Pilone sull’incontro di Campobasso con l’avvocato Amato sulla teoria Gender: “Tutelare la famiglia fondata sul matrimonio dai continui attacchi disgreganti”

Il consigliere comunale Francesco Pilone
Il consigliere comunale Francesco Pilone

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL CONSIGLIERE COMUNALE D’OPPOSIZIONE, FRANCESCO PILONE, SULL’INCONTRO SULLA TEORIA GENDER

L’importanza del Convegno organizzato dal Movimento PER e dall’Associazione “Istituto per la famiglia” sulla teoria Gender, che si terrà domani, lunedì 5 ottobre alle ore 18,30, presso l’Hotel Rinascimento a Campobasso, scaturisce dalla necessità che emerge giorno dopo giorno di tutelare la famiglia fondata sul matrimonio dai continui attacchi disgreganti che, partendo dalla Società per arrivare alla scuola, puntano a scardinare nelle coscienze dell’individuo valori costituzionalmente riconosciuti ed eticamente sacrosanti.

La presenza dell’Avv. Gianfranco Amato, noto Giurista e Presidente dell’Associazione nazionale “Giuristi per la Vita”, è un segnale di estrema importanza per ribadire quei concetti che lo stesso legale, nel corso degli innumerevoli incontri che sta tenendo a livello nazionale, ha più volte sostenuto per una giusta informazione sulla tematica, ma soprattutto per una corretta “Formazione” delle coscienze delle persone, siano esse laiche o cattoliche.

Negli ultimi tempi si è parlato molto della cosiddetta Legge sulla Buona Scuola e del Referendum (che oltretutto ad oggi non ha ottenuto le necessarie firme per la sua indizione) e delle relazioni che la stessa legge avrebbe con la teoria Gender. Nonostante la “rassicurante” circolare del Ministero, lo stesso Amato ha più volte fatto chiarezza in merito al concetto che “alcune disposizioni di questa legge rappresentino un micidiale ‘cavallo di Troia’ – per usare una felice metafora coniata dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei –, finalizzato all’introduzione dell’ideologia gender nel sistema scolastico italiano. Tale operazione, rischia di avvenire non solo attraverso l’ambigua locuzione di “violenza di genere” ma anche attraverso il rinvio al “Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale di genere” (per il tramite della legge 119 del 2013 richiamata dall’articolo 5), che al paragrafo 5.2 recita testualmente: ‘Obiettivo prioritario deve essere quello di educare alla parità e al rispetto delle differenze, in particolare per superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell’essere uomini e donne, ragazze e ragazzi, bambini e bambine nel rispetto dell’identità di genere, culturale, religiosa, dell’orientamento sessuale (…) sia attraverso la formazione del personale della scuola e dei docenti, sia mediante l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica”.

Va chiarito che ogni volta che il legislatore usa il termine ‘identità di genere’, si riferisce alla “percezione che un soggetto ha di sé come appartenente al genere femminile o maschile, anche se opposto al proprio sesso biologico” (articolo 1 lettera b del testo unificato adottato come testo base del ddl sull’omofobia in Commissione giustizia della Camera, il 9 luglio 2013). 

Non solo. Sempre Amato ha sostenuto che, facendo riferimento alla già accennata circolare Ministeriale che introdurrebbe il consenso informato per le attività extrascolastiche sul presupposto che l’indottrinamento gender passi solo attraverso queste attività, in realtà non è così. 

Per la verità, purtroppo, questa forma di indottrinamento è ormai multidisciplinare e difficilmente controllabile. Due esempi: faccio riferimento al famoso e celebre caso del problemino di matematica di ‘Rosa e i suoi due papà che vanno a comprare tre lattine di the freddo al bar’: è chiaro che questa roba è pertinente alla materia di matematica, non è quindi attività extrascolastica e su questo la circolare non dà nessuna garanzia. Il secondo esempio è il romanzo ‘Sei come sei fatto’ che è stato fatto leggere in un liceo di Roma ad alunni quattordicenni ed è poi stato oggetto di denuncia da parte dei Giuristi per la Vita: anche in questo caso, si tratta di iniziative di pretta pertinenza della materia italiano, quindi non attività extrascolastiche, ma non protette dalla circolare.

Stando così le cose, come ha ribadito più volte Amato, è chiaro che i genitori hanno maggiori difficoltà nel difendere il loro sacrosanto diritto alla priorità di educazione dei propri figli rispetto allo Stato, prevista dall’articolo 26, terzo comma, della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Dobbiamo essere vigili e attenti affinchè questo sacrosanto diritto sia per sempre tutelato.

Redazione

CBlive

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