Cronaca

Dalla campagna alla città: in Molise è sempre più emergenza cinghiali. Convocato vertice in Prefettura

Dopo le notizie, sempre più frequenti, dei cinghiali che invadono campagne e strade, spingendosi addirittura nei centri abitati, sembra che in Molise qualcosa si muova.

Giovedì 15 luglio è stato, infatti, convocato un vertice in Prefettura a Campobasso. All’incontro, promosso per un esame congiunto degli sviluppi della problematica cinghiali, ci sarà il Prefetto Antonio Cappetta  che ha invitato a partecipare, oltre ai rappresentanti regionali di Coldiretti, e delle altre organizzazioni di categoria, anche il  sindaco del capoluogo ed il presidente della Provincia, il questore di Campobasso, i Comandanti provinciali di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Carabinieri Forestali, Polizia Stradale, ma anche l’Anci, l’Asrem, l’Anas di Abruzzo e Molise e del Tronco Autostradale che attraversa il Molise.

Intanto, dopo gli ultimi avvistamenti in via Sicilia, Aniello Ascolese, direttore di Coldiretti Molise punta il dito su un ritardo legislativo che possa porre fine a questa emergenza.

“Nonostante una presenza maggiore dei sele-controllori che ripetutamente avevamo chiesto alla Regione, nelle campagne, ma anche nei centri urbani – dice – le persone devono cedere il passo ai cinghiali. Da tempo – aggiunge – abbiamo chiesto l’attuazione di un Piano di Controllo che preveda la messa in campo di tutte le misure atte a contrastare e ridurre la popolazione del selvatico nelle aree agricole, ma constatiamo che continua ad esserci una ‘lentezza’ legislativa/amministrativa che non tiene conto che spesso è inutile seminare e che le colture in atto vengono fortemente danneggiate”.

“Abbiamo potuto constatare – osserva il direttore di Coldiretti – che in molti casi anche le recinzioni che gli agricoltori avevano costruito per difendersi dall’assalto non bastano più! Vengono abbattute dalle orde dei selvatici. Necessariamente occorre la modifica delle norme nazionali che risalgono a circa trenta anni fa e che erano state pensate per la tutela e protezione della fauna selvatica, al fine della ricostituzione del patrimonio faunistico e che oggi evidentemente si sono dimostrate non più idonee. Non chiediamo – prosegue – lo sterminio dei cinghiali, ma un giusto equilibrio tra chi da sempre è vissuto nelle aree rurali, che deve avere la possibilità di continuare a lavorare e produrre cibo. Oggi questo equilibrio è totalmente saltato. Chiediamo che ci venga garantita la possibilità di salvaguardare il lavoro degli agricoltori, soprattutto in questa fase di emergenza sanitaria nella quale la produzione di cibo gioca un ruolo fondamentale”.

“Non è più rinviabile la risoluzione del problema – afferma il delegato confederale di Coldiretti Molise, Giuseppe Spinelliè assolutamente necessario assicurare la giusta tutela del lavoro di chi si guadagna da vivere in campagna, la sicurezza delle persone e la vivibilità dei luoghi. Se non si prende atto di questa calamità e non si interviene non stupiamoci poi che ci siano sempre più terreni agricoli abbandonati”.

Deve continuare l’impegno concreto per fermare la proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Regione di circa 40 mila capi, superando abbondantemente l’equilibrio biologico sopportabile dal territorio, con i conseguenti danni, incidenti ed anche un evidente rischio sanitario.

“È sempre più frequente – conclude Ascolese – la presenza di animali selvatici nei due capoluoghi di provincia e nei centri urbani dei comuni,  alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute e di contagi degli allevamenti. Una emergenza che si allarga, oramai, dalle campagne alle città compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico”.

 

Redazione

CBlive

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