Un’agenda di nove punti per riformare il Testo unico degli Enti locali
Si concretizzano così le proposte dell’
ANCI MOLISE. “
Ripartirà da qui il processo di riscrittura del TUEL” afferma il Presidente Pompilio Sciulli. La riscrittura del TUEL è stata avviata dal Governo Conte ed è divenuta una delle richieste più urgenti poste dai Comuni al premier incaricato Mario Draghi.
La necessità di un «tagliando» alle regole di governo delle autonomie è divenuta in questi mesi sempre più evidente. – si legge nel comunicato odierno- Non solo per riscrivere con più certezza lo status giuridico degli amministratori, e quindi anche i confini delle responsabilità, ma anche per abbattere la burocrazia inutile che rischia di compromettere la «messa a terra» degli investimenti finanziati con il Recovery plan. Il lavoro della commissione ha prodotto un’agenda in nove punti pronta per essere tradotta in una legge delega, da portare al parlamento nell’arco di 60 – 90 giorni. Di seguito elenchiamo i pilastri del nuovo TUEL, descritti nel comunicato ANCI Molise.
Funzioni fondamentali
Il primo punto dell’opera di revisione del Tuel riguarderà le funzioni fondamentali di comuni, dove si punta a differenziare le funzioni a seconda della popolazione, evitando di addossare sui piccoli comuni compiti che non possono svolgere, quantomeno singolarmente. Le funzioni delle province andranno riviste rispetto a quelle attuali perché ormai non ha più senso mantenere l’articolazione della legge Delrio, funzionale al progetto di riforma costituzionale Renzi – Boschi bocciato dal referendum del 2016.
Autonomia statutaria e regolamentare.
Il nuovo Tuel dovrà recepire i principi di autonomia e equiordinazione tra livelli di governo propri della riforma del Titolo V del 2001, riaffermando l’autonomia normativa statutaria e regolamentare degli enti.
Status giuridico degli amministratori.
Il caso Appendino ha rilanciato la necessità di rivedere le norme del Tuel sullo status giuridico degli amministratori. L’equivoco nasce dall’art. 107 Tuel, quello che, definendo i compiti dei dirigenti, al primo comma parla anche dei poteri degli organi di governo degli enti attribuendo loro funzioni di indirizzo e di «controllo politico – amministrativo». E’ proprio quel riferimento al controllo «amministrativo» dei indaci che risulta in contraddizione con il resto della norma la quale prosegue affermando come compito essenziale dei dirigenti «la gestione amministrativa, finanziaria e tecnica». È qui che si crea uno scollamento tra responsabilità tipiche dirigenziali e responsabilità dei sindaci, eccessiva mente dilatate dalla previsione dell’art. 50 del Tuel secondo cui i sindaci sono «gli organi responsabili dell’amministrazione». Una norma, quest’ultima, retaggio della vecchia legge 142/1990 che mal si concilia con il Tuel ispirato alle leggi Bassanini e alla separazione tra amministrazione e politica. Ecco che riscrivere le norme «incriminate» del Testo unico servirebbe a definire con chiarezza i confini tra responsabilità amministrativa – gestionale (in capo per definizione ai dirigenti) e quella politica (in capo ai sindaci). In modo da evitare che i primi cittadini diventino sempre i capri espiatori di un ordinamento locale che non distingue chiaramente cosa è gestione da cosa è indirizzo politico.