embrionario; tumore del seno endodermico; corioncarcinoma;  teratoma. Le forme miste, molto frequenti, sono considerate e trattate come non seminomi. È inoltre possibile riscontrare forme di cosiddetto carcinoma in situ (definito TIN o CIS), le quali possono poi trasformarsi in carcinomi con il passare del tempo. Il restante 5% dei tumori del testicolo è costituito da tumori derivanti dallo stroma gonadico (tumori delle cellule di Leydig, di Sertoli o della granulosa).

Redazione

CBlive

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button