CittàCronaca

Dal 30 giugno chiude il presidio Polfer di Campobasso. Delusione dei sindacati: “Non ce l’abbiamo fatta a scongiurare la soppressione”

“Non ce l’abbiamo fatta”: questo sono le prime parole di Roberto Persichilli, segretario Generale Provinciale della SILP CGIL, dopo aver appreso la notizia che sancisce la chiusura del Posto di Polizia Ferroviaria di Campobasso.

“Per lungo tempo – dice – abbiamo fatto le nostre dimostranze al fine di mantenere il presidio presso la stazione ferroviaria del capoluogo, ma evidentemente non è bastato, la sicurezza è considerata un costo anche quando non lo è”.

“Quello che maggiormente mi rincresceprosegue Persichilli – è l’assoluta assenza dei politici locali, ad eccezione di un senatore.  Allo stesso modo, mi preme ringraziare i cittadini che, allarmati in termini di sicurezza, si sono prodigati per contrastare questa scelta illogica e penalizzante per il capoluogo di regione”.

La scelta di sopprimere il presidio ha origine nella riduzione del numero di appartenenti alla Polizia di Stato – rideterminato al 28 agosto 2015 in 106.242 unità, rispetto alla precedente dotazione di 117.291 operatori, per espressa disposizione della cosiddetta ‘Legge Madia’, che impatta negativamente sulla funzionalità della struttura organizzativa delle articolazioni centrali e periferiche dell’amministrazione della pubblica sicurezza.

“Come già detto in altre occasioni, – commenta ancora il sindacalista – si è trattato di una scelta governativa miope, irragionevole, che ha comportato l’amara conseguenza, sul piano istituzionale, di privare i cittadini di circa 10.000 operatori a presidio della loro sicurezza. In ordine al Posto di Polizia Ferroviaria di Campobasso, va detto, senza infingimenti, che la sua soppressione potrebbe determinare gravi conseguenze all’attività di sicurezza delle reti ferroviarie della regione Molise sul percorso Campobasso-Napoli e Campobasso- Roma, con ricadute nei servizi di Polizia Giudiziaria. Senza tralasciare l’aspetto, paradossale, di sguarnire la sede del capoluogo di regione dell’unico ufficio di Polizia Ferroviaria, con effetti negativi anche nei servizi di prevenzione, specie dopo la chiusura del Posto di Polizia Ferroviaria di Isernia.

Quindi a breve, quella sicurezza accertata dal cittadino viaggiatore non verrà più percepita, in quanto verranno a mancare quei controlli propri della specialità, posto che nella tratta Campobasso- Roma il primo presidio di Polizia Ferroviaria si trova a Cassino”.

Ormai la notizia è ufficiale, la decisione del Ministero dell’Interno definitiva e non più negoziabile stabilisce che il 30 giugno 2021 il presidio di Polizia Ferroviaria di Campobasso sarà smantellato, privando questo capoluogo di regione di un servizio di fondamentale importanza.

“Abbiamo perso chi vigila per noi, durante il viaggio, all’interno della stazione, nei locali d’attesa, nel sottopassaggio ferroviario, nel confinante parcheggio, nonché nelle vicinanze del plesso. La chiusura del presidio – dice ancora il sindacalista – non sortirà sicuramente effetti positivi sulla cittadinanza, anzi molto probabilmente potrebbe favorire l’incremento della microcriminalità con episodi di furto, asportazione di rame, delinquenza, spaccio, prostituzione, violenza, ecc.  Nonostante l’attuale forza organica in servizio presso il Posto della Polizia Ferroviaria di Campobasso composto da 9 unità, abbia incessantemente svolto il proprio lavoro, attività esercitata su più quadranti, in particolare nelle fasce interessate all’orario di partenza e arrivi treni, riportando dati statistici ottimali, rendendo la stazione ferroviaria di Campobasso un posto sicuro.  La chiusura del posto Polfer comporta la ricollocazione del personale in altri uffici di Polizia del capoluogo, senza considerare che si tratterebbe di spostare personale “qualificato ed altamente specializzato” abilitato ad attività di controllo preposte sia sui treni che sui binari.

Sotto il profilo di un eventuale risparmio di spesa per lo Stato – semmai questa potesse essere una ragione – va detto che i locali dove usati per il Posto di Polizia Ferroviaria sono di proprietà di Trenitalia, ciò che ruota all’interno della struttura in uso alla Polizia è sempre proprietario lo stesso ente, quindi economicamente il taglio è uguale allo ZERO poiché ceduti a titolo gratuito. Quindi, se escludiamo il motivo economico,  dobbiamo pensare all’ottimazione delle risorse in campo che quotidianamente effettuano la  prevenzione e la repressione dei reati, nonché la tutela dell’ordine e della sicurezza  pubblica in ambito ferroviario; appare ininfluente anche quest’ultima considerazione poiché l’attuale quadro in campo prevede personale del Posto di Polizia Ferroviaria attuare tutte le misure previste dalle vigenti normative nel raggio di competenza della Stazione Ferroviaria non considerata tale solo per la via ferrata ma anche per le varie attività annesse all’utilizzo della struttura (parcheggio, attività commerciale) ed altri luoghi pertinenti all’uso comune nonché tutte le stazioni limitrofe.

Tale incombenza andrebbe notevolmente a gravare sui servizi di controllo già pianificati dalla locale Questura, aumentando il numero delle risorse previste per questo scopo vanificando quelle già acquisite dal personale della Polfer che ha effettuato corsi specifici”.

“E’ di tutta evidenza che la chiusura del Posto di Polizia Ferroviaria di Campobasso sia un errore, che – conclude Persichilli – per un verso non determinerà alcun risparmio di spesa, per un altro verso – aspetto ancora più rilevante – si priveranno i cittadini di Campobasso e i viaggiatori di un funzionale dispositivo di sicurezza a garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica”.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button